Inaugura il nuovo anno della GAMeC di Bergamo. Progettualità e innovazione rappresentano l’impronta che il museo bergamasco intende calcare, proponendo una vasta offerta artistica e la realizzazione di programmi a lungo termine.
Periodo cruciale per la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo. L’atmosfera di entusiasmo e rinnovamento attorno al nuovo corso artistico-gestionale termometro degli ottimi presupposti su cui si fonda. Simbolo di questa fresca rivoluzione è il nuovo direttore della Galleria Lorenzo Giusti, che ne racchiude l’essenza nell’acuto gioco di parole “presunto presente”. Un presente che per la GAMeC non prende la forma di un’idea precisa, ma di un desiderio volto a coniugare ciò che è stato con ciò che sarà.
Il dialogo dialettico e fecondo fra passato e futuro rappresenta il filo rosso che lega la dimensione artistica a quella gestionale. Poggiando su fondamenta solide, rappresentate dalla collezione permanente e dall’importanza all’interno del sistema cittadino, il museo guarda avanti seguendo una linea strategica fondata sull’inclusione e la novità. In un contesto sempre più mutevole ed incerto il museo vorrebbe farsi portavoce delle istanze di ogni cittadino, proprio come afferma l’assessore alla cultura della città di Bergamo: “L’arte contemporanea funge da specchio della contemporaneità. La GAMeC sarà un luogo di dialogo e riflessione”.
L’istituzione vive dunque ora in uno strano interregno, i cui contorni vengono definiti giorno dopo giorno. Assecondando il cambiamento culturale che la città di Bergamo si trova a vivere, da città industriale a città votata al turismo, la GAMeC si propone di diventare punto di riferimento e motore trainante di questo movimento. Sono da leggere in quest’ottica le operazioni che porteranno alla creazione di un polo artistico cittadino, composto, oltre che dalla GAMeC, dalla vicina Accademia Carrara e dal Palazzo della Ragione. Quest’ultimo in particolare andrebbe ad arricchire le possibilità espositive e intensificherebbe il collegamento con la città alta. Il rafforzamento delle interconnessioni cittadine volge alla definizione di una propria specifica identità, capace di attirare e rappresentare i valori che la galleria e la città desiderano esprimere. Valorizzazione delle collezioni, vocazione alla ricerca, attenzione al dialogo tra le discipline, sostegno ai talenti artistici e curatoriali emergenti, internazionalità. Dunque collaborazione come ispirazione ed opportunità.
“La GAMeC rappresenta un’istituzione dalla forte vocazione sperimentale, audace per scelta e inclusiva per attitudine, innovativa nel suo essere libera, partecipativa e collaborativa.” (Lorenzo Giusti, direttore GAMeC)
Le istanze sopracitate trovano perfetta sintesi nella proposta estiva, che vede come primo progetto la mostra dedicata a Gary Kuehn, Il diletto del praticante. Dall’8 giugno al 26 agosto allo scultore americano verrà dedicata la prima personale in Italia, mostra dedicata a ripercorrere il percorso dell’artista associato al Post-minimalismo e all’arte processuale. Le 70 opere tra sculture, disegni, dipinti ed installazioni saranno suddivise tra la Galleria e lo storico Palazzo della Ragione. La soggettiva specificità del linguaggio astratto incontreranno il rigore asciutto dell’approccio minimalista in un’esibizione che promette numerosi spunti di riflessione.
A questa seguirà la mostra Enchanted Bodies / Fetish for Freedom, dedicata ai lavori di 16 artisti accomunati dal caratteristica di vivere lontani dal loro paese d’origine. Centrale la tematica dello straniero portatore di una cultura differente, ma proprio per questo stimolante e creativa. Parteciperanno all’esibizione artisti come Abbas Akhavan, Tania Bruguera e Haegue Yang.
Anche l’autunno sarà caratterizzato da tutta la carica innovativa che la direzione vuole imprimere nella nuova gestione. Partirà infatti in ottobre un ambizioso progetto triennale che vedrà una serie di mostre indagare il tema della materia, attraverso un discorso trasversale che coinvolga suggestioni scientifiche, tecnologiche ed estetiche. L’idea è quella di saldare il legame con il visitatore, proponendo una riflessione ampia che lo conduca a stringere una relazione duratura con il museo. Black Hole. Arte e matericità tra infome ed invisibile (dal 5 ottobre 2017 al 6 gennaio 2019) è la prima mostra di questo ciclo, che introdurrà il concetto di materia come sostanza primordiale costituente del tutto. A dialogare saranno artisti di diversa epoca e provenienza, garantendo uno sguardo ampio e diversificato all’indagine.
Non solo mostre ma anche progetti fuori sede, laboratori, corsi ed eventi collaterali riempiranno il fitto calendario della GAMeC (Public Program, Bergamo Film Meeting, Artdate solo per citarne alcuni), che da quest’anno si arricchisce di una nuova veste grafica. Nell’ottica di creare una rinnovata e più solida corporate identity, il logo e il brand sono stati ridisegnati e il loro stile applicato a tutte le attività comunicative della Galleria. Questo consiste in una sovralineatura che accompagna tutta la tipografia interrompendosi in corrispondenza della “e” minuscola di GAMeC. Il motivo grafico andrà poi a ripetersi in prossimità di tutte le “e” presente nei testi ufficiali. L’accento viene posto dunque sulla “e”, che oltre a rappresentare l’anello di congiunzione fra moderno e contemporaneo di cui il museo si fa di entrambi portavoce, si ricollega a quel “presunto presente” implicito motto del nuovo corso. “e” diventa la soglia, l’anticamera che introduce a quel futuro indefinito ma carico di speranze verso cui la Galleria vuole rivolgere il suo sguardo.
Per il programma completo e ulteriori informazioni, consultare il sito ufficiale della Galleria.