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Il seno. “Quell’instabile oggetto del desiderio”

HAG Ian James Hargraves, A Pear, 1986

L’IMMAGINARIO DEL SENO

NELLA FOTOGRAFIA D’AUTORE

HAG Ian James Hargraves, A Pear, 1986 
dal 19 novembre 2009 al 10 gennaio 2010 , MNAF – Firenze

Dal 19 novembre 2009 al 10 gennaio 2010 il MNAF – Museo Nazionale Alinari della Fotografia di Firenze nel quattrocentesco edificio “delle Leopoldine” in Piazza S.M. Novella 14 – ospita la mostra Quell’instabile oggetto del desiderio. L’immaginario del seno femminile nella fotografia d’autore che propone 150 scatti di fotografia artistica del seno femminile volta a scoprire gli aspetti estetici e psicologici del principale simbolo dell’immaginario collettivo della donna.

Un itinerario culturale promosso da Europa Donna – movimento di opinione europeo nato per la lotta alle malattie del seno, che attraverso la suggestione della fotografia e la sua soggettiva interpretazione si pone uno scopo ben preciso: sensibilizzare al valore e alla cura del seno da difendere e proteggere prima che la sua integrità venga svilita dalla malattia.

Un percorso iconografico che, attraverso le immagini – tutte rigorosamente in bianco e nero – di maestri della fotografia del calibro di Alvarez BravoArbusCartier-BressonDoisneauErwittMapplethorpeWitkin, esalta la bellezza del seno e del corpo femminile.

Arno Rafael Minnkkinen, Self-portrait with Maija-Käärina, 1992, Finlandia

Il seno: sublime paura e incanto

Mark Twain diceva: “Quando Dio creò l’uomo, era già stanco. Ciò spiega molte cose…”. Verissimo. Non lo era affatto quando creò il seno.
Il seno in questione non è il rapporto tra le lunghezze del cateto opposto all’angolo e dell’ipotenusa, ma una delle opere d’arte più grandi di sempre: la più nobile e delicata prominenza del corpo umano che fonde in sè materia e spirito, l’oggetto che diviene soggetto proprio della figura femminile – metafora del ciclo di fioritura e declino di essa.
Nella sua magica rotondità e incantevole imperfezione il seno femminile si riempe d’infiniti significati, simboli, archetipi: dalla maternità alla seduzione, dalla fecondità alla finissima valenza estetica.
Jan Saudek, Maria # 142, 1972, Praga
Il seno è l’emblema femminile, la potenza e la fragilità, la tenerezza e la carica erotica; è il sogno proibito – oggetto del desiderio maschile – e rappresenta, contemporaneamente, la sensibilità e la floridezza, la raffinatezza e la pienezza.
La sua intrinseca potenza evoca, insieme, sublimi paure ed incanti.
Il seno, nelle sue dolci forme e sinuose curve, è l’espressione della grazia, cantato e celebrato da artisti e poeti di ogni tempo: le forme acerbe e angelicate del medioevo, l’armonia e la proporzione rinascimentale, il virtuosismo e la “maraviglia” barocca: la passione amorosa di Giovan Battista Marino sublimata nella poesia “Seno” – l’opposizione metaforica fra il candore del seno, che evoca la neve, e lo splendore degli occhi, che evoca il sole:
“O che dolce sentier tra mamma e mamma
scende in quel bianco sen, ch’Amor allatta!
Vago mio cor, qual timidetta damma,
da’ begli occhi cacciato, ivi t’appiatta;
dal’ardor, che ti strugge a dramma a dramma,
schermo ti fia la bella neve intatta:
neve ch’ognor dala vivace fiamma
di duo soli è percossa e non disfatta.
Vattene pur, ma per la via secreta
non distender tant’oltre i passi audaci
che t’arrischi a toccar l’ultima meta;
raccogli sol, cultor felice, e taci,
in quel solco divin (se ‘l vel nol vieta)
da seme di sospir messe di baci.”
(G.B. Marino – La Lira, 1614 / poesia 15)
L’Ottocento: classicismo e romanticismo. Il candore del seno della voluttuosa Venere di A. Cabanel, la “dea annegata in un fiume di latte in una sorta di pasta di mandorle bianca e rosa” (E.Zola) e la purezza della sua Bellezza nei versi di W.B. Yeats:
“Le rose che un tempo le dame intrecciarono
Nei loro capelli; i gigli freschi di rugiada che le dame portarono
Per sacri corridoi dove le nuvole grigie dell’incenso
Si levavano al punto che soltanto gli occhi
Di Dio restavano aperti: poiché quel seno pallido
E quella mano che indugia provengono da un luogo
Più denso di sogni, da un’ora
Più densa di sogni di questa; e quando tu sospiri
Fra un bacio e l’altro è la bianca Bellezza
Che odo sospirare, mentre pensa
Al tempo in cui tutte le cose svanirono
Come rugiada meno il luogo in cui, fiamma su fiamma,
Abisso sopra abisso e trono a trono,
Quasi dormienti e con le loro spade
Sulle ginocchia di ferro, se ne stanno
I suoi alti misteri solitari a meditare.”
(da “Egli ricorda la bellezza dimenticata” di W.B.Yeats)
I modi e le forme del seno fissati nella fotografia, il taglio e l’inquadratura del soggetto nello scatto: il seno velato che suscita immaginazione e lo svelarsi di esso, il turbinio di brividi ed emozioni, l’effetto che provoca: d’un primo momento di apprensione e stupore estatico all’ardore travolgente e desiderante fino al piacer catastematico di una serena bellezza.
La pace dei sensi, un’adorabile contemplazione e perdimento, la fusione panica dell’uomo nel grembo della donna, l’abbandono e il ritorno a Madre Natura nell’accogliente morbidezza dei seni. I versi dannunziani, di gusto e ricerca baudelariana, del sonetto “Sed non satiatus“, posto nella raccolta “Intermezzo“, alludono la dissipazione fisica e morale del poeta e più ancora dell’uomo:
“O bei corpi di femmine attorcenti
con le anella di un serpe agile e bianco,
pure io non so da’ vostri allacciamenti
ancora sazio liberare il fianco.Bei seni da la punta erta fiorenti,
su cui mi cade a l’alba il capo stanco
allor che ne’ supremi abbattimenti
de ‘l piacere io m’irrigidisco e manco;”
(…)
(da Intermezzo, Sed non Satiatus di G. D’Annunzio
cfr. Les Fleurs du Mal, Sed non Sanata di C.Baudelaire
)
“Molti uomini pensano che più grossi sono i seni di una donna, minore sia la sua intelligenza. Non penso funzioni in questo modo. Al contrario, penso che più grossi siano i seni di una donna, minore diventa l’intelligenza degli uomini.”
(Anita Wise)
Comunicato Stampa
La Fratelli Alinari Fondazione per la Storia della Fotografia presenta la mostra “QUELL’INSTABILE OGGETTO DEL DESIDERIO – L’IMMAGINARIO DEL SENO FEMMINILE NELLA FOTOGRAFIA D’AUTORE”, di cui ha curato la Direzione Scientifica e il Coordinamento del Progetto, in stretta collaborazione con Alberto Sichel, che si è occupato dell’organizzazione e della comunicazione.
L’ esposizione e il catalogo, edito dalla Fondazione Alinari, sono curati da Alfonso Pluchinotta, medico chirurgo, storico della senologia e cultore dei suoi aspetti psicologici e sociali, in collaborazione con Jan Taal, direttore della School voor Imaginatie di Amsterdam. Il catalogo italiano/inglese ha una presentazione del Prof. Umberto Veronesi e testi di Taal, Pluchinotta e della sociologa americana Marilyn Yalom.L’iniziativa è promossa e ha il patrocinio del Comune di Padova e di Europa Donna, un movimento di opinione europeo nato per la lotta alle malattie del seno, ma che ha scelto di puntare sulla cultura della salute, sulla fiducia nella scienza, sull’abbattimento dei costi psicologici relativi all’immaginario della malattia. Il 18 novembre 2009 la mostra inaugura a Firenze presso il MNAF – Museo Nazionale Alinari della Fotografia e sarà inaugurata in occasione del Congresso Attualità di Senologia, la più importante assemblea scientifica italiana del settore che si tiene ogni due anni.Le suggestioni della fotografia artistica del seno femminile correlate all’immaginario collettivo in un viaggio culturale alla ricerca delle sue singolarità estetiche e psicologiche. Il fascino più o meno discreto di un attributo anatomico che da oggetto (con una sua peculiare forma e funzione) diviene soggetto (ossia elemento di attrazione, desiderio, immaginazione) nell’ambito dei diversi contesti (società, relazioni individuali, moda, spettacolo…).
“Certamente non si tratta di fermarsi alle apparenze: semplici rotondità mammarie, dipinte o descritte, nudità garbate, carnagione o volumi, fornite con commenti leggeri sulla bellezza o limitate a qualche proposito disinvolto, testimoniano la povertà del discorso o l’imbarazzo del parlatore”. Questa la riflessione di Dominique Gros in Incanto e Anatomia del Seno (2004) ed anche l’intento di questa mostra, pensata non solo come messaggio alle donne, ma come momento di riflessione su uno dei simboli dell’immaginario relativo alla femminilità.
Una tematica originale e di grande impatto sociale che non mancherà di creare un forte richiamo anche per il nutrito numero di opere esposte. Dalla delicata ironia dello sguardo fotografico di Erwitt e di Cartier-Bresson alla ricerca formale di Brandt, Gibson e Mapplethorpe, ai fotomontaggi di sapore surrealista di Marcel Marien, verranno esibite centocinquanta fotografie di grandi artisti tra cui figurano Alvarez Bravo, Doisneau, Horvat, Riboud, Scianna, Siskind, Uelsmann, Witkin…
La mostra sarà per i visitatori l’occasione di immergersi in una singolare esperienza estetica tutta al femminile, anche per la ricercata presenza di un buon numero di donne fotografo tra cui Arbus, Flor Garduno, Imboden, Szekessy… Una presentazione che diventa veicolo di numerosi messaggi su un organo che non può ne deve essere disgiunto dal corpo cui appartiene, con riflessioni anche sul lato oscuro della femminilità, quello della malattia, pur sempre osservato dal punto di vista positivo della consapevolezza e della prevenzione.
 

 

INFORMAZIONI UTILI
“Quell’instabile oggetto del desiderio – L’immaginario del seno femminile nella fotografia d’autore”
MNAF – Museo Nazionale Alinari della Fotografia
Firenze
piazza S. M. Novella 14
Orario: 10,00 – 19,00, chiuso mercoledì
Biglietteria: Intero € 9,00; Ridotto € 7,50; Convenzioni € 6,00; Scuole € 4,00; Gratis bambini fino a 5 anni
Per informazioni, prenotazioni, visite guidate, didattica: 055.216310, fax 055.2646990, mnaf@alinari.it
Catalogo edito dalla Fondazione Alinari, testi curati da Alfonso Pluchinotta

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