Hartung ritorna al centro del mercato: dopo anni di assopimento, i dealer internazionali hanno riacceso l’interesse per le sue liriche astrazioni gestuali
Ritorna al centro dell’interesse del mercato Hans Hartung. A testimoniarlo ben due esposizioni in contemporanea da Nahmad Contemporary e Perrotin, tra le principali gallerie di New York. Entrambe hanno dedicato in questi mesi un ampio solo show all’evoluzione nei vari anni della pratica astratta e informale del maestro tedesco/francese.
Questo ritorno di interesse è sbocciato nell’ultimo periodo anche in Italia. La Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia, ad esempio, gli ha dedicato una esposizione lo scorso settembre. Non solo mostre: nell’ultima edizione di Arte Fiera a Bologna (2-5 febbraio 2018), più di uno stand esponeva i suoi lavori (fra questi ricordiamo le straordinarie opere presentata da Tornabuoni, Delluppi arte o Eidos Immagini Contemporanee)
Ma che cosa è successo? Come si risveglia l’interesse del mercato dopo decenni di assopimento?
In gioco devono entrare i grandi dealer internazionali, con forti possibilità economiche e una vasta visibilità capace di rivoluzionarne l’intero mercato: nomi come Perrotin o Nahmad hanno infatti contribuito sicuramente ad aumentare la consapevolezza sull’artista e ad aprire gli occhi di collezionisti di tutto il mondo sul valore della sua opera.
Per ora le performance di Hartung si confermano in costante crescita: secondo il database di Artnet il suo valore nei lotti offerti in asta è aumentato del 14% negli ultimi 5 anni.
Proprio Joe Nahamad spiegava su artnet news «Hartung era molto forte negli anni ’80, ma poi la domanda si è assopita ed è rimasta dormiente per un lungo periodo». In particolare in seguito alla morte dell’artista nel 1989, che ha coinciso con una interruzione del suo mercato.
Le astrazioni gestuali di Hartung e dei suoi contemporanei sono ritornate di moda intorno alla metà degli anni Novanta/Duemila, il suo mercato ha iniziato a riprendersi e il suo culmine l’ha raggiunto nuovamente solo nel 2014. Infatti in quegli anni, come ha osservato l’art advisor parigino Laurence Dreyfus, l’interesse dei collezionisti per le nuove astrazioni dei giovani “Zombie Formalist” iniziava a sfumare e tornava a rivolgersi piuttosto ad artisti più solidi e storicizzati, pionieri delle vere astrazioni segniche/ espressionistiche.
Infatti, racconta anche Pascal de Sarthe, dealer francese di base a Hong Kong, che man mano che i gusti dei nuovi collezionisti si affinavano, questi avevano iniziato a chiedersi perchè stessero collezionando lavori astratti sovrastimati di nuovi artisti contemporanei (che tra l’altro copiavano perlopiù quanto già fatto una cinquantina di anni prima), piuttosto che partire dalle basi dell’astrazione gestuale. Iniziarono così ad accorgersi che potevano acquistare, per prezzi nettamente inferiori, la maggior parte dei lavori astratti pionieristici di un maestro come Hartung, ancora degli anni ’50.
L’altro momento di vera svolta nel mercato dell’artista è stato però nell’aprile scorso, quando il gallerista francese Emmanuel Perrotin ha siglato l’accordo per assicurarsi di rappresentarlo a livello internazionale: nell’edizione di Art Basel di giugno 2017 aveva infatti presentato, in collaborazione con Simon Lee, una memorabile esposizione su due piani dei maggiori capolavori di Hartung, a cui fa seguito ora l’altra grande mostra in corso nello spazio di New York fino al 18 febbraio.
In mostra anche qui, sui due piani nella galleria vicino Bowery Street e al New Museum, un’ampia prospettiva sull’opera e l’evoluzione dell’artista, una costante tempesta gestuale e segnica prorompente sempre a metà fra spontaneità del gesto intuitivo e libero e il controllo razionale del segno e delle scelte cromatiche. Nonostante l’apparente semplicità di alcuni suoi lavori, infatti, essi sono sempre il risultato di un complesso intreccio amorfo di segni e strati prodotti dall’artista direttamente e indirettamente con rapidi gesti, in una “continua correzione di ciò che è fatto di fretta“.
Il singolare universo pittorico di Hartung è come un processo alchemico di forze e istinti che si muovono in una dialettica costante fra romanticismo e razionalismo tedesco delle sue origini, e la sua naturalizzazione francese con la guerra. “A costante storm: Works from 1922 to 1989″, curata da Matthieu Poitier, permette di vedere fino alla prossima settimana lavori ormai più che rari e introvabili degli anni ’20/’30 in cui si nota ancora il gesto segnico virtuoso e un lirismo vibrante di vitalismo, fino alle potenti soluzioni coloristico/gestuali del trauma post guerra, di quelli oggi più ricercati degli anni ’40/’50. Le opere sono presentate in rigoroso ordine cronologico per offrire un excursus quanto più esaustivo sull’evoluzione del segno di Hartung, e provengono tutte da importanti prestiti sia dalla Fondazione Hartung-Bergman di Antibes, sia da importanti istituzioni statunitensi come il MOMA di NY e la Albright-Knox Art Gallery (Buffalo).
Rimane da vedere se anche questo “ritorno di fiamma” da parte del collezionismo internazionale per questo artista darà prova di sostenibilità e continuerà a crescere, o se si fermerà nel tempo non appena si abbasserà la luce dei riflettori di così tante mostre sulle sue opere.
Lo stesso Dreyfus si dice dubbioso sulle prospettive di eterno successo, ritenendo che Hartung non sia un artista che ha segnato una vera rottura nella storia dell’arte. Tuttavia gli interessi ormai in gioco, osserva, sono molto alti, e gli attori coinvolti hanno tutte le risorse e possibilità per continuare a trainarne il mercato.
PERROTIN GALLERY, New York
HANS HARTUNG – A CONSTANT STORM. WORKS FROM 1922 TO 1989 – SOLO SHOW, CURATED BY MATTHIEU POIRIER
12 Gennaio – 18 Febbraio
www.perrotin.com
NAHMAD CONTEMPORARY, New York
HANS HARTUNG
12 Gennaio- 17 Marzo 2018
www.nahmadcontemporary.com