Terrae Motus è una collezione d’arte contemporanea creata dal noto gallerista Lucio Amelio, realizzata a seguito del terremoto che devastò il territorio dell’Irpinia. Recentemente la collezione è stata allestita provvisoriamente in una grande sala della Reggia di Caserta. Le 72 opere presenti hanno un carattere d’internazionalità e tra non molto tempo questa girerà le grandi capitali del mondo .
La genesi di questa importante collezione è strettamente correlata ad un triste avvenimento di cronaca: il 23 novembre del 1980 l’Irpinia e la Basilicata furono colpite da un devastante terremoto. La sua potenza fu tale da distruggere ogni cosa e morirono oltre 2500 persone. L’Italia si mobilitò per intervenire tempestivamente al disastro naturale ma fu interessante la reazione ‘culturale’ proposta dal gallerista Lucio Amelio (Napoli, 1931/1934). Protagonista dell’arte internazionale tra gli anni Sessanta e Novanta, sentì la necessità di sollecitare anche il mondo dell’arte per dar voce a chi aveva perso tutto e per non dimenticare.
Lucio Amelio apre la sua galleria a Napoli nel 1965. Lavora con artisti di fama internazionale come Jannis Kounellis, Keith Haring, Mimmo Paladino e Mario Merz. Colpito dalla tragedia che aveva coinvolto la sua terra, ecco che decide di rispondere con la creatività alla forza distruttiva della natura: fa appello ai grandi artisti del tempo per realizzare opere che interpretassero l’avvenimento in maniera personale. Ecco che al grande gallerista rispondono Josef Beuys, Andy Warhol, Keith Haring, Michelangelo Pistoletto, Mimmo Paladino, Mario Schifano, Gianni Pisani e Nino Longobardi. Questi ed altri artisti parteciparono all’iniziativa costituendo un nucleo collezionistico di più di settanta opere.
Fate Presto sembra essere l’opera più indicativa di tutta la collezione. Andy Warhol attraverso il suo linguaggio immediato affida l’interpretazione del tragico evento alle pagine dei giornali in particolare quelle del quotidiano napoletano. Il risultato è la realizzazione di un trittico moderno nato nella sua Factory a New York. L’opera è coerente con tutta la sua produzione: l’artista ha prelevato dalla realtà ciò che per la gente risulta essere l’elemento familiare come la prima pagina del quotidiano, per poi restituirlo in una chiave pop in una scala di grigi.
Non è la prima volta che l’artista Luciano Fabro lavora con l’immagine grafica dell’Italia. Quella per la collezione Terrae Motus è fortemente legata al valore dell’unità: giocando sul valore familiare che l’immagine ha per ogni suo cittadino. Italia Porta rappresenta due Italie capovolte legate dalla parte terminale dello stivale. Ecco che un’immagine così semplice ed efficace suggerisce a chi guarda, di riconoscere le distanze geografiche tra le differenti regioni ma sentirsi uniti dal sentimento di appartenenza e di sostegno per una terra che soffre.
L’elemento specchiante come mezzo strategico per coinvolgere lo spettatore, sembra essere una delle costanti di Michelangelo Pistoletto. L’Annunicazione è costituita da due lastre di discrete dimensioni che sono collocate uno accanto l’altra e su ognuna di esse sono raffigurate le figure di due personaggi comuni abbigliati in maniera totalmente differente. Il passaggio davanti all’opera da parte dello spettatore, comporta l’immediata identificazione con le due sagome che sono state colpite in maniera improvvisa dalla tragedia. È proprio questa imprevedibilità che spiega l’abbigliamento dei due. La scelta dell’artista di porre uno specchio ha l’obiettivo di far sentire le persone più vicine all’avvenimento e che ognuno può essere colpito da questa tragedia.
Inizialmente si può essere attirati dalla bellezza settecentesca della Reggia di Caserta, ideata da Luigi Vanvitelli, ma è interessante scoprire l’esistenza di questo tesoro collezionistico dell’arte contemporanea all’interno del palazzo. Eppure come per la Reggia, la collezione Terrae Motus dovrebbe rientrare in quelle tappe obbligatorie per conoscere il patrimonio campano e italiano. L’ulteriore elemento distintivo è il tema specifico che Lucio Amelio ha voluto dare alla collezione come un nucleo portatore di memoria, di ricordo legato ad un avvenimento di cronaca.
Terrae Motus alla Reggia di Caserta attesta anche come sia interessante il dialogo sviluppatosi tra il contenitore storico e il messaggio contemporaneo della collezione. Quest’ultima risulta essere ancora poco nota, dimostrazione del fatto che lo spazio espositivo non basta alla conoscenza delle opere. La collezione Terrae Motus dimostra invece la capacità dell’arte contemporanea di essere comunicativa e mezzo efficace per raccontare la storia dell’uomo e le sue vicende.
Informazioni utili:
reggiaofcaserta.altervista.org
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