La la land, dal 26 gennaio al cinema il musical di Damien Chazelle, pronto a far incetta di Oscar.
Dopo aver trionfato ai Golden Globen, con 7 premi portati a casa, arriva in sala La La Land, il musical di Damien Chazelle (Whiplash) con Emma Stone e Ryan Gosling, che si ritrovano sul set sei anni dopo Crazy, Stupid, Love (Glenn Ficarra e John Requa).
«C’è un cuore spezzato per ogni luce a Broadway» diceva in Smash (serial TV sottovalutato, da recuperare) Eileen Rand, il personaggio di Anjelica Huston. Lo stesso si può dire per Hollywood, la fabbrica dei sogni. Lui è un pianista che sogna di salvare il jazz, lei sogna di fare l’attrice e odia il jazz. Sulla città le insegne luminose si affollano l’una sull’altra facendo risplendere lo schermo, come nel più classico dei musical.
La La Land è un film meraviglioso che si nutre di cinema. È un omaggio sentito e intelligente ai grandi musical del passato, una vertigine di citazioni che si incastrano come in un puzzle perfetto. Dai coloratissimi Les demoiselles de rochefort, Grease, West side story e Sweet Charity (per le scene tra le ragazze e le coreografie corali) ai grandi classici con Fred Astaire (per i romantici passi a due tra i protagonisti) Singing in the rain, Shall we dance, The band wagon, Broadway melody, ma anche il più recente Moulin Rouge! per il ballo tra le stelle. E poi ancora, Funny Face e Un americano a Parigi per la bellissima sequenza del sogno finale in cui Emma Stone viene virtualmente incoronata, con i palloncini, nuova Audrey Hepburn.Damien Chazelle, già lo aveva dimostrato con il furbissimo Whiplash -che dal Sundance lo aveva portato alla corsa per gli Oscar- è un regista di talento sì, ma anche estremamente colto e accorto, in La La Land riesce a miscelare alla perfezione i temi classici del genere: lui e lei in cerca di fama, A star is born, la strada per il successo lastricata di compromessi e rimpianti, l’amore giovane e la disillusione dell’età adulta. Chazelle rinnova così la sua dichiarazione d’amore per il jazz e il cinema classico sfornando un film che è una vera e propria gioia cinephile.
Nella prima parte La la land colpisce, senza dubbio, per l’estrema qualità del girato: la fotografia sgargiante e nitidissima di Linus Sandgren (American Hustle, Joy) si sposa alla perfezione con i virtuosismi della regia; magistrale, ad esempio, il piano sequenza di quella che un tempo sarebbe stata chiamata “overture”, sulle note di Another Day of Sun. Ma è solo nella seconda parte che il film decolla, riuscendo a raggiungere un equilibrio miracoloso tra coinvolgimento emotivo, slancio romantico e perfezione tecnica. Cede ogni tanto al kitsch (il ballo tra le stelle all’osservatorio, il concerto di John Legend…), ma in maniera veniale.
La colonna sonora segue questo percorso alla perfezione, ottima City of Stars: maliconica e dolente, riporta alla mente quel capolavoro che è Stars, di Janis Ian, cantata da Nina Simone. Tra i momenti più intensi l’audizione finale di Emma Stone con Audition (The Fools Who Dream).
Emma Stone (Birdman, Irrational Man) e Ryan Gosling (Drive, Come un tuono) sul grande schermo sono una coppia perfetta: affiatati, moderni e pieni di talento. Grazie e La la land hanno già vinto entrambi un Golden Globe, lei anche la Coppa Volpi (il film aveva inaugurato l’ultima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia).
>> La la land è l’instant classic che ha tutte le carte in regola per favi sognare a occhi aperti.