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Capolavoro per Milano 2021. Al Museo Diocesano arriva l’Annunciazione di Tiziano

Tiziano, Annunciazione, Olio su tela, cm 281,5 x 193,5, Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte (particolare) Tiziano, Annunciazione, Olio su tela, cm 281,5 x 193,5, Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte (particolare)
Tiziano, Annunciazione, Olio su tela, cm 281,5 x 193,5, Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte (particolare)
Tiziano, Annunciazione, Olio su tela, cm 281,5 x 193,5, Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte (particolare)

Proveniente dal Museo e Real Bosco di Capodimonte, il capolavoro della maturità dell’artista sarà esposto a Milano fino al 6 febbraio 2022

L’arte è un’espressione intellettuale e come tale deve viaggiare, così come viaggiano le idee e gli uomini”. Questa la convinzione di Sylvain Bellenger, direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte. Che con queste premesse priva per tre mesi il “suo” museo di uno dei capolavori di punta. Ovvero dell’Annunciazione di Tiziano Vecellio, tela di grandi dimensioni (280×193 cm) eseguita attorno al 1558. È questo infatti il Capolavoro per Milano 2021, e come tale sarà esposto fino al 6 febbraio 2022 al Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano. “La pittura e le arti hanno la capacità di farci sentire e rivelare mondi che sfuggono ai limiti delle parole”, aggiunge il direttore. “L’Annunciazione di Tiziano è più che un’Annunciazione è una illuminazione”.

 

Tiziano, Annunciazione, Olio su tela, cm 281,5 x 193,5, Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte
Tiziano, Annunciazione, Olio su tela, cm 281,5 x 193,5, Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte

L’esposizione inaugura le iniziative che celebrano i primi 20 anni di attività del Museo Diocesano. Firmata “Titianus f” sull’inginocchiatoio, l’opera costituisce uno dei capisaldi della maturità dell’artista. E rappresenta un raro episodio di pittura veneta nella Napoli del Cinquecento. Eseguita alla fine degli anni cinquanta, la tela rivela i più alti raggiungimenti del Tiziano maturo. Evidenti negli straordinari effetti luministici, in particolare nelle scintillanti vesti nell’angelo, in damasco rosa e argenteo, intessuto di fili d’oro. E nella resa dei bagliori che intridono la materia pittorica e nella libertà della composizione.

Il dipinto fu realizzato da Tiziano per la famiglia Pinelli, banchieri e mercanti di origine genovese trasferitisi a Napoli. E destinato alla cappella dedicata da Cosimo Pinelli alla Vergine Annunciata nel 1575, che si trovava nel transetto della chiesa napoletana di San Domenico Maggiore.

www.chiostrisanteustorgio.it

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