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"Le ore della donna" scandite a Vicenza

Ariballica apula a figure rosse - Donna seduta e ancella stante
IL TEMPO DELL’ANTICO 
PAGINE DI ARCHEOLOGIA E CULTURA
DELLA VITA FEMMINILE NELL’ANTICA GRECIA
Ariballica apula a figure rosse - Donna seduta e ancella stante

dal 12 dicembre 2009 al 9 maggio 2010,
Gallerie di Palazzo Leoni Montanari – Vicenza

 

 

A Vicenza una mostra tutta dedicata alla figurazione della donna nell’antica Grecia. Spose, amazzoni e angeli del focolare sfilano nella collezione di ceramiche attiche e magnogreche di Intesa Sanpaolo. Il tempo dell’antico. Le ore della donna è curata da Federica Giacobello con la supervisione di Gemma Sena Chiesa,L’esposizione offre uno spaccato di come gli uomini vedevano l’altra metà del cielo. Il matrimonio, la sensualità del thalamos nuziale, le etére, colte “cortigiane”, le donne del mito, Amazzoni e Menadi. E il mistero di una donna artigiano nel vaso più prezioso della collezione, la kalpis con ceramisti al lavoro, del “Pittore di Leningrado”.

E’ un viaggio nel tempo quello che si prova camminando nelle sale delle Gallerie di Palazzo Leoni Montanari. Un viaggio che avviene attraverso le immagini dipinte sulle splendide ceramiche greche e della Magna Grecia patrimonio di Intesa Sanpaolo. Una collezione tra le più importanti al mondo, ricca di ben 522 ceramiche che il progetto “Il tempo dell’antico. Pagine di archeologia in Palazzo Leoni Montanari” gradualmente svelerà attraverso percorsi tematici di cui questa mostra è il primo appuntamento.Oltre all’universo femminile ci sono inoltre approfondimenti sulla figura maschile, l’amore, il lavoro, il sacro, la morte e il mito nella Grecia classica e nei centri della Magna Grecia, attraverso gli spazi e i tempi che scandivano la vita quotidiana.

Questa prima esposizione presenta una selezione di opere dell’intera raccolta, proveniente da Ruvo di Puglia, importante centro dell’antica Apulia, e racconta lo spazio e i tempi che scandivano la vita femminile ad Atene e nei territori della Magna Grecia: la donna regina, o prigioniera, dell’oikos, la casa, da cui si allontana solamente in occasioni particolari come le feste religiose; la donna al lavoro tra le mura domestiche, imprenditrice nell’organizzare in casa l’intera filiera nella produzione dei tessuti; la donna che vive in appartamenti separati dal marito, e si ricongiunge a lui nel thalamos, la camera nuziale.Due i momenti della vita in cui la donna acquista, anche nella rappresentazione delle immagini vascolari, la stessa dignità dell’uomo: il matrimonio, status sociale degno di rispetto cui la donna greca tende, e la morte. Di grande efficacia rappresentativa risulta la raffigurazione dell’abbraccio degli sposi nel thalamos nuziale, corredato da particolari che rappresentano la bellezza femminile. La donna è ritratta abbigliata con sfarzose vesti decorate da preziosi accessori e circondate da raffinati oggetti, specchi, ghirlande, ventagli.

Nei vasi in mostra ci sono anche le donne “altre”, libere di uscire: sono le etére, colte “cortigiane” chiamate a dar piacere col corpo e con le arti, rappresentate nude, intente a lavarsi nel leuterion, la vasca delle abluzioni. Sono figure dai tratti androgini, riconoscibili nella loro femminilità dai gesti e dal laccio stretto sulla gamba, forse amuleto contraccettivo della ragazza intenta a pettinarsi.
L’esposizione si chiude con una sezione dedicata alle donne del mito: le Amazzoni, donne guerriere, e le Menadi, seguaci di Dioniso, dio del vino.

Fondamentale è la consapevolezza che quello che noi vediamo dipinto è lo sguardo dell’uomo sulla donna: è l’uomo a commissionare i vasi, a forgiarli, a decorarli rappresentandovi la sua visione della donna.

Misteriosa è la presenza di una figura femminile al lavoro all’interno di uno degli esemplari più preziosi dell’intera collezione, la kalpis attica del Pittore di Leningrado. La decorazione rappresenta il laboratorio di un vasaio. La scena mostra in un angolo una piccola donna intenta a decorare un vaso: una figura di donna artigiano che rimane qualcosa di unico, dall’ interpretazione tuttora non univoca.

Il progetto espositivo “Il tempo dell’antico – Le ore della donna” è curato da Federica Giacobello con la supervisione della professoressa Gemma Sena Chiesa dell’Università degli Studi di Milano, già curatrice del Catalogo sistematico della collezione vascolare edito da Electa nel 2006. Ideatrice del percorso di conoscenza e valorizzazione della collezione vascolare è stata Fatima Terzo, responsabile dei Beni Culturali di Intesa Sanpaolo, scomparsa nel maggio del 2009, a cui viene dedicata oggi la rassegna espositiva.
Cratere a volute apulo a figure rosse - Fanciulle alla fonte e ammazzonomachia
 

 

Il percorso della mostra
L’esposizione si articola in tre sezioni, articolate in quattro sale.
La prima sezione, introduttiva, è dedicata alla collezione Intesa Sanpaolo e ripercorre le tappe della sua formazione: dagli scavi ottocenteschi di Ruvo di Puglia, fiorente centro indigeno ellenizzato, alla collezione storica Caputi. In questa sede si forniscono quindi gli strumenti necessari per una corretta lettura del vaso antico, concepito come entità polifunzionale e vitale alla stregua del corpo umano. Nella seconda sezione si ripercorrono le ore della donna secondo la suddivisione dello spazio interno ed esterno della casa: luogo privilegiato e apparentemente esclusivo della sua vita e delle sue attività l’interno, luogo della socialità l’esterno, aperto solo a specifiche categorie femminili, o in particolari occasioni.

L’immagine che si viene a delineare è quella di una donna la cui esistenza si presenta come attesa delle nozze, tempo fondamentale della vita che comporta un netto cambiamento del suo ruolo sociale: le ore che precedono tale evento sono scadenzate dalla sua preparazione e dall’attenzione dedicata alla bellezza, mentre le successive passano tra abitudinari lavori domestici e la cura dei figli, sino all’ora della morte.
Nella terza sezione, a rompere tale apparente routine sono le donne “particolari”, considerate “sovversive” e quindi ai margini della società, come le Menadi e le Amazzoni, che con la loro anticonvenzionalità mostrano la reale complessità del mondo femminile greco.
Il percorso della mostra si contraddistingue per l’attenzione all’aspetto didattico e divulgativo, che rende suoi fruitori privilegiati le giovani generazioni: i vasi esposti sono “raccontati” ai bambini attraverso la scelta di alcuni reperti e temi particolarmente adatti all’infanzia, mentre i pannelli didattici che corredano i vasi esposti nelle diverse sezioni della mostra, accompagnati da specifici approfondimenti tematici, consentono ad un più ampio pubblico la comprensione delle tematiche trattate.
Le Gallerie di Palazzo Leoni Montanari – sede della Mostra
Palazzo Leoni Montanari è una casa, una prestigiosa dimora di fine seicento che spicca per l’esuberanza decorativa e scenografica tipica dell’estetica barocca. La trasformazione, dopo un accurato intervento di restauro, di questa affascinante e scenografica abitazione in una sede museale è stato un gesto – compiuto dall’Istituto ormai ben dieci anni fa – di apertura alla cittadinanza e al pubblico; un gesto che ha espresso ed esprime il desiderio di condividere con gli appassionati e di far conoscere a tutti i tesori d’arte che questa casa ospita, in particolare due tra le più rilevanti collezioni della Banca, quella di antiche icone russe e quella di arte veneta del Settecento.
Gli ambienti del piano nobile del palazzo, caratterizzati dall’esuberante decorazione plastica e pittorica di soggetto mitologico, rappresentano un’ideale scenografia per la preziosa raccolta di pittura veneta del XVIII secolo, espressione dell’ultima, splendida stagione pittorica della Serenissima, tra cui si segnala un importante e nutrito corpus di tele di Pietro Longhi, vedute urbane e “capricci” architettonici di Canaletto, Luca Carlevarijs, Francesco Guardi, Michele Marieschi e altri.
Il piano alto del palazzo accoglie invece circa centrotrenta icone russe dal XIII al XIX secolo – una significativa selezione della raccolta degli oltre quattrocento esemplari messa insieme all’inizio degli anni Novanta dal Banco Ambrosiano Veneto, confluita in Banca Intesa ed ora in Intesa Sanpaolo – organizzate secondo un itinerario che affronta i temi della tradizione liturgica ortodossa.
Non solo spazio museale, le Gallerie sono oggi una realtà dinamica che propone esposizioni temporanee, ospita simposi e convegni, incontri culturali e concerti con artisti di fama internazionale: una casa viva, aperta e stimolante per il contesto sociale e culturale in cui è inserita.
 

 

INFORMAZIONI UTILI
Le ore della donna. Storie e immagini nella collezione di ceramiche attiche e magnogreche di Intesa Sanpaolo
Gallerie di Palazzo Leoni Montanari – Contra’ Santa Corona 25, 36100 Vicenza
dall’11 dicembre 2009 al 9 maggio 2010
Orari: martedì – domenica, 10.00 – 18.00
Ingresso alla Mostra e alle Gallerie: euro 4,00 – ridotto euro 3,00
Ingresso libero per le scuole
Promossa da   Intesa Sanpaolo
Curatela e organizzazione Federica Giacobello, Università degli Studi di Milano
Catalogo: Terra Ferma
 

 

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