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Sebastião Salgado: inter homines esse

Sebastião-Salgado
di Andrea Lombardo
Sebastião Salgado è un fotografo: sa raccontare bene le storie che ha conosciuto.
Sebastião Salgado ha studiato economia: lo scrive nelle sue foto. Dopo una missione in Africa sceglie la fotografia e nel 1973 realizza un reportage sulla siccità del Sahel, poi un lavoro sulle condizioni di vita dei lavoratori immigrati in Europa, e nel 1983 con “Altre Americhe” realizza un affresco sulla vita e le condizioni di lavoro dei contadini.
“Terra”, la serie che Vuedu Factory presenta a Palermo, è una ricerca condotta da Salgado nel 1996 tra i sobborghi di San Paolo in Brasile. È una ricerca e come tale scalza la terra e la polvere dell’indifferenza, solleva il velo di ignoranza e di oblio che circonda uomini, donne e bambini che muovono i loro passi tra il degrado e il nulla.
Delle fotografie in mostra, raccolte sotto il titolo “Terra”, colpisce la naturalezza degli eventi. Anche una discarica a cielo aperto diventa un luogo naturale in cui uomini, bambini, cani e corvi si aggirano come in una spiaggia.
A guardar bene riconosci una figura inerte che sembra governare i movimenti degli altri, una sorta di capo a cui pagare per quello che si è trovato o per poter avere il diritto di cercare un pizzico di miseria, che può diventare ricchezza. Straziante.
Si seppellisce una donna, un abito bianco la avvolge e niente più, tra poco la terra la inghiottirà senza una bara. Uomini alti, forti, muscolosi e nudi si scontrano contro uomini in divisa e armati: il niente e il poco più di qualcosa che si fronteggiano.
A difendere la vita degli ultimi solo Gesù, il cui volto trova spazio sui muri di casa, di povere case. E c’è chi trova il tempo di mettersi in posa, con gli attrezzi usati per il lavoro, per una foto che fa il verso a quelle di modelli muscolosi e abbronzati che posano per un paio di mutande!
La fotografia diventa strumento per raccontare di uomini che non abbandonano le campagne per trasferirsi in città cercando di realizzare il sogno di una vita migliore, o meglio di vivere la vita. I protagonisti delle foto sono membri di comunità che hanno scoperto che restare legati alla terra, lottare e resistere è la loro possibilità di vita.
I “Senza Terra” delle foto non godono di nessuna protezione o dell’appoggio delle organizzazioni non governative o delle Nazioni Unite, scrive Sebastião Salgado, e le scuole nascono per loro volontà, mentre subiscono la violenza dei grandi proprietari e della polizia. Lottare per la terra diventa una lotta per la dignità del popolo brasiliano.
Le persone immortalate nelle fotografie non sono miserabili, continua Salgado, ma individui con meno risorse, meno beni materiali: miserabile è invece, a suo giudizio, chi non fa più parte di una comunità, parole che ricordano quelle di Hannah Arendt quando, nelle prime pagine di “Vita Activa”, richiama la concezione della vita dei romani per i quali vivere corrispondeva ad “inter homines esse” (essere tra gli uomini).

Nelle foto c’è la folla, c’è la comunità in marcia che apre cancelli, ci sono roncole e rastrelli sui bastoni, immagine di una libertà fragile, perché può franare d’un colpo sotto il peso della disperazione, e c’è la speranza di una bambina che studia, che può imparare a leggere e scrivere, che può decidere cosa fare del proprio destino e scegliere il suo percorso di vita, senza che altri scelgano per lei. Una fotografia che può essere icona di libertà.

Sebastião-Salgado
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Terra
Sebastião Salgado
Dal 9 ottobre al 9 novembre 2009
Vuedu Factory, via Sperlinga n. 32, Palermo
orari apertura: lunedì 16:30/20:00 – da martedì a sabato 9:00/13:00 e 16:30/20:00
ingresso: libero
curatore: Daniela Vinciguerra e Antonella Sgrò
web: www.vuedu.info
e-mail: vuedu@yahoo.it
tel. +39.091.331943
Le foto in mostra sono in vendita per sostenere il movimento dei “Trabaldhores Rurais Sem Terra”, i contadini senza terra.

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