Natura primordiale. Natura creatrice. Natura trasposta e tradotta in pittura (e scultura) da Giovanni Frangi (Milano, 1959) nella spettacolare cornice di Villa Carlotta sul lago di Como. Un fertile e fecondo dialogo con le architetture e i terrazzamenti all’italiana del parco della dimora tardo seicentesca. Punto di partenza: Urpflanze, che dà il titolo alla mostra, il concetto di pianta originaria elaborato da Goethe due secoli fa. Al centro: la natura, punto fisso da sempre della produzione di Frangi. Una Madre da indagare in tutte le sue declinazioni, dalla natura originaria e artefice di ogni cosa, alla natura salvifica che si tutela e riproduce, fino a quella più invasiva e incontrollabile. Selvaggia. La maestosa eleganza della Villa a Tremezzina (Como) accoglie l’ultima raffinata “perfomance” dell’artista milanese: un serrato dialogo espositivo costante tra interno ed esterno, tra uomo e natura, tra le sale e il giardino botanico. Fino al 17 giugno, a cura di Paolo Vanoli.
Nelle sale espositive del primo piano, dedicate ad un’antologia del lavoro precedente dell’artista, sono presentati i dipinti su tela dedicati al mondo vegetale, iniziando da Selvatico nella prima, dove da subito il rapporto con il mondo esterno è evidente grazie alle finestre spalancate dalle quali la luce e una leggera brezza entrano direttamente in contatto con le opere. Si prosegue, poi, passando per Ansedonia, teloni dipinti nei quali viene toccato il tema del rapporto con il bosco, ricorrente nell’opera di Frangi, che in questo contesto crea un rimando al bosco dei rododendri arborei presente nel parco della villa. Non possono poi mancare, i grandi dipinti delle Ninfee, il ciclo Alles ist Blatt e infine Pasadena.
Al secondo piano una macchina, “sorella maggiore e un po’ eccentrica del cannocchiale a monetine” permette al visitatore di guardare il paesaggio lacustre attraverso l’occhio analitico dell’artista. Una seconda installazione, questa volta del tutto inedita, ci presenta la vita segreta delle piante tramite una serie di piccole sculture astratte in resina e gesso dipinte e posizionate su sgabelli, come se ci trovassimo di fronte a un’esposizione di fossili riesumati dagli abissi.
Durante il percorso finale di visita al giardino botanico le cinque installazioni esterne si presentano al visitatore, come affermato dallo stesso Frangi, come fossero reperti archeologici delle sue mostre. Una sola, Liane, non si mostra come tale perché concepita site specific dall’artista immediatamente dopo il primo sopralluogo, avendo notato con stupore il “cadavere” di una douglasia (abete americano) secolare sdraiata sul prato. Per questo motivo ha voluto renderle omaggio avvolgendola con spirali di tela colorati, dandole così una nuova vita.
Informazioni utili
Urpflanze – Giovanni Frangi
Villa Carlotta (Tremezzina, Como)
dal 24 marzo al 17 giugno 2018
a cura di Paolo Vanoli
http://villacarlotta.it/home.php?lang_id=1
