Si è conclusa ieri a Milano la quarta edizione di MINT: intensa la partecipazione del pubblico e interessanti le vendite
12.000 visitatori in quattro giorni per la quarta edizione di MINT: lo stesso numero dell’anno scorso, ma con un giorno in meno di apertura, segnando quindi un incremento del 30%. Il successo di MINT Milano International Antiques and Modern Art Fair è confermato dall’ampia partecipazione di addetti ai lavori, collezionisti, giornalisti, critici d’arte, che aderiscono allo spirito della manifestazione e cioè il confronto e il dialogo tra antico e contemporaneo e dalla soddisfazione dei 37 Espositori per i risultati delle vendite.
Grande apprezzamento sia per la nuova collocazione della mostra nel cuore del “DistrettoPalestro”, da percepire come un vero e proprio giardino dell’arte, che per la nuova iniziativa MINT Experience, promossa e realizzata in collaborazione con il Comune di Milano – Cultura che presenta a Villa Reale e al PAC sette installazioni ideate dagli Espositori in modo originale, mettendo a confronto opere d’arte di epoche e stili diversi nell’ambito di suggestioni tematiche in modo da realizzare veri e propri teatri dell’arte, che sono stati parte integrante del percorso di MINT. A questi sono collegati i MINT Match, incontri, vivaci ed imprevedibili, con galleristi ed esperti del mondo dell’arte che si sono svolti nella lounge della mostra.
Il catalogo di MINT è stato realizzato in collaborazione con MF – Milano Finanza.
Partner di MINT 2009 sono stati: BNL-Gruppo BNP Paribas, Roma; Fidanzia Sistemi, Bari; Alcantara, Milano; Io – Insurance Outfitter, Milano.
Prossimo appuntamento a Roma dal14 al 16 maggio 2010 per la terza edizione di ROMA – The Road to Contemporary Art.
Organizzazione
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Incatramata da un fastidioso malessere alla rotula destra, scontando la breve passeggiata sul red carpet di MINT poche ore prima (peraltro priva di sostegno alcolico approntato solo per gli happy many della seguente vernice), mi sciorino sul divano di casa davanti al televisore acceso su uno dei programmi che, oggigiorno, va per la maggiore.
MINT è così: una manifestazione che riesce una puntata sì e una meno, ma, infine, sempre di questo si parla (di musica, di voci, di talento), di arte, di artisti, di talento. Il problema, come in RAI, è che i registi non fanno davvero bene il proprio mestiere e, laddove l’ex tubo catodico riesce a sopperire con ospiti a sorpresa e guizzi interpretativi, quaggiù – nel mondo reale, quello che non prevede repliche e dove si cerca un pubblico elitario e compratore – è buona solo la prima. E non c’è la direzione di Antonello Falqui, purtroppo, che salva qualunque ripresa (oggi neanche in TV, per la verità…).
Non debordante il pubblico della pre-vernice, ma soprattutto poca “regia” che imporrebbe più personalità, più compratori, prima del momento in cui, si sa, nessuno è lì veramente per vedere, quanto piuttosto per farsi vedere. Un punto negativo per l’organizzazione che comprime gli ottimi sforzi delle gallerie, le quali, invece, mostrano perlopiù proposte di qualità, anche se profondamente differenti dal passato.
Mancano gli arredi antichi, l’antiquariato di sostanza, i grandi tappeti, il grande mobilier, le arti decorative di alto bordo (gli argenti, le lacche, le ceramiche d’alta epoca…); abbondano i pezzi esotici, singolari, da wunderkammern, quasi l’oggetto d’arte oggi sia identificato davvero con il superfluo, il lusso, l’appagamento estetico di un particolare da inserire in ambienti ormai privi di connotati “storici”. I prezzi sono generalmente molto, forse troppo, sostenuti (prima della contrattazione, salvo qualche ottima sorpresa soprattutto nell’antico).
L’antico la fa da padrone, con pezzi accuratamente scelti per non scoraggiare il compratore e tranquillizzarlo, mentre il settore del contemporaneo è qui leggermente “schiacciato” dalla presenza preponderante della classicità.
L’arte moderna entra con il nome più rappresentativo a Milano di Claudia Gian Ferrari che, oltre alla consueta accurata scelta di capolavori del ‘900 (soprattutto Sironi, Leoncillo e mobili di firma), propone il nuovo con artisti più recenti: due deliziose stampe lenticolari di Luigi Ontani del 2005 e un “Man from Gibellina” che deride il passante di FilippoLa Vaccara.
Da Michela Cattai, fa bella mostra di sé un pezzo molto convincente di Angelo Savelli del 1983, un artista che dovrebbe meritare allori ben più robusti di quanto gli riserva l’incolto pubblico italiano del genere, e un rutilante collage di Conrad Marca-Relli del 1960.
La galleria Scuola Romana di Roma offre l’esemplare forse più interessante del comparto: una grande carta intelata di Turcato del 1947 della serie delle rovine di Varsavia, un vero capolavoro che, a un prezzo decisamente da contrattare ma congruente con la qualità, potrebbe invogliare un collezionista sapiente e fuori dalle mode (come a dire: merce rara, ma ancora in vita).
Lo Studio Gariboldi & C. di Milano presenta un’altra, ancor più bella del precedente segnalato, tecnica mista di Marca-Relli, “The Seeker”, e un concetto spaziale, una natura, di Fontana definita icasticamente – e correttamente – “buchi su vetro” della collezione milanese di Cardazzo.
E mentre Robilant e Voena (padroni di casa) si attrezzano ancora per presentare la brillante serie à la page dei “Chinese Paintings” di Julian Schnabel, che prese le mosse da un’affascinante opera di contaminazione dei generi e dei tempi qualche mese fa presso il Museo di Capodimonte, alcuni collezionisti più agée e più attenti osservano con cupidigia nel medesimo stand un davvero bellissimo Morandi del 1959, il Vitali 1140 (da comprare subito!) uscito fresco fresco dalla nobile collezione da cui non si era mai mosso dopo l’acquisto direttamente dall’artista.
Per il contemporaneo “spinto” si offrono al pubblico le importanti gallerie Poggiali & Forconi di Firenze, un poco monotona nelle proposte che evidentemente, però, continuano a dare frutti interessanti, ma con un guizzo di novità nei piccoli cartoni di Luca Pignatelli astutamente “sironeggiante” in attesa di nuove medaglie; la Changing Role – More Over Gallery di Napoli e Roma presenta invece imponenti c-print di Année Olofsson, di grande misura e perfettamente calibrati al contesto circostante; mentre la For Gallery di Firenze offre le magnifiche di vedute palazzi storici italiani ritratti dall’elegante mano di Massimo Listri, riconquistato al protagonismo e svincolato dalle fotografie “su commissione” (ottima la grande immagine composita del gabinetto dei disegni e delle stampe degli Uffizi).
Davvero innovativa la Galleria Gomiero di Milano, dove bucano la scena due vasi da barocco psicheledico troneggianti su rispettive consoles di Giuseppe Ducrot, artista romano poco più che quarantenne dal cognome impegnativo, alle prese (con successo) con i fantasmi dei fasti della sua città.
Fra le arti decorative del ‘900 (come si è detto, colpevolmente poco rappresentate), segnalo un bellissimo vaso polilobato su basso piede in lustro rosso e interno dorato di Melandri alla galleria Pegaso di Milano, e, ancora da Michela Cattai, un raro vetro di Venini, un “pezzato” di Fulvio Bianconi dell’inizio degli anni ’50 (ne restano pochi, di davvero buoni).
Pochi anche gli stand dell’antiquariato – e forse non convintissimi di ciò che si deve mostrare in una così composita fiera d’arte -: fra questi acquisterei il gruppo di sei sedie Direttorio, direi, lucchese in laccatura avorio e dorature con cartelle ad arco e faretra da vero erede bonapartiano presentate con consumata nonchalance da Bacarelli Antichità di Firenze.
A MINT non manca mai una nutrita rappresentanza di gallerie d’arte estremo-orientale che sostengono proprio quella richiesta di esotismo (e decorativismo orribilmente noto con il termine “etnico-tribale”) del tutto nuova per noi Italiani non adusi al genere. Ma è arte e non decorazione, come mostra ai massimi livelli Renzo Freschi di Milano, innamorato come molti dovrebbero essere dell’arte del Gandhara così in sintonia con le vestigia ellenistiche che invece conosciamo assai meglio. Una testa maschile da “parco bomarziano” del IV secolo esemplifica eccellentemente il livello di straordinaria modernità del settore.
Da Giuseppe Piva vale la pena di fermarsi per osservare con attenzione anche la produzione di artisti giapponesi contemporanei del tutto a proprio agio in un contesto antico: notevole è la piccola scultura “Polpo e aragosta” del 2008 di Saratami Tomizo che si rifà alle migliori prove della bronzistica Edo; bellissimi i vasi battuti, incisi o velati di Ohira Yoichi, tutti prodotti a Murano alla fine del secolo scorso perlopiù con mastri veréri dell’antica fornace Barbini.
Nella pittura, a ritroso nel tempo, cattura l’occhio il piccolo ma vivacissimo quadretto dell’orientalista Alberto Pasini, una “Sosta di cavaliere” del 1881, offerto, fra altre opere pregevoli, da un gigante dell’Ottocento, la ligure (convertita al lombardo) galleria Enrico.
Infine, grande protagonista è l’antico, settore in auspicabile crescita, dato il relativo contenimento dei prezzi (rispetto all’arte del XX e XXI secolo) e la straordinaria qualità ancora garantita dai mercanti di alto livello.
Così la galleria W. Apolloni di Roma scandisce le pareti del proprio stand con disegni di gran levatura, fra cui emerge una serie notevolissima di Luigi Sabatelli (1772-1850) con un “Combattimento” da togliere il fiato (anche per il costo, ma ne varrebbe la pena!) e due strepitose teorie di Apostoli dai volti quasi futuristi.
Bibliopathos di Verona espone un inedito (per l’attribuzione recente dovuta al Professor Ugo Ruggeri a seguito di un’accurata pulizia della tela che ne disvelò la sigla GCPF) di Giulio Cesare Procaccini: un “Sacrificio di Isacco” che si inserisce nella scarna lista dei dipinti sicuramente a mano dell’artista “milanese” di adozione, dinamico e ben costruito nello spazio, dal gesto più maturo e pronto ad un’ultima sperimentazione, rispetto al periodo ancora legato al Cerano e al tardo manierismo lombardo. Nella medesima galleria, vale la pena di soffermarsi per osservare con attenzione l’incisivo ritratto di gentiluomo di Adriaen Thomas Key, che mantiene comunque aperta ancora l’assegnazione definitiva ad una firma specifica, poiché ancora valida può essere quella di Antonis Mor o addirittura di esponente di scuola veneziana (come non avvicinare lo sguardo intenso e lievemente melanconico di questo giovane con quello altrettanto consapevole dell’uomo con gli occhi grigi di Tiziano della galleria palatina di Palazzo Pitti?).
Infine, last but not least, il poliedrico Matteo Lampertico, raffinato cultore del sei-settecento e del moderno, presenta una bella quinta con opere di provenienza colta. MINT ospita un’altra importante scoperta del buon gallerista milanese: un “Sogno di San Giuseppe” di Giovanni Baglione del tutto inaspettato, ricondotto alla giusta mano dall’occhio acuto e dalla memoria intatta di Alessandro Morandotti che, con Maria Cristina Terzaghi, descrive la rocambolesca attribuzione e la storia altrettanto singolare del dipinto del più acceso accusatore di Caravaggio, il quale però, che lo voglia o meno, è affascinato dalle scenografie complesse e dalle muscolari figure dai gesti naturali e solenni insieme del Merisi e ne assorbe, ancor prima della sua più vasta popolarità, le prime innovative scoperte. Lampertico non è nuovo a questi fortuiti (non troppo, visto il necessario contributo di studio e fine conoscenza) trouvailles: un altro caso presente a MINT è quello del portentoso ritratto di gentiluomo della casata milanese dei Porro ad opera di Bernardino Luini, di cui si conosce un unico altro ritratto a sicura firma, ora conservato alla National Gallery. Attualmente l’opera è in corso di studio da parte di Francesco Frangi, e merita un’attenta considerazione anche per il prezzo che troverà più d’uno piacevolmente sorpreso.
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pubblicato prima dell’apertura
Via Palestro.Lo spostamento in una posizione ancora più centrale, adiacente al quadrilatero della moda, intende sottolineare, secondo una felice intuizione dell’Assessore alla Cultura Finazzer Flory, l’importanza del polo museale civico esistente in questa zona la cui nuova denominazione è “Distretto Palestro”. Qui il pubblico potrà visitare le istituzioni dedicate all’arte moderna e contemporanea – la Galleria d’Arte Moderna a Villa Reale, il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, le Case Museo Boschi Di Stefano e Villa Necchi Campiglio – le esposizioni temporanee alla Permanente, allo Spazio Oberdan e nel ritrovato Palazzo Dugnani, proseguendo con il Museo del Cinema, sempre a Palazzo Dugnani, e la Biblioteca di Via Senato, sino alle sedi della ricerca scientifica come il Museo di Storia Naturale e il Planetario “Ulrico Hoepli”. L’inserimento di MINT 2009 in questo ambito cittadino di grande rilievo culturale e artistico si propone di contribuire al lancio internazionale del “Distretto Palestro”.
Proprio per questa eccezionale concentrazione territoriale in città, grande attenzione verrà inoltre riservata al programma per i collezionisti esteri ospiti di MINT 2009 a Milano con visite guidate speciali a musei e a mostre.
Un’esposizione capace di attrarre un pubblico internazionale e ricercato: dal raffinato connaisseur al semplice appassionato, dal grande collezionista, alle generazioni contemporanee che amano vivere accostando stili e sensazioni fondendo i valori della tradizione e l’avanguardia più attuale e proiettata al futuro. Lavori di grandi maestri dell’arte classica ed antica, opere d’alta epoca di rara qualità, preziosità e bellezza, pezzi ed oggetti di squisita fattura accanto alle rigorose creazioni di artisti e designer del ’900, fino alla contemporaneità più attuale, che la Fondazione MINT intende rendere disponibili al pubblico della mostra proponendo condizioni speciali per contribuire al superamento del periodo recente, già in via di normalizzazione secondo le aste dello scorso giugno.
Alessia Bormioli, Cristina Ferruzzi, Luca Marzotto, Beppe Modenese, Martina Mondadori, Valentina Monti, Francesca Moratti, Warly Tomei, Beatrice Trussardi e Stefano Zorzi del mondo dell’arte, della cultura e dell’imprenditoria, si fanno ambasciatori di questa affascinante iniziativa.
36 tra antiquari, gallerie di design del XX secolo e di arte moderna e contemporanea.
Arazzi, Archeologia, Argenti, Armi e Armature, Arte moderna, Arte orientale e asiatica, Arte primitiva e precolombiana,
Arti decorative del IXX secolo, Bronzi, Ceramiche, Dipinti, Disegni, Fotografie, Gioielli, Icone, Libri,Manoscritti, Mappe, Mobili, Monete, Oggetti d’arte Orologi, Pizzi, Porcellane, Sculture, Stampe, Tappeti, Tessuti,Vetri.
Duecento importanti collezionisti internazionali saranno invitati quali ospiti della manifestazione, in un esclusivo programma che comprende oltre alla visita di MINT una serie di speciali visite a collezioni pubbliche e private della città.