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Ghostbusters: quando la nostalgia diventa la carta vincente, o quasi. La recensione

Ghostbusters 2016

Ghostbusters 2016Ghostbusters: quando la nostalgia diventa la carta vincente, o quasi.

Prendete un cult generazionale come Ghostbusters (1984), incoronato da un sondaggio dell’American Film Institute come una delle migliori duecento commedie statunitensi, e provate a portarlo nel 2016: è questa la missione impossibile a cui è stato sottoposto Paul Feig, il regista di questo omonimo reboot che riporta i fantasmi tra le strade di Manhattan a distanza di trentadue anni dalla pellicola originale.
Ghostbusters, che approderà nei cinema italiani il 28 luglio, è stato presentato in anteprima per l’Italia al Giffoni Film Festival, giunto quest’anno alla quarantaseiesima edizione.

La storia è ambientata ai tempi di oggi e parla di Abby (Melissa McCarthy, sì, Sookie di Una Mamma Per Amica) ed Erin (Kristen Wiig), due appassionate di scienza e di fenomeni paranormali che, in gioventù, hanno pubblicato un libro sui fantasmi. La loro tesi consiste nell’affermare che i fantasmi esistono, sono presenze tangibili e, soprattutto, reali.
Alcuni anni dopo la pubblicazione del libro, Erin ottiene un prestigioso incarico dalla Columbia University. Quando il libro sugli spettri -dimenticato dai più- ricompare su internet Erin sarà costretta dall’Università a lasciare la cattedra. È a questo punto che Erin decide di riunirsi ad Abby e aprire una ditta di acchiappafantasmi.Ghostbusters 2016 La scelta si rivelerà vincente: Manhattan infatti è invasa da una nuova ondata di spettri e il team, composto anche dall’algida -ma solo all’apparenza- Jillian Holtzmann (Kate McKinnon) e dall’acchiappafantasmi “per caso” Patty (Leslie Jones), sarà costretto a dargli la caccia.
Feig, sceneggiatore e regista di commedie “al femminile” di successo tra le quali Corpi da reato (2013) e Le amiche della sposa (2011), risponde con la scelta vincente di un team tutto al femminile alla valanga di critiche che lo avevano travolto sin dall’annuncio del progetto ispirato all’originale Ghostbusters del 1984. Lo stile del regista, uno dei re delle commedie romantiche -ma al vetriolo- hollywoodiane, è riconoscibile ma non predonima sul “prodotto” Ghostbusters, che si dimostra all’altezza dell’originale in quanto a ironia e al politicamente scorretto, per quanto scorretto possa essere un film vietato ai minori di tredici anni.Ghostbusters 2016Il risultato è un film “estivo” godibile e, tutto sommato, ben scritto. Particolarmente azzeccata risulta la scelta delle attrici, che riescono a ricreare le atmosfere goliardiche e il livello di complicità del cast dei primi due capitoli: il film si regge praticamente sull’alchimia tra le protagoniste e le loro battute, che funzionano e divertono. In questo senso Ghostbusters risulta essere un film involontariamente e fortemente femminista: le quattro donne presentate da Feig non solo costituiscono la colonna portante dell’intera sceneggiatura, ma dimostrano quanto la regola secondo cui un film con un cast di donne non possa arrivare ad un pubblico eterogeneo come quello di un blockbuster sia sbagliata. Stona, purtroppo, la performance di Chris Hemsworth (sì, Thor) che interpreta un segretario biondo e svampito. Quella di Hemsworth è una presenza che sembra volutamente tenuta ai margini della storia, nonostante le potenzialità che l’attore avrebbe potuto mettere a disposizione del film e, soprattutto, di un ruolo che non sembra essere stato scritto nel migliore dei modi.Ghostbusters 2016Ghostbusters che andrebbe visto con gli occhi della nostalgia, come si fa con le foto di una vecchia vacanza o con la maratona di Non è la Rai. Dall’inizio alla fine della pellicola, oltre al già citato cast vincente, a divertire è quasi unicamente la ricerca del piccolo e all’apparenza insignificante particolare che rimanda al film originale. Un piacevole e prolungato “easter egg” per i più nerd. Succede persino con le scenografie, con i costumi, con alcune battute: il brivido che riscatta il film dallo status di semplice reboot è proprio quello della nostalgia. Se questo sia un bene o un male, o più semplicemente una peculiarità di un progetto simile, spetterà al pubblico deciderlo. I primi risultati al botteghino americano per ora già superano le stime della Sony.

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3 Commenti

  • ah, ma allora non era stato cancellato, è ancora in moderazione… prima non lo visualizzava e allora l’ ho riscritto

  • a quanto pare sono stato troppo diretto; va bene, sarò più moderato, ma ribadisco che la comicità demenziale-cartonesca di ‘sto film non c’ entra nulla con l’ umorismo dell’ originale: il colpo nelle parti basse al fantasma gigante, la mccCarthy che vola col flusso protonico, la gemella di slimer con rossetto e parrucca, il peto nella registrazione spiritica ecc. Ora può passare il mio commento? 🙂

  • ma quale nostalgia, ‘sto film ha una comicità demenziale-cartonesca che nulla c’ entra con l’ umorismo dell’ originale: il colpo nelle palle al fantasma gigante, la mccCarthy che vola col flusso protonico, la gemella di slimer con rossetto e parrucca, la scoreggia nella registrazione spiritica… e le altre miriadi di porcate viste nei video. Ma riguardatevi il vero Ghostbusters prima di scrivere!

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