Segreti di famiglia (Louder Than Bombs), il dramma famigliare di Joachim Trier con Isabelle Huppert arriva in sala dopo essere stato presentato in concorso a Cannes 2015.
In Segreti di Famiglia Isabelle Reed, fotografa di guerra, scomparsa in un incidente d’auto tre anni prima sta per essere celebrata da una mostra fotografica. Per organizzare l’archivio Jonah, il figlio maggiore, torna nella casa di famiglia, ritrovando il fratello adolescente, Conrad, e il padre, Gene, un professore di liceo che per il lavoro della defunta moglie ha rinunciato alla propria carriera di attore.
I tre uomini hanno ricordi diversi di Isabelle e ognuno di loro dovrà riconciliarsi a modo suo con i fatti del passato… Presentato in concorso al Festival di Cannes 2015, il film di Joachim Trier (Oslo, August 31st) è un ritratto di famiglia, fotografato con l’obiettivo di metterne a fuoco i sentimenti e i meccanismi che ne legano i componenti.
Dà volto e espressione a questo scatto fotografico un cast eccezionale: Isabelle Huppert (La pianista, 8 donne e un mistero, Il condominio dei cuori infranti), Gabriel Byrne e i candidati all’Oscar Jesse Eisenberg (The Social Network, The End of the Tour) e Amy Ryan.
>> Segreti di famiglia è il primo film inglese del regista Norvegese Joachim Trier e prende il titolo originale –Louder than bombs– dagli Smiths, così avevano intitolato una loro raccolta (la terza, del 1987) ispirandosi a un verso di By Grand Central Station I Sat Down And Wept, novella della scrittrice canadese Elizabeth Smart: «…louder than bombs or screams or the inside ticking of remorse…». Il titolo italiano è in parte fuorviante. Suggerisce più un giallo -o peggio ancora una telenovela- che un melodramma dai toni trasognati quali è questo Louder than bombs. Medesimo titolo –Segreti di famiglia– era già stato scelto per adattare altre pellicole: Tetro di Francis Ford Coppola (2009) e Laguna di Dennis Berry (2001). Anche il serial TV Brothers & Sisters da noi era arrivato come Brothers & Sisters – Segreti di famiglia.
La spettrale presenza di Isabelle Huppert, nei panni della defunta fotografa di guerra Isabelle Reed, pervade la pellicola donandole un fascino freddo e sensuale. Compare nei flashback, nei sogni, nei ricordi e nelle visioni dei protagonisti che ancora devono fare i conti con l’elaborazione del proprio lutto. Per Jonah, il figlio maggiore, è addirittura preferibile il tuffo nei ricordi, per quanto dolorosi, che la vita con la moglie e la figlia appena nata. Come lui, anche gli altri protagonisti sembrano essere stati lasciati nel posto sbagliato, un senso di abbandono e smarrimento li pervade. Il figlio minore, Conrad, vive il dramma di essere adolescente, sospeso tra l’apatia e un mondo interiore che non riesce a esprimere, comunicare col padre sembra impossibile, il solo conforto sembra essere il ricordo della madre e la speranza di un nuovo amore. In un montaggio che rappresenta il diario culturale di Conrad vediamo anche una clip di Opera di Dario Argento, con Daria Nicolodi, bionda, che guarda attraverso lo spioncino. L’assassino spara e il proiettile la trapassa il cranio entrando dall’occhio. Probabilmente l’ultimo brivido cinephile che ci ha regalato il maestro del brivido. Forse a sottolineare il potere deflagrante dei ricordi e dei sogni che si spezzano e come in un puzzle si ricompongono per ricostruire le identità dei personaggi.
Segreti di famiglia è un film di primi piani, la telecamera scruta i volti dei protagonisti da vicino. Da vicinissimo. Li osserva da dietro il vetro di una finestra. Gli sguardi di Antonioni, Alain Resnais e Brian de Palma Joachim riecheggiano nello stile del regista. Trier indaga così i meccanismi dei legami famigliari attraverso la chiave e la poetica del ricordo; un’atmosfera sognante e onirica fa da contorno alla ricerca della svolta che i protagonisti inseguono senza saperlo.