Roma torna indietro di almeno quarant’anni.

Agli anni delle Dolce Vita, di Fellini, gli anni ’60. Dei fotografi che correvano su e giù fra Via veneto e Via Condotti.
Marina Cicogna è figlia di quegli anni e, oltre al cinema, ha una passione: fotografare le persone che le sono vicine, quelle a cui è legata. Così, dopo Parigi, ecco la vita privata di Marina Cicogna, quella che teneva custodita nei cassetti esposta splendidamente in una scenografia appositamente creata da Dante Ferretti; le sue foto in bianco e nero trovano posto in sale sature di bianco, in teche nere, chiuse ancora nella splendisa cornice di una Villa Medici assolata di un’estate romana.
Per un momento, è come essere in un film di Fellini.

Marina fotografa tantissime persone, dagli esponenti della famiglia di banchieri più nota al mondo, i Rothschild, agli Onassis, agli Agnelli, spiegando, in poche righe scritte a mano, ogni foto. Un aneddoto, un legame, una particolarità della persona ritratta.
I soggetti diventano veri, più umani, lontani da quell’aura che sta intorno alle persone che spesso appaiono sui giornali per i più svariati motivi, la passione di Marina Cicogna per il cinema (è la nipote del Conte Volpi, fondatore del Festival del Cinema di Venezia)

Bellissimi e intimi i ritratti femminili: dalla sua cara amica Silvana Mangano (“Quella che mi manca di più”, come dice la stessa Marina in conferenza stampa) alla bella Thalita Getty, una stupita Monica Vitti, Gina Lollobrigida e Tina Onassis “una Donna-Bambina”.
Tutte sorridenti, ritratte con un foulard sulla testa o perfette nelle feste mondane.
Un tuffo nella vita in Italia prima della cesoia del 1968, nella vita di una donna elegante e silenziosa, che si mostra per quello che è, senza chiedere troppe attenzioni e in punta di piedi in un mondo, quello della fotografia, a cui non sente di appartenere.
L’arte invece è tutta qui, in ritratti rubati, personalissimi, presentati con eleganza e sobrietà.

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