30° Festival MIX Milano: Barash il film vincitore. Monica Bellucci diva in trasferta canadese.
Barash di Michal Vinik è il vincitore della 30° edizione di Festival MIX Milano di Cinema Gaylesbico e Queer Culture, svoltasi dal 30 giugno al 3 luglio al Teatro Strehler, ormai affezionata sede della manifestazione. Come ogni anno il MIX Festival ha animato la città con proiezioni, musica e aperitivi rendendo per un weekend il Piccolo Teatro Strehler un punto di ritrovo mondano oltre che culturale. More Love, lo slogan di quest’anno.
In concorso è stato presentato, tra gli altri, il nuovo film con Monica Bellucci: Ville Marie. Nella pellicola del regista canadese Guy Édoin la nostra diva affianca Aliocha Schneider (fratello di Niels Schneider, già visto al fianco di Xavier Dolan in J’ai tué ma mère e Les Amours imaginaires) nel ruolo di una madre attrice che rivive sul set la propria storia nel tentativo di far pace con un passato difficile. Monica Bellucci regala una performance delicata dando vita a una madre dolente e si conferma un’attrice di talento incerto, ma di raro fascino, in pace con l’incipiente senescenza. Bellissimo nonostante non abbia ricevuto alcun premio Kiki, il documentario di Sara Jordenö sulla sottocultura newyorkese dei Ballrom. Il vogueing e la scena Kiki. Quattro anni nella vita dei ballerini della scuola di Twiggy Pucci Garcon. Una sorta di seguito non ufficiale di Paris Is Burning. Il ballo come forma di espressione, come forma del creare arte e salvezza da una vita disagiata. Un percorso di elaborazione per l’accettazione della propria identità attraverso una terapia coreutica.
Da segnalare anche Tangerine, il film girato solo con tre iPhone 5s da Sean Baker. Il film sta facendo il giro di tutti i festival più importanti al mondo raccogliendo ovunque consensi di pubblico e critica. Un melodramma di trans regine delle strade in giro per Los Angeles in cerca di vendetta e verità, in sella all’idea di un amore romantico portatore di gioia e salvezza. Il principe azzurro? Un pappone.
Interessante il debutto del giovanissimo Stephen Dunn -26 anni- che in Closet Monster dirige Connor Jessup in una delicata storia di coming of age in sospeso tra introspezione e voglia di fuga. Curioso come il ruolo interpretato da Connor Jessup -un giovane alla scoperta della sua sessualità che finisce, ubriaco e drogato a una festa, per essere praticamente violentato- abbia stringenti similitudini con quello che il giovane attore interpreta anche nella seconda stagione di American Crime. Nel film Isabella Rossellini dà la voce al migliore amico del protagonista: un criceto.
Questo l’elenco dei principali premi assegnati al 30° Festival MIX Milano.
Concorso Lungometraggi: i premi sono stati assegnati dalla giuria composta da: Haydee Borelli, Riccardo Conti, Massimo Cucchiara, Andrea Goffo, Luca Mangione, Teresa Martini, Max Mazza, Fabrizio Meris, Alberto Milazzo, Luca Pacilio e Tommaso Sacchi, assegna i premi:
Miglior Lungometraggio: Barash di Michal Vinik / Israele / 2015 / 83’
Con la seguente motivazione: un film che, grazie a una certa ricerca e attenzione al dettaglio incontra e rappresenta al meglio le nuove generazioni. Unisce ad una narrativa di puro intrattenimento temi forti come il “confine”, interiorizzato o esteriorizzato, e il dialogo con ciò che vive al di là del muro, comunque si percepisca il muro. Pure con qualche facilità e perfino ingenuità registica, il film ci pare possa diventare un punto di riferimento per un’onesta lettura della realtà, in cui la riflessione sull’identità si sposta sempre di più verso il genderfluid, garantendo così una pluralità e complessità narrativa nuova e gravida di spunti futuri.
Menzione Speciale a Jason and Shirley di Stephen Winter / USA 2015 / 79’
Con la seguente motivazione: Per la capacità di raccontare lo sguardo sull’altro con un film low budget eppure attento a ricostruire le trame di un momento cruciale per la storia del cinema sperimentale, ma anche capace di farsi punto di riferimento e pietra miliare nella storia del movimento.
Secondo posto a Le belle saison di Catherine Corsini / Francia 2015 / 105′
Con la seguente motivazione: Una cinematografia di qualità che propone un affresco storico convincente (i movimenti femministi degli anni ’70) su cui si innesta una storia lesbica che, pur giocando con dei clichés narrativi consolidati, riesce a coinvolgere emotivamente e a tratti a stupire con una resa della bellezza dei corpi che è pura seduzione.
Terzo posto a Liebmann di Jules Hermann / Germania 2016 / 82’
Con la seguente motivazione: Un esperimento interessante che a tratti pare aprirsi ad una narrazione puramente filosofica, sostenuto dalla prova attoriale di Godeard Giese degna di menzione.
Concorso Documentari: i premi sono stati assegnati dalla giuria composta da: Mattia Carzaniga, Raffaella, Carlo Griseri e Raffaella Milazzo assegna i premi:
Miglior Documentario a:
Coming out di Alden Peters / USA 2015 / 70’
Con la seguente motivazione: La giuria ha voluto (anche simbolicamente) premiare il più giovane autore in gara per il coraggio di mettere in scena se stesso rendendo il suo coming out privato una storia universale e per la capacità di stimolare la discussione sui temi dell’omofobia e del bullismo con un approccio, sia tecnico che stilistico, istintivo e anche per questo molto efficace.