Le Gallerie dell’Accademia di Venezia diventano sempre più grandi. 7 le nuove sale inaugurate lo scorso 29 gennaio che portano il grande pubblico alla conoscenza e alla fruizione di un altro importante spazio dedicato all’Arte Moderna. Si tratta dell’Ala Palladiana, progettata nella seconda metà Cinquecento proprio dal grande Andrea Palladio. Così, dopo l’apertura delle 5 nuove sale nel maggio del 2015, continua con successo il progetto del museo veneziano Verso le Grandi Gallerie.
Passati i due, ancora spogli, saloni del Lazzari, il visitatore può accedere alle nuove sale partendo dalla luminosa loggia affacciata sul cortile interno. Qui, a dominare la scena è il candore dei gessi di Antonio Canova: dalla sequenza di rilievi narrativi ai due imponenti leoni – calchi del monumento romano a Clemente XIII Rezzonico – l’importante corpus di opere canoviane continua nella piccola saletta contenente i bozzetti dell’artista appartenenti al museo e nell’ultima sala espositiva, il Tablino.
In quest’ultimo, l’esempio architettonico più puro di classicismo palladiano, è esposta la statuaria. Così, la forza espressiva del possente pugilatore Creugante, si raffronta all’eleganza e alla bellezza apollinea del femmineo Paride. Il nuovo allestimento museografico pone dunque l’accento sull’importanza di Canova nei confronti dell’Accademia veneziana: molte delle opere in mostra furono proprio scelte dallo scultore e inviate da Roma, altre invece arrivarono nella città lagunare per volere di Leopoldo Cicognara – presidente dell’Accademia agli inizi del XVIII secolo – come modelli d’apprendimento per gli allievi della neonata istituzione.
Artisti del ‘700 e dell’800 veneziano e veneto dialogano nelle sale retrostanti la loggia palladiana. Il percorso espositivo si apre con le opere dei maestri che, nell’Europa del Gran Tour, hanno portato la pittura lagunare oltralpe: dai pastelli di Rosalba Carriera alle vedute di Canaletto passando per le scene mitologiche di Sebastiano Ricci e gli scorci nordici di Bernardo Bellotto, tra i più stimati vedutisti delle settecentesche corti dell’Europa centrale e orientale. La visita nelle nuove sale continua all’insegna di pitture a tema storico-allegorico; da Venezia che premia le Arti di Michelangelo Morlaiter all’Allegoria della Pittura dipinta dal Maggiotto, queste tele rappresentano i pièce de réception presentati dai pittori come banco di prova della loro abilità per accedere all’Accademia.
Non potevano mancare le opere di uno degli artisti più noti nel panorama dell’arte italiana del XIX secolo: Francesco Hayez. Entrato a far parte dell’Accademia veneziana in giovanissima età, sono molte le tele del maestro esposte nelle nuove sale del museo. A catturare l’occhio del visitatore è senza dubbio il grande Rinaldo e Armida, tela realizzata dal pittore durante il periodo nella Capitale.
A dialogare con le opere del professore di Brera, sono le scene mitologiche di Giovanni Demin e Vincenzo Giacomelli. Prima di accedere al grande Tablino, il percorso espositivo porta ad un piccolo vestibolo dominato dal bassorilievo del trevigiano Luigi Borro rappresentante la Liberazione dell’Ossesso. Di fronte a questo, i busti marmorei di Tiziano, Giovanni Bellini e Sebastiano del Piombo, realizzati dagli scultori dell’Accademia in epoca ottocentesca, consacrano i principali esponenti della storia dell’arte veneziana.
Con un vero e proprio omaggio alla pittura e alla scultura dei grandi artisti che hanno reso l’Accademia di Venezia centro nevralgico della pittura e della scultura moderna, le nuove sale delle Gallerie costituiscono un altro importante tassello dell’impegno dell’ente museale a diventare il “museo faro – come ha affermato la sua direttrice Paola Marini – della pittura veneziana”.
INFORMAZIONI UTILI
Verso le Grandi Gallerie – Le sale dell’Ala Palladiana
Gallerie dell’Accademia, Venezia
www.galleriedellaccademia.org