Arcimboldo per la prima volta a Roma: guida alla mostra.
Se amate le invenzioni grottesche e visionarie di Arcimboldo, allora non dovete perdervi la mostra ospitata a Palazzo Barberini fino all’11 febbraio 2018.
Infatti, tra la ventina di opere autografe – disegni e dipinti – di Giuseppe Arcimboldi (1526 – 1593), in dialogo con dipinti e copie arcimboldesche, sono riuniti capolavori come le Stagioni, gli Elementi, Il Bibliotecario e il Giurista.
Prestiti di opere importanti che raramente si ripeteranno nel breve termine anche perché, dopo le monografiche internazionali degli ultimi dieci anni dedicate all’artista lombardo, le sue opere sono richieste in tutto il mondo.
Un altro genio italiano valorizzato tardivamente, anche nel nostro paese, come nel caso della mascotte che Milano gli ha dedicato in occasione dell’Expo del 2015 ispirata al celebre Vertumno (anche se il pur simpatico Foody elaborato dalla Disney aveva ben poco a che fare con la divinità etrusca delle quattro stagioni ).
Proprio recentemente, nell’ambito delle celebrazioni dei 150 anni dei rapporti diplomatici tra Giappone e Italia, la mostra di Arcimboldo a Tokio ha registrato un successo clamoroso, oltre ogni aspettativa.
>> Le bizzarrie di Arcimboldo piacciono proprio a tutti, dai critici d’arte fino ai bambini delle scolaresche e forse il segreto risiede proprio nella loro indecifrabilità. Ancor oggi convivono tesi discordanti sui significati reconditi delle sue opere e perfino Sylvia Ferino-Pagden, curatrice della mostra , si mantiene sul vago, fornendo varie chiavi di lettura.
Quale prevale? La vena giocosa basata sulla pareidolia ( niente paura, si tratta solo della tendenza del nostro cervello a vedere sembianze umane o familiari un po’ ovunque per la necessità di catalogarle nelle nostre impalcature mentali) o l’immaterialità che si cela dietro la materia? L’ambiente scherzoso e creativo della sua Milano o quello alchemico della Corte d’Asburgo dove si recherà nel 1562? È stato il più importante antesignano del Dadaismo e del Surrealismo o ha ispirato maggiormente la nascita del nuovo genere autonomo della natura morta con Caravaggio?
Probabilmente Arcimboldo è riuscito a far convergere nella sua arte tutti questi elementi in apparenza differenti se non contrastanti tra loro come parte di un unico, grande disegno. E tutto si può sintetizzare nell’implicito invito dell’artista, a guardare “oltre” anche se probabilmente senza un messaggio concettuale predefinito che ci indichi “cosa”. Ci appare come l’unico punto fermo dal quale partire.
Infatti, se già in precedenza altri artisti si erano dilettati nella composizione di teste composte da figure di oggetti o animali, solo con il pittore milanese assumeranno un registro espressivo che va al di là della giocosa sperimentazione fine a se stessa. Da un lato la resa realistica dei suoi disegni naturalistici influenzerà la nascita della natura morta del più giovane Caravaggio, dall’altro quell’inquietudine suscitata dalla brulicante presenza di innumerevoli oggetti, piante e animali , a formare sembianze umane anche se nei limiti del grottesco, sarà di ispirazione per il Dadaismo e il successivo Surrealismo. Ci muoviamo insomma nell’incertezza più totale e già immaginiamo il sorriso sornione dello stravagante Giuseppe Arcimboldi che doveva tenerci tantissimo a disorientare il suo pubblico. Dimentichiamo dunque la nostra esigenza di classificarlo in una mappa concettuale: ha un suo preciso posto nella Storia dell’Arte proprio per la sua unicità.
LA MOSTRA
L’allestimento , curato e raffinato, si fonde perfettamente con le eleganti sale delle Gallerie Nazionali di Arte Antica del palazzo. Luci soffuse, spade, elmi, medaglie, calici dorati e libri splendidamente illustrati, contestualizzano perfettamente il percorso espositivo della rassegna che si articola in sei sezioni.
>> L’esposizione si apre con l’autoritratto dell’artista come testa composta da carte e si parte subito con gli enigmi: tra le rughe della fronte è mimetizzato il numero 61, la sua età quando eseguì l’opera. Nell’ Autoritratto Cartaceo, Arcimboldo si presenta come scienziato, filosofo e inventore. Questa è del resto una prefazione indispensabile per introdurci nel percorso espositivo.
La sua arte infatti, non spunta dal nulla. È il prodotto più originale e stravagante del fervido clima creativo del ‘500 che, sotto l’influenza di Leonardo, partiva dal felice connubio tra Arte e Scienza. Un eclettismo che porterà l’artista a non limitarsi solo alla pittura ma a diventare anche un abile disegnatore per illustrazioni a scopo scientifico, esperto conoscitore della fisionomia umana sull’onda degli studi di Leonardo, inventore di tornei ludici e coreografo per le feste della Corte d’Asburgo.
La prima sezione ricostruisce felicemente questo clima fertile che aveva a Milano il centro del lusso e delle arti applicate. Oreficerie raffinatissime, armature finemente decorare, oggetti di cristallo, medaglie e ogni sorta di meraviglia arricchivano le collezioni di tutta Europa. In mostra, oltre ad alcuni dipinti di artisti milanesi del tempo, troverete medaglie, preziose coppe e pezzi di armatura. Questa prima parte contestualizza dunque gli inizi della carriera artistica di Arcimboldo, quando, figlio d’Arte , lavorava nella veneranda Fabbrica del Duomo di Milano. In questa sezione troverete esposti due pannelli delle vetrate istoriate che l’artista realizzò per il Duomo di Milano e che raffigurano Santa Caterina d’Alessandria, un meraviglioso arazzo realizzato su disegno di Arcimboldo e le prime teste composte: L’Estate e l’Inverno (1555-1560 circa), tema che verrà approfondito nella sezione successiva.
Con la seconda sezione (la più ricca di capolavori e sulla quale ci soffermeremo di più) ci trasferiamo a Vienna in un anno cruciale per Arcimboldo. Nel 1562 infatti, viene chiamato nella nuova capitale imperiale dove diventa “pittore di sua maestà reale” alle dirette dipendenze dell’arciduca Massimiliano , che diventa imperatore nel 1564. Nella corte asburgica l’artista può liberamente esprimere tutta la sua versatilità artistica : in questa sezione troverete infatti alcuni ritratti di corte attribuiti ad Arcimboldo, disegni di costumi e oggetti per le feste di corte, fino ad arrivare al cuore palpitante della mostra , le famose “teste composte” : il ciclo delle quattro stagioni e quello dei quattro elementi (Terra, Aria, Acqua e Fuoco) dove microcosmo e macrocosmo dialogano armoniosamente tra loro. Sappiamo tutti come funziona il meccanismo: da lontano l’osservatore coglie l’aspetto di un profilo umano (spesso dall’aspetto mostruoso) e solo quando si avvicina rimane impressionato dal brulicare di fiori, frutti, animali, oggetti che dialogano o gareggiano tra loro per trovare il loro “posto al sole” nel dipinto.
Ovviamente ogni elemento non si trova lì per caso o per fini meramente estetici ma contribuisce al significato della rappresentazione complessiva. Un sorprendente connubio tra fantasia e visione icastica di stampo leonardesco dove gli interessi per la fisionomia umana e per la natura si intersecano tra loro. Ad esempio nell’Estate la zucca e i baccelli alludono a vari tipi di muscoli del corpo umano rivelando delle precise conoscenze anatomiche. L’ Acqua e La Terra, composte da numerosissimi animali marini e terrestri, resi con una eccezionale qualità esecutiva, evidenziano gli approfonditi studi naturalistici di Arcimboldo.
>> Per esempio, in alcuni dipinti si rappresentano le novità appena arrivate in Europa come la pannocchia o la melanzana. Se da lontano la creatura mostruosa dall’aspetto viscido che rappresenta l’Acqua provoca quasi un senso di nausea, da vicino la repulsione si trasforma in meraviglia quando si viene rapiti dalle particolarità del groviglio di creature marine e di acqua dolce che lo compongono. Quanto all’Inverno e all’Estate avranno un tale successo che li replicherà più volte nel corso della sua carriera artistica. Infatti, troveremo una versione più tardiva dell’Inverno, in un’altra sezione della mostra.
Nella sezione dedicata agli Studi Naturalistici di Arcimboldo, si approfondisce il tema del profondo interesse dell’epoca per tutte le nuove specie vegetali e animali conosciute in seguito alle nuove scoperte, con un’attenzione quasi morbosa per l’esotico , il selvaggio o il mostruoso. Ad esempio troverete in questa sezione il particolare ritratto di Antonietta Gonzales – affetta da ipertricosi congenita– dipinto da Lavinia Fontana e molti studi naturalistici illustrati con certosina precisione.
Disegni di Arcimboldo si trovano nelle importantissime raccolte di Ulisse Aldovrandi che era il più famoso naturalista della fine del Cinquecento. Dato che i visitatori non possono materialmente sfogliare i numerosi libri esposti in sala, un video permette di vedere i disegni più interessanti. Fanno parte di questa sezione anche le Wunderkammer (letteralmente il termine significa “stanza delle meraviglie”) ossia raccolte eclettiche di oggetti naturali in dialogo con reperti scientifici come ad esempio, il raffinato calice con noce di cocco esposto in sala.
>> Nella sezione dedicata alle Nature Morte e alle Teste Reversibili, grazie all’uso di due specchi potrete divertirvi a vedere come un piatto di arrosto si trasforma in un cuoco e una ciotola di verdure in un ortolano ( rispettivamente L’Ortolano e Il Cuoco di Arcimboldo). Invece, nella sezione dedicata al Bel Composto, sarà il piatto di Francesco Urbini (attribuito) a strapparvi un sorriso: lasciamo a voi scoprirne il motivo! Esposte nella sezione anche stampe di paesaggi antropomorfi ed opere di arte applicata che rappresentano teste composte.
Infine, nell’ultima sezione dedicata alle Pitture “Ridicole” sulla scia del grottesco di Leonardo, potrete ammirare Il Giurista e Il Bibliotecario di Arcimboldo, dove gli oggetti che compongono le due figure hanno una valenza satirica che scoprirete osservandoli da vicino. In particolare la caricatura del Giurista con il suo volto formato da capponi e altri omaggi alimentari vi rimanderà all’Azzeccagarbugli di manzoniana memoria.
Nel 1587, l’Imperatore Rodolfo II accordò al pittore il permesso di far ritorno nella sua Milano purché continuasse a lavorare per lui. Pochi anni dopo, nel 1592, lo nominò Conte Palatino ( un importante e raro titolo nobiliare), un anno prima della morte del suo grande e irripetibile artista di corte.
Seguendo la stessa linea del Museo la mostra è gratuita per gli under 18 .
Arcimboldo – Palazzo Barberini, via delle Quattro Fontane, 13
organizzata dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica e da Mondo Mostre Skira – Catalogo edito da Skira
Martedì, mercoledì, giovedì e domenica: 9.00 – 20.30
Venerdì e sabato: 9.00 – 22.00 – Lunedì: chiuso – Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
Chiusura: lunedì, 25 dicembre, 1° gennaio
Informazioni su biglietti e riduzioni sul sito ufficiale delle mostra: arcimboldoroma.it