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Addio a Louise Bourgeois

Louise Bourgeois nel 1982 con la sua scultura "Fillette" (1968) Photo 1982 copyright the Estate of Robert Mapplethorpe
Louise Bourgeois nel 1982 con la sua scultura “Fillette” (1968)
Photo 1982 copyright the Estate of Robert Mapplethorpe

Louise Bourgeois si è spenta ieri, 31 maggio 2010, a New York. Era nata in Francia 98 anni fa, da una famiglia di restauratori di arazzi. Terza figlia di quattro,  passa un’infanzia poco serena che incide su tutta la sua vita futura e sulla sua carriera artistica. Sposa un uomo gentile, l’opposto del burbero padre e si trasferisce ancora molto giovane in America. Qui conduce una vita solitaria con i suoi figli e il marito – fino alla sua morte – , sentendo la mancanza degli affetti lasciati nel vecchio continente.

Il rapporto con la madre è molto importante nella vita di Louise, tanto che alla sua morte tenta il suicidio gettandosi in un fiume. “Lei era la mia migliore amica, era mia madre. Lei era intelligente, paziente, opportuna, utile e ragionevole. Era indispensabile: come un ragno”. La famiglia, l’infanzia e gli affetti sono un punto fondamentale nello sviluppo della vita artistica della Bourgeois. Il rapporto conflittuale con il padre che da sempre aveva desiderato un maschio e si ritrova ad aver ben tre femmine prima dell’arrivo dell’agognato erede, influisce nella vita dell’artista in modo considerevole. Vent’anni dopo la sua morte scolpisce la “Distruzione del padre” (lei e i suoi fratelli squartano il padre e banchettano con alcune sue parti).

I ragni, che l’hanno resa celebre in tutto il mondo, sono riconducibili alla madre. Tessono la tela instancabili. E dove si rompe, l’aggiustano. Il suo primo ragno dalle dimensioni monumentali si intitola, non a caso, “Mamam”.

Dunque un’arte autobiografica. Tramite la scultura Louise cerca di esorcizzare il passato, di comprenderlo, accettarlo e andare oltre. “Tutto il mio lavoro è l’opera di ricostruzione di me stessa…  L’unica vera arte che ho praticato tutta la vita è stata l’arte di combattere la depressione, la dipendenza emotiva”.

Nel 1982 il Museum of Modern Art di New York le dedica una retrospettiva e il nome dell’artista comincia a essere conosciuto a livello internazionale. Le sue opere iniziano a far parte di mostre, biennali e collezioni di tutto il mondo.

Nel 1993 rappresenta gli Stati Uniti alla Biennale di Venezia.

Tra il 2007 e il 2008 le viene dedicata una grande retrospettiva “itinerante”:  la prima tappa è alla Tate Modern di Londra, poi il  Centre Georges Pompidou di Parigi; successivamente approda nella sua città d’adozione, al  Solomon R. Guggenheim Museum di  New York; quarta tappa è il Museum of Contemporary Art di Los Angeles e  la quinta e ultima tappa è l’ Hirshhorn Museum & Sculpture Garden  di  Washington.

Per quel che riguarda l’Italia, una grande mostra le è stata dedicata sempre nel 2008 al Museo di Capodimonte a Napoli (18 ottobre 2008 – 25 gennaio 2009).

Venerdì prossimo, 4 giugno 2010, inaugurerà una sua mostra a Venezia:  “Louise Bourgeois. The Fabric Works”  a cura di Germano Celant allestita insieme alla mostra “Emilio Vedova. Scultore”   fino al 19 settembre prossimo alla Fondazione Emilio e Annabianca Vedova. Le due mostre sono state concepite come un “dialogo ravvicinato” tra i due artisti. Gli spazi dedicati alla scultrice sono quelli del  Magazzino del Sale dove sarà presentata, con un allestimento architettonico disegnato per ospitare disegni e sculture, la produzione poco nota di opere di stoffa (2002 – 2008).

Per quel che riguarda il mercato della Bourgeois, il prezzo più alto per  una sua opera  venduta all’asta risale al 2006 da Christie’s a New York. Si tratta di una scultura in bronzo, “ Spider”  del  1997 (213,3 x 238,7 x 243,8 cm). Stimata 2.500.000 – 3.500.000 dollari, fu aggiudicata a 3.600.000 USD  (2.808.000 euro) (15/11/2006)*. 
La seconda opera più cara fu venduta sempre da Christie’s ma a Parigi, nel 2008. Stimata  1.800.000 – 2.500.000 euro, fu aggiudicata a  2.550.000. Si tratta di nuovo di uno “Spider” del 2003 (88,9 x 73,6 x 111,7 cm), in acciaio e tessuto. (25/05/2008)*
Sempre nel 2008 ma da Sotheby’s a New York è stata venduta una scultura in marmo del 1968 a 3.000.000 USD (2.336.400 euro). Era stimata 3.500.000 – 4.500.000 dollari. (“Clamart”, 76,2 x 119,4 x 73,7 cm. – 11/11/2008)*

Cento euro investiti nel 2000 in una sua opera valgono in media 183 euro a febbraio 2010*.

*fonte Artprice.com

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