QUARTA EDIZIONE
13 -17 aprile 2011, Palazzo della Permanente, Milan
Dal 13 al 17 aprile si terrà presso il Palazzo de La Permanente di Milano la quarta edizione di COLLEZIONI D’ARTE Antica, Moderna e Antiquariato. Mostra che ogni anno permette, in una cornice esclusiva, di ammirare da vicino opere e oggetti di carattere museale. Collezioni d’Arte riunisce come in una eclettica Wunderkammer, dipinti antichi e moderni di grande pregio, con un’importante presenza del Novecento storicizzato, argenti di grande valore storico, gioielli, pezzi di grande interesse archeologico, manufatti tessili, arredi antichi e molto altro ancora, confermandosi anche quest’anno un appuntamento da non perdere.
Arte africana, orientale e reperti archeologici
Di grande fascino sono le sculture africane proposte dalla galleria Denise e Beppe Berna come la rara figura lignea Bamana, Mali, il cui valore rituale è apprezzabile anche ammirando la splendida e antica patina data dal lungo uso. Grandi paraventi antichi messi a dialogo con sculture di artisti giapponesi contemporanei si possono trovare nello stand di Helena Markus Antique Japanese Screens come ad esempio la bellissima scultura in vetro di Niyoko Ikuta. Altro esempio di arte orientale antica è il leone buddista presentato da La Gallianova Arte Orientale. Grande interesse riscuotono i reperti archeologici proposti da Ixion Archeogallery come l’anfora della Magna Grecia del IV sec. a.C.
Paesaggi italiani
Girando per la mostra si incontreranno molti dipinti raffiguranti paesaggi italiani. Come il dipinto settecentesco proposto da Maurizio Nobile Antiquario di Pietro Bardellino dove a sfondo di una scena mitologica si trova un bel paesaggio arcadico con rovine classiche in una natura selvaggia. Interessante è notare come possano variare dalla campagna romana proposta nel dipinto di Jan Miel esposto da Antichità Renzo Moroni a quella lombarda ben riconoscibile nel dipinto di Giuseppe Canella esposto da lo Studiolo Galleria d’Arte, ai dipinti campani proposti dalla Galleria Vittoria Colonna di G. Sarnelli tra cui troviamo il caratteristico Santuario de l’Avvocatella raffigurato nel dipinto di Giacinto Gigante.
La molteplicità nei ritratti
Moltisimi sono i ritratti che si possono trovare tra gli espositori. Fin da un dipinto di metà Settecento come quello di Francesco Guardi (032) esposto da Moatti Fine Arts a dimostrazione che non fu solo un pittore di vedute ma anche di grandi figure come in questo dipinto dove il volto di Loth, ormai obnubilato dai fumi del vino, è deformato in un ghigno quasi da satiro e dove la bellezza delle figlie è resa morbida dal tipico colorito veneziano. Del pittore piacentino Gaspare Landi sono presenti in mostra due bei ritratti, raffiguranti un curioso metaritratto con una dama che mostra una miniatura ed un gentiluomo presso lo stand di Sabina Anrep. Altri ritratti che si possono ammirare in mostra sono caratterizzati da un valore intimistico come quelli di Cesare Laurenti, artista di stile metaforico fino a diventare simbolista, a cavallo con il ‘900, esposti in un ampio nucleo dalla Galleria Nuova Arcadia; il ritratto intitolato “Meditazione” di Angelo Morbelli esposto da Enrico Gallerie d’Arte ed il ritratto di giovane donna datato 1905 di Carlo Corsi esposto da Galleria d’Arte Cinquantasei. Testimonianza dell’antico il “Ritratto di giovinetto” di Fra’ Galgario esposto da Caiati che stupisce per la freschezza dello sguardo. Immediatezza e fascino Belle Epoque sono emanati dall’importante dipinto di Giovanni Boldini esposto da Bottegantica. Importanti testimonianze anche per il Novecento esposti da ScuolaRomana tra cui Francesco Trombadori, Alessandro Battaglia.
Il Novecento
Folta è la schiera dei dipinti del Novecento, rispecchiando la fortuna che sta riscuotendo l’arte di questo secolo anche rispetto alla nuova apertura del Museo del Novecento a Milano. Importanti dipinti da Tornabuoni Arte: Lucio Fontana, De Pisis, Alighiero Boetti. In occasione dei cinquant’anni dalla scomparsa di Mario Sironi la Galleria d’Arte Cinquantasei espone dipinti rappresentativi della sua produzione.
Di grande rilievo anche il dipinto di Giacomo Balla “Serata Nera” esposto da Frascione Arte, dipinto dal risvolto verista che rivela l’attenzione già pre-futurista per la luce e la realtà.
Esemplare del fermento parigino di inizio secolo si trova il bel “Pierrot con chitarra” di Serge Jastrebzoff detto “Ferat” esposto da Capitani Art Consulting, sempre riguardante Parigi e la Francia si trova una importante testimonianza nel quaderno di bozzetti di viaggio di Anselmo Bucci presentato da Montrasio Arte. Raro il dipinto esposto da Galleria Gomiero di Mario Cavaglieri “Sala d’armi”. Importante sarà il nucleo di grafiche di Giorgio Morandi che verranno esposte da Galleria d’Arte Maggiore G.A.M di Bologna a testimonianza di quanto la sua opera incisoria fu importante e con la stessa rilevanza di quella pittorica.
Arte Sacra
A testimonianza dell’Arte Sacra antica troviamo molte opere, dipinti come ad esempio i fondi oro, uno presentato da Frascione Arte de Lo Scheggia raffigurante una Madonna con Bambino e Santi ed un altro del Maestro di Lonigo proposto da Altomani & Sons “Madonna dell’Umiltà” dove si può riscontrare il gusto per la linea di Gentile da Fabriano in un soggetto tipico del ’400. La Madonna con Bambino, esposta da Rossi e Onesti Antichità, è un dipinto del ‘500 di Giuseppe Giovenone il Giovane. Numerosi sono anche gli oggetti di carattere sacro e dalla forte valenza simbolica come il piccone e la cazzuola in argento portate in mostra da Visconteum di Carlo Montanaro e realizzati per l’apertura della Porta Santa di San Giovanni in Laterano nel Giubileo del 1775. Altro oggetto molto prezioso è il gioiello rinascimentale in oro, smalti e perla naturale finemente decorato fronte e retro da figure di Santi e presentato da Dario Ghio Antiquités che testimonia l’influsso della pittura sull’arte orafa. Sono numerose in mostra anche le sculture di carattere sacro. NB Antiquario di Nazzareno Bastioli espone sculture lignee come la pirenaica Madonna con Bambino del XIII secolo ed in marmo come il busto di San Giovannino di area Romana e databile attorno al 1600-1630.
Oggetti d’arte
Numerosi oggetti d’arte realizzate in molteplici tecniche si possono incontrare in questa rassegna antiquaria dal valore museale. Dalle ceramiche antiche proposte da Asioli Martini “Antiquario”, ai tappeti orientali di Mirco Cattai e DSV Carpets, sculture in bronzo come la Cerere della fine del XVI secolo proposta da Antichità all’Oratorio e oggetti d’arredo come un raro orologio a lira con cigni in bronzo di Jacopo Baietta Art Gallery, due portavasi lignei raffiguranti mori esposti da Giuseppe Renga Antiquario ed una coppia di specchiere dorate veneziane settecentesche di Galleria Cecchetto e Prior Alto Antiquariato. Di grande fascino sono anche i vetri d’arte di cui si può vedere una ricca selezione da Art Decoratif di Roberto Centrella: dai vasi di Gallè a quelli di Daum finemente decorati.
150 Anni di Unità d’Italia
In questo importante anniversario della nostra Nazione si guarda con particolare attenzione alle opere che si possono riconnettere alle vicende Risorgimentali che hanno portato all’Unità d’Italia. Di grande importanza Stanislao Grimaldi, artista che si distinse in cavalleria e catturò per la posterità i momenti più drammatici delle campagne d’Indipendenza. In mostra si può ammirare, nello stand di Dame e Cavalieri, un bella tecnica mista che ritrae un episodio saliente della Prima Guerra d’Indipendenza con tanto di timbro a secco di Casa Savoia. Come simbolo della pittura risorgimentale troviamo Giovanni Fattori con un olio raffigurante due soldati, esposto da Società di Belle Arti e l’acquarello “Esercito Italiano. Capitano d’Artiglieria” di Sebastiano De Albertis esposto da Bottegantica.
Le natura nei dipinti
Da sempre uno dei soggetti più diffusi in pittura dove la vivacità dei colori e la quasi sensibilità tattile dei petali offre la bellezza naturale di fiori e frutta. Questa freschezza si ritrova negli importanti dipinti di Antichità Renzo Moroni che esporrà tele di Bernardo Strozzi, una di Abraham Brueghel e due del Maestro del secondo Pendant di Molinari Prandelli ancora in cerca del vero nome dell’autore ma il cui corpus opere sta aumentando andando ad aggiungere anche queste due tele al maestro lombardo seicentesco. Alla stessa epoca, ma di ambito romano, la natura morta di Girolamo Gallo, significativa anche perché unica opera conosciuta recante la firma esposta da Art Collector. La delicatezza delle venature dei petali dei tulipani e la veridicità della luce richiama le nature morte fiamminghe mentre le nature morte lombarde presentano un richiamo più spiccatamente Caravaggesco.
Gioielli
In mostra si trovano numerosi gioielli antichi ma anche del Novecento come ad esempio quelli presentati da Veschetti Gioielli. Segnaliamo quelli firmati dalla maison francese Van Cleef&Arpels conosciuta in tutto il mondo per l’alta qualità e artigianalità dei suoi manufatti. Sarà esposto anche un importante bracciale animalier anni ’60 di David Webb nome tra i più grandi della gioielleria internazionale che iniziò la sua produzione a New York negli anni ’40 divenendo tra le firme più amate da dive del cinema e icone dello stile del ‘900. Altro riferimento per gli amanti dei gioeilli è lo stand di Flora Pasetti dove si trova per esempio una importante spilla di platino, diamanti e zaffiri di fattura italiana degli anni ’60.
Ottocento
Immancabile è una vasta scelta di opere ottocentesche tra dipinti, sculture e oggetti d’arte. Enrico Gallerie d’Arte espone tra gli altri un bellissimo dipinto di Francesco Paolo Michetti, pittore napoletano che nelle sue tele di soggetti popolari ci sa stupire con un’immediatezza nella resa delle fisionomie, della luce brillante e della calda atmosfera di un giornata di sole: “Processione”. Da Galleria Nuova Arcadia troviamo un nucleo rappresentativo di opere del pittore veneziano Alessandro Milesi, opere caratterizzate dall’interesse per lo svolgimento della vita popolare lagunare e divenuto famoso come abile ritrattista. Esemplificativo dell’estetica neoclassica tipica ottocentesca è il dipinto esposto da Maurizio Nobile di Pelagio Palagi “Il ratto delle Sabine”.
Arredi
Un ruolo importante è svolto come ogni anno dagli arredi antichi che vengono esposti in mostra. In questa quarta edizione si potranno ammirare un importante mobile a doppio corpo in legno di noce e radica della metà del sec. XVIII opera del maestro cividalese Mattia Deganutti esposto da Copetti Antiquari. Altro mobile Settecentesco ma di area Veneta è il bellissimo trumeau laccato a fondo scuro riccamente dipinto a chinoiserie, fregi dorati e finta tartaruga, esposto da Stefano Redaelli Antiquario. Si tratta del pendant di quello, firmato Vizzo, proveniente dalla Collezione Giuseppe Rossi e di fattura quasi sicuramente della stessa bottega veneziana. Alla stessa area geografica e allo stesso periodo storico risale la grande console proposta da GMR Antiquariato Milano in legno intagliato con fondo laccato e profili dorati impreziosita da un piano in marmo Diaspro di Sicilia. Presenza anche di mobili del Novecento come quello dell’atelier Sain et Tambutè proposto da Galleria 900.
Scultura e provenienze illustri
Altro folto nucleo è quello composto dalla scultura. Si può pensare ad un ideale percorso che va dalla scultura di epoca romana – “Testa di Serapide” di epoca Flavia esposta da NB Antiquario di Nazzareno Bastioli, a quella seicentesca in bronzo di “San Giorgio e il Drago” di Francesco Fanelli esposta da Sculpture Gallery Fine Art a quelle ottocentesche di grandi dimensioni di Antonio Carminati di Galleria Gomiero e Quintilio Corbellini di Giuseppe Renga Antiquario. La scultura di Carminati affronta anche l’affascinante tema della provenienza. Infatti l’opera proviene dalla collezione personale del Senatore Guido Marangoni, celebre personaggio dei primi del ‘900 che nel 1923 fondò a Monza la Biennale delle arti decorative applicate, diventata poi Triennale e trasferita nel 1933 a Milano in un palazzo appositamente costruito da Giovanni Muzio. Marangoni fondò pure nel 1928, la rivista Casa bella, per diventare dopo diverse modifiche del nome, Casabella (tutt’ora esistente). Deputato del Partito socialista italiano dal 1909 al 1921, sempre osteggiato dal fascismo (subì un’aggressione a Monza nel ’23) si appartò dalla politica attiva coltivando i suoi interessi artistici come critico d’arte, scrittore e organizzatore culturale. Innumerevoli e continuamente riedite, sono le sue pubblicazioni d’arte apprezzate e utilizzate, a scopo informativo e di studio, lungo tutto il Novecento. Da un’altra provenienza illustre proviene la scultura africana di reliquiario Kota di Denise e Beppe Berna che arriva dalla collezione dell’artista contemporaneo Arman a testimoniare il fascino attuale di questi manufatti a cui l’arte del Novecento si è tanto ispirata soprattutto con Surrealisti e lo stesso Picasso.
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IL NOVECENTO
L’importante dipinto di Giovanni Boldini noto anche come Lettera mattutina (062) verrà esposto alla mostra COLLEZIONI D’ARTE Antica, Moderna e Antiquariato dalla galleria Bottegantica.
Il dipinto, datato attorno al 1884, raffigura la bella Gabrielle, moglie del conte Costantin de Rasty, musa ispiratrice e amante del pittore per quasi due decenni dal 1874; fu proprio lei ad introdurlo nella cerchia della committenza altolocata dei salotti migliori di Parigi.
Boldini ricambiò le attenzioni ritraendola più volte e rendendola protagonista indiscussa dei suoi ritratti: donna seducente e spregiudicata amante, la nobildonna fu la prima di quella schiera di aristocratiche belle, ricche e raffinate che il pittore soleva dipingere e che amava definire “divine”.
Giovanni Boldini si trasferì a Parigi nel 1871, visse in prima persona i fasti dei salotti borghesi di fine secolo e ritrasse, in modo avvolgente e con un fascino sempre vivo, la Belle Epoque in quadri con “pose tra il salotto ed il teatro” così come le definì Bernard Berenson nel 1958.
Pittore di numerosi ritratti, nei suoi dipinti le donne assumono una natura flessuosa e disinibita, si fanno modello di una bellezza erudita e affermano la loro personalità, consapevoli di un nuovo tipo di femminilità seducente, moderna e aggressiva.
La tipica esecuzione spedita, sciolta e piena di verve si riscontra anche in questo capolavoro, dove la contessa de Rasty viene definita da pochi tratti nella sua essenza e dove la pittura gestuale riesce a rendere con potenza e immediatezza la freschezza del colorito e la sua sensualità. L’inquadratura stessa sembra sfondare la quarta dimensione, portando il taglio dell’opera al di là della scena, con il braccio della contessa che supera il limite della tela.
Il dipinto prese parte alla celebre esposizione parigina del 1963, al Musée Jacquemart-André, dove per la prima volta vennero fatti dialogare un grande numero di dipinti ad olio, acquarelli, disegni e schizzi del maestro ferrarese riuscendo a mettere in luce la poliedricità ed il virtuosismo che sempre lo contraddistinse.
IL PAESAGGIO ITALIANO NELLE VARIE EPOCHE
La natura ed il paesaggio hanno sempre avuto grande importanza nella pittura, sia come contesto, a caratterizzare l’area geografica e l’epoca della scena pittorica, sia come vero e proprio soggetto del quadro. Il tema si ritrova, con un ampio ventaglio di rappresentanti, tra i molti espositori che partecipano alla quarta edizione della mostra COLLEZIONI D’ARTE Antica, Moderna e Antiquariato.
Antichità Renzo Moroni espone una “Scena di vita agreste” del maestro fiammingo Jan Miel. Il dipinto seicentesco ritrae un’animata scena agreste in una soffusa luce radente nella campagna romana dove a lungo Miel lavorò. L’opera è esemplificativa dell’attenzione che il pittore ha sempre riservato per le scene di vita popolare con una rigorosa attinenza realistica nello spirito descrittivo e aneddotico.
“Scena mitologica con Dioniso giovinetto, amorini, Sileno ebbro e figure femminili” è proposta invece da Maurizio Nobile Antiquario. La tela di Pietro Bardellino pittore del ‘700 napoletano, lascia sullo sfondo un paesaggio Arcadico dal forte carattere decorativo le cui forme luminose e gli ampi spazi lasciano intravedere la sfumatura di gusto neoclassico che a breve avrebbe investito anche la nostra Penisola. La scena in primo piano, dipinta con maestria, colpisce per la dinamicità teatrale capace di rendere l’Olimpo in terra.
Ci si addentra così nel cuore della pittura Ottocentesca con il pittore Giuseppe Canella famoso in tutta Europa per le sue vedute. Stretto è il suo rapporto con la città di Milano e così ritroviamo nel dipinto “Villaggio Lombardo”, uno scorcio di campagna con personaggi intenti nelle loro faccende quotidiane. Il dipinto proposto da Lo Studiolo è affiancato ad un’altra opera di Canella “Guerriglia Spagnola”. Quest’ultimo, esposto a Brera nel 1835, è relativo alle esperienze di viaggio del pittore in Spagna tra il 1820 e il 1823. Come sua abitudine, era uso annotarsi su taccuini le impressioni dal vero per poi rielaborarle in dipinti in un secondo momento. L’opera ritrae, con la consueta vivacità delle sue “macchiette”, ovvero le piccole figure, in un bellissimo scorcio boschivo, un episodio drammatico della storia spagnola ossia i moti costituzionali contro Federico VII di Borbone che provocarono l’intervento repressivo francese e con cui Canella stesso motiva il suo spostamento dalla Spagna alla Francia nel 1823. Tale dipinto rappresenta un’importante testimonianza storica dato lo scarso numero di vedute spagnole giunte fino a noi.
La Galleria Vittoria Colonna ci sposta invece nel tipico paesaggio napoletano presentando una tela di Giacinto Gigante in cui è ritratto, in uno scorcio di paesaggio con elementi naturali prorompenti e dal forte effetto prospettico, il Santuario dell’Avvocatella a Cava dei Tirreni. La badia benedettina è stato uno dei soggetti preferiti dai paesaggisti italiani e stranieri tra ‘700 e ‘800. La suggestiva cornice ambientale esalta la fusione tra vegetazione e architettura resa dal pittore grazie ad una materia cromatica densa data ad ampie pennellate.
Ritroviamo un soggetto napoletano anche nella tela di Attilio Pratella “Napoli dal Granatello” sempre presentato dalla Galleria Vittoria Colonna. Nel dipinto si riconosce il Golfo di Napoli e la città sullo sfondo, il punto di vista, dalle spiagge di Portici, è caratteristico del pittore che attenendosi ad un’iconografia di gusto tradizionale riesce a dare un forte connotato poetico alle luci pomeridiane con pennellate immediate.
La panoramica sul paesaggio italiano si può concludere nel luogo più rinomato per le sue vedute: Venezia. La città è ritratta nei dipinti presentati da GMR Antiquariato di Giovanni Grubacs, celebre vedutista della seconda metà dell’Ottocento. Si possono ammirare una splendida vista diurna in cui si riconosce il Palazzo Ducale, il campanile della chiesa di San Marco, l’Isola di San Giorgio e la chiesa della Salute. La grande qualità e la meticolosa attenzione al dettaglio tipiche di Grubacs si fanno spettacolari nelle vedute delle “Feste Notturne” dove luci e ombre aggiungono un tono teatrale alle già spettacolari ambientazioni.
GIOVANNI BOLDINI – LA CONTESSA DE RASTY ALLO SCRITTOIO
L’importante dipinto di Giovanni Boldini noto anche come Lettera mattutina (062) verrà esposto alla mostra COLLEZIONI D’ARTE Antica, Moderna e Antiquariato dalla galleria Bottegantica.
Il dipinto, datato attorno al 1884, raffigura la bella Gabrielle, moglie del conte Costantin de Rasty, musa ispiratrice e amante del pittore per quasi due decenni dal 1874; fu proprio lei ad introdurlo nella cerchia della committenza altolocata dei salotti migliori di Parigi.
Boldini ricambiò le attenzioni ritraendola più volte e rendendola protagonista indiscussa dei suoi ritratti: donna seducente e spregiudicata amante, la nobildonna fu la prima di quella schiera di aristocratiche belle, ricche e raffinate che il pittore soleva dipingere e che amava definire “divine”.
Giovanni Boldini si trasferì a Parigi nel 1871, visse in prima persona i fasti dei salotti borghesi di fine secolo e ritrasse, in modo avvolgente e con un fascino sempre vivo, la Belle Epoque in quadri con “pose tra il salotto ed il teatro” così come le definì Bernard Berenson nel 1958.
Pittore di numerosi ritratti, nei suoi dipinti le donne assumono una natura flessuosa e disinibita, si fanno modello di una bellezza erudita e affermano la loro personalità, consapevoli di un nuovo tipo di femminilità seducente, moderna e aggressiva.
La tipica esecuzione spedita, sciolta e piena di verve si riscontra anche in questo capolavoro, dove la contessa de Rasty viene definita da pochi tratti nella sua essenza e dove la pittura gestuale riesce a rendere con potenza e immediatezza la freschezza del colorito e la sua sensualità. L’inquadratura stessa sembra sfondare la quarta dimensione, portando il taglio dell’opera al di là della scena, con il braccio della contessa che supera il limite della tela.
Il dipinto prese parte alla celebre esposizione parigina del 1963, al Musée Jacquemart-André, dove per la prima volta vennero fatti dialogare un grande numero di dipinti ad olio, acquarelli, disegni e schizzi del maestro ferrarese riuscendo a mettere in luce la poliedricità ed il virtuosismo che sempre lo contraddistinse.
LA MAESTRIA DI MATTIA DEGANUTTI
A COLLEZIONI D’ARTE Antica, Moderna e Antiquariato sarà possibile apprezzare un’opera eccezionale fattura e bellezza per quanto riguarda gli arredi. Un trumeau di Mattia Deganutti, il più abile mobiliere e intagliatore settecentesco che abbia operato nella terra friulana.
Sulle sue vicende biografiche aleggia la leggenda che renderebbe i suoi esordi molto simili a quelli del giovane Giotto: si narra infatti che da bambino, mentre faceva da guardiano a un gregge di pecore sulla strada per il santuario di Castelmonte nei pressi di Cividale del Friuli, fu visto intagliare con innata perizia un pezzo di legno e fu così avviato all’istruzione e all’attività artistica.
Una gustosa aneddotica accompagna anche il resto della sua vita narrando di acerrime gelosie professionali da parte di artigiani invidiosi che portarono a veri e propri attentati alla sua vita.
Aprì la sua bottega a Cividale del Friuli. Si ha notizia che si stabilì in quella che fu la sua bottega storica nel 1770 proprio in prossimità del ponte in pietra tradizionalmente chiamato “del Diavolo”. E proprio qui la leggenda si intreccia con la realtà dei giorni nostri: infatti il laboratorio del Deganutti era collocato esattamente di fronte all’attuale galleria di Copetti Antiquari che ne espongono in mostra un mobile proprio da loro scoperto.
Deganutti ebbe una grandissima fortuna e moltissime commissioni, infatti possedere un suo manufatto era considerato un privilegio per cui i committenti erano disposti a lunghe attese e ad alti costi. Fanno parte della sua produzione, che varcò anche i confini regionali, pezzi monumentali di arredi ecclesiastici e mobilio civile in un momento storico, verso la metà del Settecento e con l’affermarsi del Rococò, in cui si assistette ad una evoluzione della concezione della casa che diventa un luogo più raccolto e comodo.
Grazie alla maestria di Deganutti i moduli seicenteschi divennero anacronistici. I suoi mobili erano caratterizzati da calibrato equilibrio compositivo, armoniche proporzioni, uso di legni pregiati, sapiente impiego degli effetti fiammati della radica, assemblaggio delle parti tramite un sapiente gioco di incastri, oltre certamente a virtuosi ornamenti ad intaglio.
A questo straordinario faber lignaminis si deve l’introduzione in terra friulana dello stile Tardo Barocco evolvendo fino ad un fantasioso Rococò.
L’esemplare esposto in mostra è un mobile a due corpi, assimilabile forse alla categoria dei trumeaux veneziani, e databile alla fase centrale della produzione deganuttiana, da collocare intorno al 1770-1780. Per il suo altissimo livello esecutivo è sicuramente stato creato come mobile di rappresentanza e presenta un motivo decorativo a “squama di pesce” sinora inedito nella sua produzione e quindi questo importante arredo spicca, oltre che per l’accuratezza compositiva, anche per il suo carattere di unicità.
GIORGIO MORANDI PITTORE E INCISORE
Tra le eccezionali collezioni presentate a COLLEZIONI D’ARTE Antica, Moderna e Antiquariato spicca una selezione di opere di Giorgio Morandi. Grande e celebre è la sua produzione grafica: la sua vocazione per l’incisione ha accompagnato la sua arte fin dall’inizio e le sue prime lastre incise risalgono al 1911 quando l’artista era appena ventunenne.
La selezione (081, 082, 083, 084) delle incisioni realizzate dal 1912 al 1961, presentate in mostra dalla Galleria d’Arte Maggiore G.A.M. mette in evidenza il rapporto confidenziale tra il Maestro bolognese e questa tecnica grafica.
L’importanza delle incisioni per Morandi si esternò palesemente alla Biennale di Venezia del 1927 quando decise di esporre un numero di incisioni superiore a quello dei dipinti e significativamente dal 1930 insegnò all’Accademia di Bologna proprio tecniche dell’incisione.
La sfida dell’incisione è rappresentata dalla bicromia che porta all’estremo la variazione del chiaroscuro e la frequenza del segno che già troviamo nei suoi dipinti. Morandi non ha bisogno di colore per determinare la forma e lo spazio, si affida solo alla gamma di grigi che creano la tessitura dell’acquaforte.
Morandi quindi è pittore e incisore, ma senza considerare questa seconda come una attività minore.
La sua attenzione per questa tecnica si nota anche per la minuzia con cui medita ed elabora ogni tratto grafico prima di imprimerlo sulla lastra. E’ totale l’assenza di segni grafici rapidi e improvvisati.
Il suo modus operandi nell’incisione si sviluppa sempre con l’affiancare una moltitudine di fini segni grafici che riescono a rendere le varie tonalità, farsi struttura di disegni ben pensati.
Le sue composizioni, risultato di lunghissime meditazioni che conducono ad una organizzazione dei rapporti tra oggetti, svelano un gioco che si fa architettonico di volumi e forme.
Il rigore di Morandi non si tramuta in freddezza né monotonia. Le sue grafiche sono prove di profonda meditazione del soggetto, una rielaborazione della realtà che sfocia in una visione interiore.
La luce è il solo e unico soggetto delle sue composizioni.
Gli umili oggetti delle celebri nature morte sono solo espedienti per esibire questa luce che deriva dalla visione interiore e, con questo presupposto metafisico, la grande assente è spesso proprio l’ombra. L’arte di Giorgio Morandi continua ancora oggi a rivelarsi ricca di echi interiori e di un’innovativa profondità.
L’UNITA’ D’ITALIA DEGLI UOMINI D’ARMA E PENNELLO
LA MILANO RISORGIMENTALE IN VIGNETTA
Nell’anniversario dei 150 anni dell’Unità d’Italia non poteva mancare alla mostra Collezioni d’Arte antica, moderna e antiquariato un omaggio all’importante celebrazione nazionale.
Collezionisti e appassionati potranno vedere un interessante album di Sebastiano De Albertis, uno dei pittori più fecondi dell’Ottocento italiano, presentato da Studiolo Galleria d’Arte.
De Albertis fu un fervente patriota milanese, partecipò alle Cinque Giornate di Milano, alle Guerre d’Indipendenza e a varie spedizioni al seguito di Giuseppe Garibaldi.
L’album contiene più di 40 ritratti ad acquarello raffiguranti importanti personalità milanesi calate in un divertente contesto mondano. Tra questi molti vissero da protagonisti anche le vicende risorgimentali, come ad esempio il conte Giulio Venino, animoso patriota che osò fischiare l’imperatore Francesco Giuseppe d’Austria al suo ingresso a Milano nel 1857 e due anni dopo si arruolò nell’esercito piemontese, o il ritratto del primo sindaco di Milano, Antonio Beretta, eletto nel 1860 e rappresentato in toni leggeri in una cornice mondana.
La familiarità con l’ambiente militare lo portò a dedicare, in modo quasi esclusivo, la sua opera pittorica a questo contesto. Seguì il grande filone del romanticismo con brio e con una raffinata vivacità resa con un colorismo pacato, caratteristiche ben evidenti nell’acquarello “Esercito Italiano. Capitano d’Artiglieria” esposto da Bottegantica.
La galleria Dame e Cavalieri esporrà invece una tecnica mista su cartoncino di Stanislao Grimaldi datata 1860 e raffigurante uno scontro di cavalleria tra il reggimento dei dragoni di Piemonte e gli Ussari austriaci durante la Prima Guerra di Indipendenza, l’opera presenta anche il timbro a secco di casa Savoia.
Stanislao Grimaldi, rampollo di una delle famiglie aristocratiche piemontesi più in vista alla corte sabauda, parente del ramo dei Grimaldi di Monaco. Intraprese la carriera militare e nel 1845 si arruolò in cavalleria dove si distinse partecipando alle vicende del Risorgimento chiamato a servire nelle campagne rivoluzionarie per l’indipendenza d’Italia. Anche professore all’Accademia Albertina di Torino, dedicò la sua vita all’arte prediligendo i soggetti militari e catturò per la posterità i momenti più drammatici di quelle campagne con una rapidità del gesto che rende ancora oggi l’idea del movimento della battaglia.
Tra i pittori che più rappresentarono l’epopea risorgimentale è sicuramente da segnalare Giovanni Fattori che con le sue opere contribuì a promuovere fra i suoi contemporanei gli ideali unitari. Pittore toscano, terra dove l’entusiasmo patriottico di molti artisti della generazione post-romantica fu strettamente unito alla volontà di rifondare il linguaggio artistico nella fervida convinzione che solo nella libertà politica la nuova arte avrebbe trovato piena realizzazione.
Fattori, testimone attento dei suoi tempi, prese parte alle battaglie per l’Unità d’Italia, raffigurò spesso scene militari dipingendo anche direttamente dal vero e quindi facendosi precursore dell’impressionismo en plein air francese.
In mostra sarà presente un bell’esempio nel dipinto “Due soldati” databile attorno al 1895, esposto da Società di Belle Arti dove si nota la sperimentazione della tecnica coloristica dei macchiaioli, tramite l’apposizione della “macchia”, per nuove ricerche cromatiche luministiche.
L’importanza di questi tre rappresentanti risorgimentali sta anche nel fatto che non furono solo uomini di pennello ma in primis uomini d’armi che non solo celebrarono le gesta che portarono all’Unità italiana ma ne furono protagonisti e primi attori.
COLLEZIONI D’ARTE Antica, Moderna e Antiquariato e l’Associazione Amici di Brera
partner nella salvaguardia del patrimonio artistico e culturale della Pinacoteca di Brera
Anche quest’anno si riconferma la felice dialettica tra il mercato dell’arte ed il collezionismo uniti nell’intento di promuovere la passione per l’arte. La quarta edizione, curata come da tradizione da Compagnia delle Mostre e ospitata nel prestigioso palazzo de La Permanente di Milano, si distinguerà per un’importante collaborazione, quella con l’Associazione Amici di Brera.
L’Associazione opera per la salvaguardia e la valorizzazione del Palazzo e della Pinacoteca di Brera, gioiello museale milanese di fama internazionale grazie ai capolavori unici che custodisce, e dei musei milanesi dal 1926. Gli Amici di Brera promuovono attività per avvicinare vecchi e nuovi appassionati alle realtà culturali del nostro Paese e agiscono finanziando restauri ed interventi sul patrimonio artistico.
La passione per l’arte e l’interesse per la sua promozione che accomuna gli Amici di Brera e Collezioni d’Arte ha portato al finanziamento del restauro di due importanti dipinti conservati ed esposti nella Pinacoteca di Brera:
Le tentazioni di Sant’Antonio (olio su tela, cm 40×47) di Giambattista Tiepolo e Il buon samaritano (olio su tela, cm 133×133) di Joachim von Sandrart.
Il dipinto di Giambattista Tiepolo (Venezia 1696 – Madrid 1770), maestro della pittura veneta settecentesca che diffuse per le corti europee la rivoluzione del colore veneziano, risale al 1725 circa. L’opera, annoverata tra i capolavori giovanili del pittore, risente ancora delle influenze di Sebastiano e Marco Ricci. Rappresenta una visione fantastica sospesa in un paesaggio irreale dominato dai toni caldi che sembrano emanare dalla figura diabolica. L’opera lascia già trasparire, con la sua eccezionale libertà nella resa pittorica, quella che sarà la maturità tecnica del Tiepolo, capace di infondere alle scene una diffusa luminosità grazie ad una luce vivida che ne esalta i valori cromatici.
Il dipinto di Joachim von Sandrart (Francoforte 1606 – Norimberga 1688) datato 1632, arrivò alla Pinacoteca di Brera nel 1830 come eredità del pittore Andrea Appiani che ne ricoprì ruolo di commissario e direttore. Von Sandrart, tra i più importanti artisti tedeschi nonchè storico dell’arte, lavorò a Roma nel momento di massimo prestigio della cultura barocca all’inizio degli anni Trenta del ‘600.
La sua abilità nel rendere la luce che gli valse il soprannome di Maestro del Lume di Candela ci sorprende sul costato dell’uomo percosso e testimonia come fosse rimasto colpito da diverse correnti artistiche italiane, dal realismo di Caravaggio, al paesaggio veneto, fino alla statuaria antica.
Gli interventi di restauro promossi da Amici di Brera e Collezioni d’Arte permetteranno quindi di restituire questi due capolavori al pubblico che potrà così tornare ad apprezzare il loro valore storico ma anche la loro profonda carica espressiva ed estetica.
Aon Italia – Main sponsor della manifestazione
L’appuntamento fisso per appassionati, collezionisti, antiquari e galleristi, COLLEZIONI D’ARTE Antica, Moderna e Antiquariato ritorna sulla scena milanese dal 13 al 17 aprile 2011. Anche quest’anno si riconferma la felice dialettica tra il mercato dell’arte ed il collezionismo uniti nell’intento di promuovere la passione per l’arte. La quarta edizione, curata come da tradizione da Compagnia delle Mostre e ospitata nel prestigioso palazzo de La Permanente di Milano, vanta come main sponsor Aon S.p.a.
Aon S.p.A. è leader italiano nel brokeraggio assicurativo e riassicurativo, nella consulenza nei servizi di Risk Management e nella consulenza aziendale per la gestione delle risorse umane. Aon S.p.A. annovera clienti nel settore finanziario, alimentare, auto motive, chimico farmaceutico, energia e petrolchimico, pubblica amministrazione e sanità, grande distribuzione, marittimo e trasporti. Il Gruppo Aon in Italia consta di una struttura di oltre 1.000 dipendenti e ha 33 uffici in 31 città del territorio nazionale. Il Gruppo Aon opera al fianco di oltre 8.000 aziende e 700 enti pubblici, fornendo soluzioni competitive e personalizzate per la gestione del rischio. Si avvale, inoltre, di un network internazionale di professionisti, con competenze specifiche dei mercati, che consente di supportare il Cliente con soluzioni innovative ed efficaci nella gestione del rischio.
La passione per l’arte e l’interesse per la sua tutela accomuna Aon e Collezioni d’Arte, infatti Aon ha una divisione specializzata e dedicata al settore Fine Arts and Jewellery. Il Fine Arts è un settore altamente specialistico che si concentra su pochissimi mercati assicurativi. Le coperture sono le tipiche “All Risks – da chiodo a chiodo” che garantiscono il proprietario – collezionista privato o istituzione – contro tutti i rischi legati alla movimentazione e alla giacenza delle opere d’arte Aon Artscope, leader nella gestione dei rischi nel settore dell’Arte, è formata da 11 professionisti specializzati e ha la propria sede a Firenze con distaccamenti presso l’ufficio di Roma e Milano. Grazie alla presenza di un network internazionale Aon è in grado di assistere i Clienti in ogni paese del mondo.
Le tradizionali coperture furto e incendio non sono sufficienti a coprire tutte le insidie che nascono da eventi fortuiti, fenomeni naturali o disattenzioni, è lunghissima la serie di casi imprevedibili da cui possono derivare danni parziali, la perdita definitiva dell’opera o il suo deprezzamento. Aon Artscope è in grado di sviluppare proposte assicurative flessibili e adattabili ad ogni esigenza, possiede un’elevata forza contrattuale con i principali assicuratori nazionali ed internazionali e fornisce ai propri Clienti una completa assistenza nella gestione dei contratti assicurativi e dei sinistri.
La specializzazione di Aon Artscope riesce a soddisfare diverse tipologie di soggetti: enti pubblici e privati, sovrintendenze, enti museali pubblici e privati, etc.. Per citare alcuni esempi, negli ultimi tre anni Aon ha assicurato le seguenti mostre: Canova e la Venere Vincitrice – Roma, Galleria Borghese (febbraio – ottobre 2008, Sebastiano del Piombo 1845-1547 – Roma, Palazzo Venezia (febbraio-giugno 2008),Correggio e l’antico – Roma, Galleria Borghese (maggiosettembre 2008), Capolavori dalla Città proibita – Roma, Museo del Corso (novembre-marzo 2008), Cina: alla corte degli imperatori – Firenze, Palazzo Strozzi (marzo-giugno 2008), Giovanni Bellini – Roma, Scuderie Del Quirinale (settembre-gennaio 2009), Galileo. Immagini dell’universo dall’antichità al telescopio – Firenze, Palazzo Strozzi (marzo-agosto 2009), De Chirico Max Ernst, Magritte – Firenze, Palazzo Strozzi, (gennaio-agosto 2010), Salvador Dalì – Milano, Palazzo Reale (agosto 2010- febbraio 2011), Guttuso. Passione e Realtà – Mamiano, Fondazione Magnani Rocca (agosto 2010 – dicembre 2010), Vittorio Emanuele II. Il re galantuomo – Torino, Palazzo Reale (settembre 2010 – marzo 2011), Morandi. L’essenza del paesaggio – Alba, Fondazione Ferrero (ottobre 2010 – gennaio 2011), Bronzino – Firenze, Palazzo Strozzi (settembre 2010 – gennaio 2011), Novecento Sedotto – Firenze, Museo Annigoni (ottobre 2010 – maggio 2011), 8 ½ – Fondazione Nicola Trussardi – Firenze, Stazione Leopolda (gennaio 2011 – febbraio 2011), Picasso, Mirò, Dalì. Giovani e arrabbiati. La nascita della modernità. Firenze, Palazzo Strozzi ( febbraio 2011 – luglio 2011).
Aon Italia è il gruppo leader italiano nel brokeraggio assicurativo e riassicurativo, nella consulenza nei servizi di Risk Management e nella consulenza aziendale per la gestione delle risorse umane. Il Gruppo è presente in Italia con 33 uffici in 31 città italiane e si avvale di oltre 1000 dipendenti per fornire alle PMI, ai grandi Gruppi industriali e finanziari e agli Enti Pubblici soluzioni su misura per una adeguata gestione dei rischi.
Aon Italia è la branch italiana di Aon Corporation, capogruppo quotata al NYSE che ha il suo quartiere generale a Chicago negli Stati Uniti.
Aon da sempre attenta all’innovazione nel dinamico mercato assicurativo, fornisce supporto e competenze specifiche nella definizione delle strategie che consentono di gestire e controllare i diversi rischi aziendali. Nel 2009 il Gruppo ha realizzato in Italia ricavi netti per 134 milioni di euro e ha intermediato premi per oltre 1.6 miliardi di euro.
informazioni utili:
COLLEZIONI D’ARTE Antica Moderna e Antiquariato
13 – 17 aprile 2011. Inaugurazione: 12 aprile 2011, dalle ore 11.00 alle ore
22.00, su invito
Milano
Museo della Permanente
Orario: Da mercoledì 13 a sabato 16 ore 11.00 – 21.00. Domenica 17 ore 11.00 –
20.00
www.collezionidarte.it
biglietto: 15 €