La Galleria Giovanni Sarti, con sede a Parigi, parteciperà anche quest’anno alla fiera più importante dell’anno, il TEFAF MAASTRICHT giunta quest’anno alla 29ma edizione che si svolgerà dall’11 al 20 marzo 2016. TEFAF accoglierà 269 espositori, Sarti sarà nello stand 372 dove sarà possibile ammirare tre opere riscoperte, una Madonna col Bambino di Giovanni da Bologna, La cattura di Cristo di Giuseppe Maria CRESPI, detto Lo Spagnolo e una Natività del Maestro delle Anconette Ferraresi.
Un approfondimento sulle tre opere:
GIOVANNI DA BOLOGNA
(attivo in Veneto e a Bologna documentato a Venezia e a Treviso tra il 1377 e il 1389)
Madonna col Bambino (Maria Mater Domini)
tempera e oro su tavola cm88 x 55
Circa 1380, reca l’iscrizione MPM OMV (Mater Laria Domlini)
Questo dipinto è un opera tarda di Giovanni da Bologna, pittore di origine emiliana formatosi al seguito di Lorenzo Veneziano e attivo soprattutto nel Veneto tra il 1360 e il 1390. E’ considerato un importante e precoce esponente delle nuove tendenze che, nell’Italia di Nord Est; segnano il passaggio tardogotico. Testimonianza significativa della pittura veneziana della seconda metà del XIVsecolo, con il suo fondo rosso e le bellissime aureole in pastiglia decorata la nostra Madonna col Bambino traduce in forma moderna e gotica un modulo iconografico di origine bizantina. Lo schema severamente iconico infonde solennità alla composizione. Le figure mostrano una larghezza di impianto e una ricerca di definizione plastica accentuata dalla decisa marcatura dei contorni, che puo’ definirsi di stampo neogiottesco, in voluto contrasto con l’andamento sinuoso e gotico del velo bianco della Vergine.
Giuseppe Maria CRESPI, detto Lo Spagnolo
(Bologna, 1665 – 1747)
La cattura di Cristo
C. 1685-1690.OLIO SU TELA 75 X 93.5 CM.
Questo dipinto di alta qualità e in ottimo stato di conservazione raffigura Gesù stretto tra i manigoldi alla cattura, in un cupo notturno che la torcia portata in primo piano da uno degli armigeri non vale a rischiarare. L’intensità dell’espressione del Cristo, emotivamente e mentalmente distante, è sottolineata dalla scelta compositiva che costringe in poco spazio gli attori del dramma. L’autore di questo bel dipinto è Giuseppe Maria Crespi, l’artista che, dallo scadere del Seicento sino agli anni trenta del secolo successivo, restituì a Bologna quel ruolo di primo piano già affidatole dalla storia, al tempo dei Carracci e degli Incamminati, per due secoli modello ineludibile per ogni artista dotato di talento non solo in Italia ma nell’Europa tutta. Tutta guercinesca è la matrice culturale dell’opera, nella contrapposizione di luci e ombre, nella robusta costruzione delle forme, nel modo stesso della stesura degli impasti pittorici ricchi, concreti, densi di materia: un maestro che il Crespi degli inizi ammirò.
MAESTRO DELLE ANCONETTE FERRARESI
(attivo a Ferrara metà del XV sec.)
Natività con Sant’Antonio abate e donatore
1455-1460.
Tempera e oro su tavola – 88.5 x 58 cm.
Questa deliziosa anconetta attribuita a un maestro ferrarese recentemente riscoperto, conserva la sua carpenteria originale, coronata da una cuspide timpanata e colonnine tortili. La Vergine, monumentale, indossa una veste di velluto rosso sotto il ricco mantello azzurro, ornato da un ricamo vegetale dorato. Tiene sulle ginocchia il Bambino nudo, sgambettante, che protende verso di lei il braccio sinistro, mentre appoggia la testa sul cuscino granata, con gli orli e le nappe dorate. Dinanzi a loro è inginocchiata in preghiera una monaca, in abito e velo nero, presentata da Sant’Antonio, col bastone da da eremita, la campanella graffita sull’oro, la mitria da abate e il mantello nero dalla fodera olivastra, che lascia trasparire la tonaca dall’ampia cocolla paonazza. Fa corona una cerchia di Angeli dalle tunichette colorate e le ali variopinte picchiettate d’oro, disposta su tre ordini, sfruttando la superfice centinata della tavola. La schiera di mezzo, cantando con giubilo, regge un cartiglio col passo del vangelo di Luca (2.14): GLORIA INELCELCIS (sic) DEO ET INTERA (sic) PAX HOMINIBUS BONE VOLUNTATIS BENEDIC[imus te] AD[oramus te]. Sulla cuspide, plana, avvolto nel manto rosso spampanato, Dio Padre benedicente con il libro aperto, la barba e i lunghi capelli canuti.
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G. SARTI
137 rue du Faubourg Saint-Honoré,
75008 Paris
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giovanni.sarti@wanadoo.fr
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TEFAF Maastricht
11 – 20 marzo 2016
MEEC (Maastricht Exhibition and Congress Centre)
Maastricht, Olanda.
www.tefaf.com