I due sono apparsi più affiatati che mai alla presentazione della grande retrospettiva europea dedicata alla regina della Performance Art. Foto e video trailer della mostra (in lingua originale).
In attesa della grande mostra che Firenze ospiterà in autunno, è la Bundeskunsthalle di Bonn a dedicare la grande retrospettiva europea a Marina Abramović (Belgrado, 1946) . E’molto interessante studiare gli sviluppi di questa mostra perché alcuni (forse molti) aspetti potrebbero ripetersi in quella che a settembre aprirà i battenti a Palazzo Strozzi. Firenze infatti , viene citata a margine del comunicato stampa della rassegna ospitata in Germania .
The cleaner – questo il titolo della mostra già inaugurata a Stoccolma lo scorso anno – ripercorre i 50 anni di carriera della ”Grandmother of Performance Art‘ ( come ama definirsi l’artista ) e offre una visione completa di tutti gli aspetti della sua opera. Il suo rapporto con Ulay è una parte fondamentale di tutta la sua vicenda personale e artistica.
” The Cleaner è più di una semplice mostra, è un ‘esperienza immersiva e onnicomprensiva di grande significato storico artistico”
ha affermato Rein Wolfs, direttore della Bundeskunsthalle.
Tuttavia, il giorno della presentazione , tutte le attenzioni erano rivolte alla coppia Abramović – Ulay più che ai contenuti della rassegna. Il “tira e molla” mediatico tra i due infatti, assume sempre di più la connotazione di una saga Beautiful style. Ecco dunque che dopo l’addio nel 1988, il commovente ( e virale) incontro alla retrospettiva dedicata all’artista serba al MoMA nel 2010 , la causa giudiziara tra i due per una questione di soldi del 2016 e, infine, l’incontro al Louisiana Museum dello scorso anno, i due sono apparsi più affiatati che mai all’inaugurazione della mostra a Bonn.
Marina e Ulay hanno mandato in visibilio i fotografi con sorrisi, ammiccamenti e perfino una posa che rievoca il loro celebre tango di 96 minuti della performance Similiar Illusion (1981). A questo punto è lecito attendersi la prossima puntata della saga ambientata proprio nella bella e romantica Firenze.
Tornando alla retrospettiva, come abbiamo già accennato, ripercorrerà l’intera carriera artistica della controversa performer , attraverso Film, fotografie, dipinti, disegni, sculture, installazioni e materiale d’archivio. Una mostra cronologica ma che tocca temi ben precisi, in particolare quella ricerca di purificazione , di catarsi – attraverso il fuoco, il dolore, le urla, l’acqua, il sapone, i minerali ,il tempo, il silenzio, la trasformazione – che rappresenta una costante quasi ossessiva nei lavori dell’artista serba. La memoria, la perdita, la resistenza e la fiducia sono altri concetti chiave affrontati nel percorso espositivo.
Si parte dai primissimi lavori quando, studentessa presso l’Accademia di Belle Arti di Belgrado, oltre le nature morte dipingeva anche incidenti stradali e urti frontali di camion che si scambiavano l’ energia durante la collisione.
Insomma, fin dai suoi primissimi lavori figurativi era chiaro l’interesse per l’immaterialità. Da quell’esigenza di spiritualità a usare il suo corpo come un’opera d’arte il passo è stato breve. Si inserisce nella scena sperimentale degli anni ’60 e ’70 , anche se la sua prima vera performance in pubblico – Rhythm 10 – è del 1973.
Nella sua incessante ricerca di liberazione del corpo e della mente, l’incontro decisivo con Ulay ( 1943) nel 1975. Il trasferimento ad Amsterdam e l’inizio di un sodalizio artistico e di un’amore senza limiti, che durerà 12 anni. La rassegna però si occuperà anche delle successive performance dell’Abramović che si caratterizzeranno soprattutto per la lunga durata del tempo come in The House with the Ocean View del 2012 dove è rimasta per 12 giorni e notti in tre stanze collegate e sospese senza mangiare e dove tutti potevano spiare quello che faceva (inclusa la doccia o andare al bagno).
Il punto forte della mostra però sono le riedizioni dal vivo delle celebri performance dell’artista per mezzo di altri performer– esecutori. Non mancheranno quindi nudi o scene inquietanti (così come nelle fotografie e nei video delle performance originali) tanto che gli adolescenti di età inferiore ai 16 anni di età sono ammessi solo in compagnia dei loro genitori. Potreste trovarvi , per esempio, a dover passare di lato tra due corpi nudi come tra Marina e Ulay in Imponderabilia.
Non solo. Sono previsti anche degli esercizi partecipativi per il pubblico secondo il cosiddetto ‘Metodo Abramović . Per esempio, i visitatori sono invitati a sedersi l’uno di fronte all’altro a due a due e a guardarsi negli occhi , proprio come nella ormai celeberrima scena al MoMA tra Marina e Ulay .
La mostra, curata da Susanne Kleine , sarà visitabile dal 20 aprile al 12 agosto 2018.
Informazioni : www.bundeskunsthalle.de
Video Trailer (in tedesco)