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Biennale Antiquariato Firenze

XXVII EDIZIONE
BIENNALE INTERNAZIONALE DELL’ANTIQUARIATO

 
1 – 9 ottobre 2011, Palazzo Corsini, Firenze

Arrivata alla sua ventisettesima edizione la Biennale dell’Antiquariato di Firenze vede quest’anno la partecipazione di 88 gallerie tra italiane, 74 e straniere 14, quasi lo stesso numero del 2009. La Biennale che si svolge dal dal 1 al 9 ottobre 2011, offre un viaggio attraverso oggetti molto diversi gli uni dagli altri: dai dipinti ai piatti, dai libri antichi fino alle sculture. All’edizione XXVII l’associazione Antiquari Firenze ha voluto affiancare anche una manifestazione che coinvolgerà le strade del centro cittadino. “Vie degli antiquari” propone iniziative organizzate all’interno delle stesse gallerie, aperte al pubblico per lezioni a tema tenute da critici d’arte e mostre.

Con Ottantotto antiquari, 74 italiani e 14 stranieri, torna la Biennale dell’Antiquariato , edizione numero 27 , allestita come sempre dal maestro Pier Luigi Pizzi, a Palazzo Corsini dal 1 al 9 ottobre 2011. Era il 1959 infatti quando da una felice intuizione di Mario e Giuseppe Bellini nacque la più importante mostra di arte italiana nel mondo.
All’edizione XXVII l’ Associazione Antiquari Firenze ha voluto affiancare anche una manifestazione che coinvolgerà le strade del centro cittadino. “Vie degli antiquari” propone iniziative organizzate all’interno delle stesse gallerie, aperte al pubblico per lezioni a tema tenute da critici d’arte e mostre.

Le opere d’arte esposte da antiquari di tutto il mondo, sono le star indiscusse della mostra. Ma, l’aspetto di cui si parla poco, sono gli interventi che la Biennale mette a disposizione per restaurare, attraverso i suoi eventi collaterali, molti dei tesori d’arte fiorentini. Basti ricordare che con i 10.000 Euro del premio per la scultura più bella presentata alla Biennale del 2009, sponsorizzato da ETRO, sono state restaurate opere molto importanti: quello del busto in terracotta policroma che raffigura Ludovico Martelli e relativo basamento, conservato al Museo di Casa Martelli, e al restauro del rilievo in marmo bianco di Antonio Rossellino Adorazione del Bambino e Annuncio ai pastori conservato al Museo Nazionale del Bargello. E per la XXVII Biennale il premio per il dipinto più bello, sponsor la Banca di Cambiano, sarà utilizzato per restaurare la lunetta raffigurante il Compianto sul Cristo morto di Lorenzo Sanseverino, conservato nella Galleria degli Uffizi dal 1815.


Michele Gargiulo Antichità, Napoli
Antiveduto Gramatica (Roma, 1570 – 1626)
Santa Dorotea
XVII secolo/XVII century
Olio su tela cm 75 x 99

La Biennale offre oggetti molto diversi gli uni dagli altri, per tutte le categorie del collezionismo, si spazia infatti dai dipinti ai piatti, dai libri antichi, alle sculture.

Tra le opere in mostra a Palazzo Corsini troviamo una coppia di tavoli torniti ed intagliati in legno di noce, col piano in marmo di Verona, al collezionista non può passare inosservata la loro singolarità. Furono probabilmente conservati nella biblioteca di un raffinato nobiluomo milanese. Tipica ne è infatti la foggia lombarda: il piano d’appoggio incassato è costituito da una spessa lastra in marmo di Verona. Sarà presentata anche una grande specchiera veneziana con decorazioni, lumeggiature dorate e inserti in madreperla.
Ducato di Milano, periodo spagnolo, XVII secolo
Coppia di tavoli torniti e intagliati in legno di noce, piano in marmo di Verona
Un importante documento di scena di vita settecentesca è il dipinto del pittore veronese Marco Marcola “Festa in piazza”, firmata e datata 1772. E’ notevole la carica espressiva che il Marcola sa esprimere ai suoi personaggi colti nella realtà quotidiana della vita del tempo, rivelando un particolare senso di “humour”nell’evocazione dei vari episodi, dove si mescolano le classi sociali, dagli aristocratici ai popolani, dalla gente di teatro alle maschere, dai militari ai contadini. Di grande interesse è la riscoperta di due dipinti di Thomas Patch, Veduta dell’Arno con il ponte di Santa Trinita e Veduta di piazza della Signoria conservati per più di mezzo secolo in una collezione privata tedesca. Le due opere infatti sono un esempio tipico della produzione di Patch e raffigurano due dei luoghi più celebri di Firenze: Piazza della Signoria, presa da Nord, e con al centro della veduta i due edifici più famosi, Palazzo Vecchio e la Loggia dei Lanzi, e il ponte di santa Trinita preso dalla sponda di Oltrarno.

Longari Arte, Milano
Coppia di angeli reggi torcia
Lombardia, fine del XV secolo/Lombardy, late XV century
Legno policromato e dorato
cm 26 x 23 x 77

Non mancano i disegni, come i sette del Canaletto, provenienti da un’importante collezione privata, che riproduco schizzi di vedute di Venezia, preparatori per importanti dipinti; un disegno a pastello di Rosalba Carriera raffigurante il ritratto di Agostino Suarez, quelli a penna nera e guache bruna di Giandomenico Tiepolo firmati raffiguranti Cani in corsa e Tre cani in un paesaggi; un raro acquerello, matita, inchiostro e penna raffigurante l’Allegoria della città di Firenze, eseguito da Pietro Antonio Novelli.
Troviamo anche un libro antico, di Giuseppe Zocchi, Allegrini 1744, con ventiquattro vedute delle principali contrade, piazze, chiese e palazzi della città di Firenze. La legatura è in pieno marocchino rosso del tempo, il frontespizio e ventiquattro tavole a doppia pagina incise in rame da disegni dello Zocchi.

E’ di Antonello Gagini il Frammento della antica tribuna della Cattedrale di Palermo, smontata nel 1797. Sul verso il marmo è stato riscolpito nel XIX secolo e presenta il ritratto del Cardinale Ferdinando Maria Pignatelli. Sarà presentata inoltre un’intensa scultura in terracotta che rappresenta Cristo Risorto di Alessandro Algardi, il maggiore scultore barocco insieme a Bernini e una serie di sei tondi in marmo su pietra di paragone raffiguranti personaggi della famiglia Petrucci, eseguiti da Antonio Montauti; oltre a una coppia di busti in marmo attribuiti alla Bottega di Lorenzo Bartolini, raffiguranti Napoleone e Maria Luisa D’Asburgo – Lorena.
Da segnalare un trittico di Alberto Arnoldi e cerchia del Maestro di Marradi, contenente una scultura lignea a tutto tondo, raffigurante Madonna col Bambino. Questa è una sintesi degli oltre 3000 oggetti presenti in mostra.

Les Enluminures, Parigi
Graduale (uso degli Olivetani) 1430 circa
Manoscritto in latino su pergamena con 5 miniature
con le iniziali istoriate dal Maestro Olivetani e il Maestro del Coro deI libri Lodi
 e 11 iniziali decorate dal Maestro del Coro dei libri Lodi.
mm 595 x 435
Su tutte le opere esposte alla Biennale vigilerà il Comitato scientifico, che dovrà verificare l’autenticità delle opere esposte, la loro conservazione e la loro corretta attribuzione. Il 28 settembre, due commissioni, la prima nominata dall’Ufficio Esportazione di Firenze, la seconda inviata dal Ministero per Beni e le Attività Culturali esamineranno le opere per le quali gli antiquari chiederanno gli attestati di libera circolazione, documento che permette alle opere d’arte italiane di circolare in ambito internazionale, e comunicheranno agli interessati nella stessa giornata stessa giornata la decisione sulla esportabilità o meno delle opere esaminate: un modus operandi unico della Biennale fiorentina, consolidato e affinato negli anni, che sottolinea l’internazionalità dell’esposizione.
 
MORETTI – Firenze, Londra e New York
Giovanni Di Paolo
(Siena, circa 1400 – 1482)
Santa Chiara d’Assisi; Sant’Elisabetta d’Ungheria
ognuna cm 31,5 x 12

ELENCO DEGLI ESPOSITORI

ANTICHITÀ BRUSCHI DI ANITA ALMEHAGEN

Via dei Fossi, 42/r
50123 Firenze
Tel. e Fax +39 055 280 970
www.bruschicasaarte.com
bruschicasaarte@interfree.it
ALTOMANI & SONS
Via Borgospesso 12/14
20121 Milano
Tel. +39 02 201 033 Fax +39 02 890 742 51
mail@altomani.com
www.altomani.com

FRANCESCA ANTONACCI
Via Margutta 54
00187 Roma
Tel. +39 06 454 330 36 Fax +39 06 454 330 54
info@francescaantonacci.com
www.francescaantonacci.com

PAOLO ANTONACCI ANTICHITA’ S.r.l.
Via del Babuino 141a
00187 Roma
Tel. +39 06 326 516 79 Fax +39 06 326 290 14
info@paoloantonacci.com
www.paoloantonacci.com

L’ARTE ANTICA S.a.s. di Silverio Salamon
Via A. Volta  9
10121 Torino
Tel. +39 011 562 58 34 – +39 011 549 041 Fax 39 011 534 154
salamons@tin.it
http://www.salamonprints.com/

GIOVANNI ASIOLI MARTINI ANTIQUARIO
Via Emilia 3
40026 Imola (Bologna)
Tel. +39 0542 354 08 – +39 0545 829 44 Fax +39 0545 818 46
asiolimg@libero.it

W APOLLONI
Via del Babuino, 132/34
00187 Roma
Tel. +39 06 36002216
Fax +39 06 36002217
wapolloni@tiscali.it

ARTEMISIA ARTE ANTICA
Conde de Aranda 21
28001 Madrid
Tel. +34 91 577 6407
Mob. +34 630 976 629
Fax +34 91 435 1048
artemisia@telefonica.net

BACARELLI  ANTICHITA’
Via dei Fossi 33r
50123 Firenze
Tel. +39 055 215 457 Fax +39 055 282 013
bacarelli@bacarelli.com
www.bacarelli.com

GUIDO BARTOLOZZI ANTICHITA’ S.r.l.
Via Maggio 18r
50125 Firenze
Tel. +39 055 215 602 Fax +39 055 292 296
info@guidobartolozzi.com

BOTTEGANTICA S.r.l.
Via d’Azeglio 96a
40123 Bologna
Tel. e Fax +39 051 331 388
info@bottegantica.com
www.bottegantica.com

BOTTICELLI – VIA MAGGIO
Via Maggio 47r
50125 Firenze
Tel. e Fax +39 055 230 2095
botticelliantichita@botticelliantichita.com

MAURIZIO BRANDI ANTIQUARIO
Via D. Morelli 9/11
80121 Napoli
Tel. +39 081 764 3882 Fax +39 081 764 3906
mbrandinapoli@alice.it

CAIATI – SALAMON
Via Gesù 17
20121 Milano
Tel. +39 02 794 866;+39 02 783 863 Fax +39 02 760 127 41
info@caiatisalamon.com
www.caiatisalamon.com

GALLERIA ANTIQUARIA CAMELLINI 
Via XX Settembre, 79
41049 Sassuolo (Modena)

Tel. +39 0536 883 326
Fax +39 0536 985 995

www.antiquescamellini.it
info@antiquescamellini.it

GALLERIA CANELLI
Via Monte di Pietà, 19
20121 Milano
Tel. +39 02 760 021 24
Fax +39 02 763 189 49
vcanelli@tiscali.it

GALERIE CANESSO 
26 rue Laffitte
75009 Parigi
Tel. +33 1 4022 6171
Fax +33 1 4022 6181
www.canesso.com
contact@canesso.com

PIETRO CANTORE “CANTORE GALLERIA ANTIQUARIA”
Via Farini, 14
41121 Modena
Tel. e Fax +39 059 225 400
www.galleriacantore.it
info@galleriacantore.it

MIRCO CATTAI 
Via Senato, 45
20121 Milano
Tel. e Fax +39 02 76008959
www.mircocattai.com
info@mircocattai.com

CAVIGLIA
Via Rodari – P.O. Box 131
6817 Maroggia – Lugano
Tel. e Fax +41 91 649 9710 Cel. +41 79 620 7833
caviglia@tele2.ch

ALESSANDRO CESATI
Via San Giovanni sul Muro 3
20121 Milano
Tel. +39 02 864 609 28 Fax +39 02 720 216 64
acesati@tiscali.it

CHIALE ANTIQUARIATO S.a.s. Chiale Alessandro
Via S. Tempia 22
Via M. Castelli 7
12035 Racconigi (Cuneo)
Tel. +39 0172 852 84 Fax +39 0172 811 251
info@chialeantiquariato.com
www.chialeantiquariato.com

LUCIANO COEN ARAZZI E TAPPETI ANTICHI
Via Margutta 63 e 65
00187 Roma
Tel. +39 06 320 7604 Tel. e Fax +39 06 320 7730
lcoen@tin.it
http://www.lucianocoen.com/

COPERCINI & GIUSEPPIN
Salita G. da Gaibana, 1
35032 Arqua Petrarca (Padova)
Tel. e Fax +39 0429777339
copercinigiuseppinpadova@virgilio.it

MARCO DATRINO e C. S.a.s.
Via Balbo 34 – Castello
10010 Castello di Torre Canavese (Torino)
Tel. 0124/501071 Fax 0124/501117 Cell. 335/226100
galleriadatrino@alice.it
http://www.galleriadatrino.it/

ELISA DE CARLO
Via Maggio, 34/r
50125 Firenze
Tel. e Fax +39 055 293 368
lisa.decarlo@virgilo.it

DE JONCKHEERE
100 rue du Faubourg Saint Honoré
75008 Parigi
Tel. +33 1 426 669 49 Fax +33 1 426 613 42
art.dejonckheere@wanadoo.fr

ANTICHITÀ DEI BARDI
Via dei Fossi, 11/r
50123 Firenze
Tel. e Fax +39 055 215 688
www.antichitadeibardi.com
dei.bardi@libero.it

DEREK JOHNS LTD .
12 Duke Street, St. James’s
SW1Y 6BN Londra
Tel. +44 207 839 7671 Fax +44 207 930 0986
www.derekjohns.co.uk
fineart@derekjohns.co.uk

ANTICHITA’ ALBERTO DI CASTRO
Piazza di Spagna 5
00187 Roma
Tel. +39 06 679 2269 Fax +39 06 678 7410
info@dicastro.com
www.dicastro.com

ALESSANDRA DI CASTRO
Piazza di Spagna 3/4
00187 Roma
Tel. +39 06 699 231 27 Fax +39 06 697 900 70
info@alessandradicastro.com

FONDANTICO di  Tiziana Sassoli
Via Castiglione 12/b
40124 Bologna
Tel. +39 051 265 980 Fax +39 051 656 5376
fondantico@tiscalinet.it
www.seleart.com/fondantico

ENRICO FRASCIONE
Via dei Fossi 61/r
50123 Firenze
Tel. e Fax +39 055 294 087
federicogv@yahoo.it

GALLERIA D’ORLANE
Piazza Turati 11
26041 Casalmaggiore (Cremona)
Tel. +39 0375 433 18 Fax +39 0375 200 131
galleriadorlane@libero.it

GALLERIA GOMIERO
Via R. Pilo 11
20129 Milano
Tel. +39 02 205 202 50 Fax +39 049 521 1027 Cel. +39 348 263 7330
diegogomiero@aliceposta.it

GALLO ANTIQUARIATO
Via A. De Gasperi 5/a
35027 Noventa Padovana (Padova)
Tel. e Fax +39 049 622 6534 Cel. 335 524 83 11
galloarte@gmail.com

MICHELE GARGIULO ANTICHITA
Via C. Poerio, 32
80121 Napoli
Tel. +39 081 764 3854
Mob. +39 337 661 181
Fax +39 081 245 1275
grazia galanteria@alice.it

GRASSI STUDIO
599 Broadway, 10th floor
10012 New York, N.Y.
Tel. +1212 226 6616 Fax +1212 226 5496
Cel.+39 347 938 89 27 Cel. +33 611 605 665
mail@grassistudio.com
http://www.grassistudio.com/

IOTTI GIANFRANCO E FIGLIO ANTICHITA’
Via Amendola 55/a
42100 Reggio Emilia
Tel. e Fax +39 0522 552 838
siottiantichita@libero.it

ANTIQUITES IERMANO DI SALVATORE IERMANO 
Via Domenico Morelli, 28-30
80121 nNapoli
Tel. +39 081 7643913
Fax +39 081 19565855
antichitaiermano@genie.it

GALLERIA SILVANO LODI & DUE
Via San Primo 6
20121 Milano
Tel. +39 02 799 151 Fax +39 02 799 252
info@lodiedue.com
http://www.lodiedue.com/

GALLERIA LONGARI ARTE
Via Bigli 15
20121 Milano
Tel. +39 02 794 287 Fax +39 02 780 322
m.longari@fastwebent.it
longariarte@libero.it

DAMIANO LAPICCIRELLA
Borgognissanti 56r
50123 Firenze
Tel. +39 055 284 902 Fax +39 055 216 598
d@lapiccirella.com
http://www.lapiccirella.com/

ENRICO LUMINA
Via Sant’Alessandro 69b
24122 Bergamo
Tel. e Fax +39 035 230 156
enrico.lumina@libero.it
http://www.enricolumina.com/

SPAZIO LEBOLE
Via Margaritone 27
52100 Arezzo
Tel. e Fax +39 0575 370 422
Via del Babuino 38
00187 Roma
Tel. e Fax +39 06 360 017 31
info@spaziolebole.it
http://www.spaziolebole.it

LES ENLUMINURES
Le Louvre des Antiquaires
2 Place du Palais Royal
75001 Parigi
Tel. +33 01 4260 1558
Fax +33 01 4015 0025
www.lesenluminures.com
info@lesenluminures.com

CESARE LAMPRONTI
Via del Babuino, 174
00187 Roma
Tel. +39 06 3218624
Fax +39 06 3227194
www.cesarelampronti.it
amministrazione@cesarelampronti.it

MATTEO LAMPERTICO “ARTE ANTICA E MODERNA”
Via Montebello, 30
20121 Milano
Tel. +39 02 365 865 47
Fax +39 02 365 865 48
www.matteolampertico.it
info@matteolampertico.it

FABIO MASSIMO MEGNA
Via del Babuino 148/a
00187 Roma
Tel. e Fax +39 06 361 3775
megnam@inwind.it

MINOZZI ANTICHITA’
Via Santa Marta 15
20123 Milano
Tel. e Fax +39 02 720 027 14
minozziantichita@nenepiatti.191.it
SANDRO MORELLI
Via Maggio 51r
50125 Firenze
Tel. e Fax +39 055 282 789
sanmorelli@gmail.com
MORETTI S.r.l.
Piazza degli Ottaviani 17r
50123 Firenze
Tel. +39 055 265 4277 Fax +39 055 239 6652
info@morettigallery.com
43-44 New Bond Street
Londra W1S 2SA
Tel. +44 207 491 0533 Fax +44 207 491 0553
london@morettigallery.com
25 East 80th Street
10075 New York
Tel. +1 212 249 4987 Fax +10212 755 0792
newyork@morettigallery.com
http://www.morettigallery.com

GALLERIA NAPOLINOBILISSIMA
Via Vittoria 6
80121 Napoli
Tel. +39 081 764 3550 Fax +39 081 245 7679
info@gallerianapolinobilissima.it, info@napoli-nobilissima.it
http://www.gallerianapolinobilissima.it/

ADOLFO e ALESSIO NOBILI DIPINTI ANTICHI
Via E. Filiberto 4
20050 Canonica Lambro (Milano)
Tel. e Fax +39 0362 738 29 Cel. +39 335 282 667
info@quadriantichi.it
www.quadriantichi.it

MAURIZIO NOBILE 
Via Santo Stefano, 19/a
40125 Bologna
45, rue de Penthievre
75008 Paris
Bologna Tel. +39 051 238363
Parigi Tel. +33 01 45630775
www.maurizionobile.com
bologna@maurizionobile.com
paris@mauizionobile.com
CARLO ORSI
Via Bagutta 14
20121 Milano
Tel. +39 02 760 022 14 Fax +39 02 760 040 19
info@galleriaorsi.com
http://www.galleriaorsi.com/

GALLERIA PASTI BENCINI
Via Maggio 26r
50125 Firenze
Tel. e Fax +39 055 282 384
info@pastibencini.com
http://www.pastibencini.com/

GALLERIA PREVITALI
Via T. Tasso 21
24121 Bergamo
Tel. +39 035 248 393 – +39 035 215 905 Fax +39 035 240 457
info@galleriaprevitali.com
http://www.galleriaprevitali.com/

WALTER PADOVANI
Via Santo Spirito 26/a
20121 Milano
Tel. e Fax +39 02 763 189 07
galleria@walterpadovani.it
http://www.walterpadovani.it/

A. PALLESI & C.
Via Margutta 54
00187 Roma
Tel. e Fax +39 06 326 003 38
A.Pallesi@libero.it

PARRONCHI DIPINTI ‘800 – ‘900
Via dei Fossi 18r
50123 Firenze
Tel. +39 055 215 109 Fax +39 055 294 097
turatiarte@tin.it
www.galleriaparronchi.it

PIACENTI ART GALLERY
Via Maggio 17r
50125 Firenze
Tel. +39 055 285 232 Fax +39 055 267 6754
info@piacentiart.com
http://www.piacentiart.com/

LA PINACOTECA
Via Vannella Gaetani 4
80121 Napoli
Tel. e Fax +39 081 764 5741
lapinacoteca@libero.it

PIVA & C.
Via Bigli 7
20121 Milano
Tel. +39 02 760 006 78 Fax +39 02 783 440
info@pivaec.it
http://www.pivaec.it/

FRANCESCO PIVA “L’ANTICA FONTE”
Via San Damiano 5
20122 Milano
Tel. +39 02 760 002 36 Fax +39 02 781 007
piva_francesco@libero.it

GIOVANNI PRATESI ANTIQUARIO
Via Maggio 13
50125 Firenze
Tel. +39 055 239 6568 Fax +39 055 211 096
giovannipratesi@inwind.it

PALAZZO TORLO ANTIQUARIATO
Via Curtoli, 28
Torre del Greco – Napoli
Via Carlo Pisacane, 44
Milano
Napoli Tel. + 39 081 3580095
Fax +39 081 8820853
Milano Tel. e Fax + 39 02 29525980
www.palazzotorlo.it
info@palazzotorlo.it

ANTICHITÀ PISELLI BALZANO
Via Maggio, 23/r
50125 Firenze
Tel. +39 055 239 8029
Fax +39 055 267 6274
www.antichitapisellibalzano.it
info@antichitapisellibalzano.it

IL QUADRIFOGLIO S.r.l.
Via Pisacane 40
20129 Milano
Tel. +39 02 295 180 31 Fax +39 02 204 086 37
ilquadrifogliomilano@libero.it

ENNIO e PIERO  RICCARDI ANTICHITA’
Via Turrione 2
06081 San Rufino – Assisi (Perugia)
Tel. +39 075 812 877 Cell. +39 335 220 9221 – +39 335 637 2152 Fax  +39 075 800 5141
riccardi.antichita@gmail.com

ROBILANT+VOENA
1st floor, 38 Dover Street
W1S 4LN Londra
Tel. +44 207 409 1540 Fax +44 207 409 1565
edmondo@dirobilant.com
http://www.robilant+voena.com/
Via Fontana 16
20122 Milano
Tel. +39 02 805 6179 Fax +39 02 805 5577
info@marcovoena.com
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ROMIGIOLI ANTICHITA’ S.r.l.
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PIACENTI ART GALLERY – Firenze
Francesco Conti
(Firenze, 1682 – 1760)
Allegoria della Musica
Olio su tela
cm 200 x 145

La storia della manifestazione

Era il 1959 quando da una felice intuizione di Mario e Giuseppe Bellini nacque la più importante manifestazione antiquaria italiana e una delle più significative al mondo, che vide coinvolti non solo operatori italiani, ma anche quell’élite di stranieri che percepivano in Firenze il senso e l’immagine della cultura umanista, intesa come colta e appassionata ripresa dei valori etici, estetici e spirituali di quella classicità greca, e, soprattutto romana, che è misura ed equilibrio del bello. Un processo che prese il suo abbrivio già alla fine dell’Ottocento con personaggi quali Luis Carrand, John Temple Leader, Herbert Percy Horne, Bernard Berenson, e tanti altri ancora, che designarono Firenze come luogo d’elezione e dimora imprescindibile al loro arricchimento intellettuale.
Fu solo con gli anni Cinquanta, coincidenti con quello sviluppo economico e creativo che portò alla nascita di un gusto e di una riconoscibilità italiana nel mondo, che si definì a tutto tondo la figura dell’antiquario, tramite tra l’unicità dell’opera ed il piacere emotivo ed estetico del collezionista. Ma è a Luigi Bellini, padre dei fondatori della Mostra Mercato Internazionale dell’Antiquariato di Firenze, che in nuce si deve nel 1953 il primo tentativo di raccogliere in quella che universalmente è riconosciuta come la culla del Rinascimento, il meglio dell’antiquariato italiano. Presidente del Comitato esecutivo di quella prima edizione fu Giacomo Devoto, glottologo, filologo e critico letterario, che sottolineò il duplice aspetto che la Mostra avrebbe dovuto evidenziare: quello di diffusione e conoscenza dell’arte antica italiana, intesa non solo come pittura e scultura, ma anche come mobili e arredi, ovvero un coacervo di stimoli estetici che diviene gusto e stile di vita; e quello prettamente commerciale, che vede il segmento dell’antiquariato come parte integrante dello sviluppo economico del Paese fra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta. Il Comitato esecutivo comprendeva inoltre l’amato Piero Bargellini, l’uomo che nei giorni più disastrosi dell’alluvione di Firenze del 1966 si mostrò ai cittadini come figura di altissimo profilo etico e morale; Tullio Silva raffinato antiquario milanese specializzato in mobili e arredi veneziani del Settecento, in particolare laccati; e il giovane Leonardo Lapiccirella. Sede della Mostra fu lo storico Palazzo Strozzi, dimora di una delle più antiche e illustri casate fiorentine, iniziato dalla famiglia per volontà di Filippo nel luglio 1489 da Benedetto da Maiano, architetto preferito da Lorenzo il Magnifico, proseguito da Giuliano da Sangallo e concretamente realizzato e ultimato da Simone Pollaiolo detto il Cronaca nel 1504 per Lorenzo Strozzi, secondogenito di Filippo, e la sua sposa Lucrezia Rucellai. Un edificio carico di storia, noto in tutto il mondo, ed esempio eccelso del rinascimento italiano, che divenne icona e riverbero internazionale della stessa manifestazione. Il successo fu immediato e travolgente, tanto che occorse l’intervento delle forze dell’ordine per disciplinare la curiosa folla, che in quel mese di apertura al pubblico prese d’assalto la Mostra. Visitatore d’eccezione, giunto a Firenze in veste privata il giorno antecedente la chiusura della manifestazione, fu il Presidente della Repubblica Italiana Giovanni Gronchi. Un successo d’immagine strepitoso che la presenza di Gronchi sancì anche nella sua sostanza culturale e mondana, che i fratelli Bellini, coadiuvati dai membri dell’Associazione Antiquari d’Italia, nata nell’occasione, avevano curato con elegante rigore in ogni minimo dettaglio. Tutto questo quando ancora l’Autostrada del Sole era di là da venire, i trasporti di opere d’arte non esistevano, ma si appoggiavano a semplici ditte di traslochi, e il concetto stesso di comunicazione era affidato ad articoli di costume e al passa parola di una élite raffinata e cosmopolita.
Due anni dopo, nel 1961, la Mostra fu inaugurata dall’allora sindaco Giorgio La Pira, e si caratterizzò per la vivace e spontanea partecipazione del Presidente del Consiglio dei Ministri Amintore Fanfani. La presidenza del Comitato esecutivo passò al Principe Giovanni Ginori Conti e annoverava ministri, militari, il Presidente del Consiglio Superiore delle Belle Arti Mario Salmi e un florilegio di fanciulle e dame della migliore aristocrazia fiorentina. Un’edizione che fu anche vetrina del vagheggiato mondo dello spettacolo e del cinema, con presenze quali la spumeggiante Josephine Baker, la ‘divina’ Greta Garbo, l’esplosiva Sofia Loren, il regista e attore americano John Huston, l’altera Silvano Mangano accompagnata da Mauro Bolognini, e la garbata Paulette Goddard, testimone di quel mondo raffinato del jet-set non ancora contaminato nella sua inaccessibile aurea.
Ma il dato più significativo della Mostra Internazionale dell’Antiquariato di Firenze fu che mutò sostanzialmente la percezione dell’antiquario, da mero scopritore di anticaglie a raffinato conoscitore delle forme e dei colori che l’arte, attraverso il tempo, si è data, e quindi paritetico alle fasce più alte della società economica e culturale.
Il gusto imperante in quegli anni era prettamente barocco e roccocò e i mobili dovevano essenzialmente rispondere al principio di decoro della casa, principio a cui erano assoggettate anche la pittura, la scultura e le arti decorative. Erano anche quegli gli anni in cui una giovane generazione di storici dell’arte iniziava uno studio sistematico e capillare intorno ai vari comparti dell’antiquariato, togliendoli da un limbo di genericità e attribuendo loro il giusto valore storico e documentale.
Nel corso delle successive edizioni la Mostra si accrebbe in fama e prestigio internazionale e il numero dei visitatori si ampliò a dismisura accogliendo personaggi eterogenei, dal il Re di Svezia e la Principessa Irene di Grecia, ai vari Presidenti della Repubblica, fino al Pictor optimus Giorgio De Chirico, unico artista contemporaneo capace di paragonarsi agli antichi.
L’immediato successo della manifestazione si allargò a tutto il tessuto cittadino, con rievocazioni storiche che richiamavano un grande numero di curiosi, ed eventi mondani dal carattere fastoso. L’esposizione col trascorrere degli anni divenne un must,non più rivolta a una ristretta cerchia di esperti e collezionisti, ma anche a una nascente e florida borghesia che si era affermata col boom economico.
La funesta alluvione del 4 novembre1966 fu per gli antiquari fiorentini una catastrofe senza pari, ma nonostante ciò l’anno seguente la Mostra aprì regolarmente, grazie anche allo sforzo e al lavoro dell’intera città sotto la guida del sindaco Piero Bargellini. La forza e il prestigio della manifestazione, che neppure il rovinoso e tragico cataclisma aveva fermato, costrinse mostre anche più antiche come quella di Parigi a trasferirsi dalla periferia al grandioso Grand Palais nel cuore della città.
L’esposizione proseguì  nel suo cammino di fama e successo fino al 1977 quando, per l’inagibilità di Palazzo Strozzi, fu costretta a trasferirsi a Palazzo Giuntini, l’attuale Grand Hotel, per poi ritornarvi nel 1993. In quel lasso di tempo, nel 1986, Guido Bartolozzi subentrò nella Segreteria Generale ai fratelli Bellini e la mostra prese definitivamente il nome di Mostra Biennale Internazionale dell’Antiquariato. Ma i travagli per una definitiva sede espositiva che desse sicurezza alla Mostra continuarono ancora per diversi anni, passando nel 1995 al Palazzo degli Affari, progettato da Pierluigi Spadolini, luogo per quanto noto ma di impianto congressuale, quindi non adatto alla fama internazionale della manifestazione. L’occasione giunse finalmente nel 1997 con Palazzo Corsini sull’Arno, di impianto ancora cinquecentesco, istituito per volontà di Bartolomeo Corsini nel 1656, e concepito inizialmente dall’architetto Alfonso Parigi il Giovane, al quale subentrò nel decennio successivo Ferdinando Tacca, poi Pierfrancesco Silvani tra il 1679 e il 1681 e, infine, nel 1685, da Antonio Maria Ferri, al quale dobbiamo la disposizione definitiva in tre corpi articolati attorno alla corte centrale. La dimora, ultimata soltanto nel 1737, si fregia di un’importante galleria di dipinti, la più insigne e rilevante di Firenze, istituita da don Lorenzo Corsini, nipote di papa Clemente XII, nel 1765, che annovera opere italiane e straniere del Seicento, oltre a una pregevole raccolta di dipinti di scuola fiorentina dei secoli XV e XVI, distribuiti secondo l’antico criterio di decorazione e simmetria delle quadrerie private. La sontuosità del palazzo, oltre alle opere che ve ne fanno parte, si evidenzia attraverso uno straordinario scalone di Antonio Maria Ferri del 1694, tra i più eclatanti di Firenze, a doppia branca e ornato di statue di imitazione classica, e ancor più attraverso una graziosa grotta artificiale, detta del Ninfeo, opera del medesimo, eseguita tra il 1692 e il 1698, insieme allo stuccatore Carlo Marcellini e ai pittori Rinaldo Botti e Alessandro Gherardini. Magnifiche sono le balaustre lapidee dell’ultimo piano di stile tardo barocco, decorate da statue in pietra e vasi a cratere antico in terracotta, che impreziosiscono l’originale vuoto della parte centrale della facciata, mentre la terrazza sottostante, deliziosa ed elegante evasione al percorso della mostra, si affaccia sull’Arno e i colli che circondano Firenze, con una meravigliosa vista sulla chiesa di San Miniato al Monte, che nessun visitatore può lasciare indifferente. Imprescindibile alla grandiosità del palazzo e di imponente suggestione è al piano nobile il Salone del Trono, situato tra la Galleria Aurora o Loggetta e la Sala da Ballo. Il Salone è superbamente decorato con colonne e lesene lungo le pareti, da statue antiche nella galleria superiore, da busti settecenteschi collocati su porte e finestre e dall’aulico affresco della volta di Domenico Gabbiani, raffigurante l’Apoteosi di Casa Corsini, del 1696, dal quale pendono due gigantesche lumiere in legno intagliato e dipinto da Antonio Francesco Gonnelli tra il 1698 e il 1700. L’affresco, di chiaro impianto tardo barocco, si impone per una simbologia profana di gustosa freschezza, volta ad esaltare le innumerevoli virtù della casata Corsini. Un grande stemma con la corona si impone sulla scena di un terso cielo azzurro interrotto da nuvole. Al centro il Valore, l’Architettura e l’Ingegno sorreggono l’insigne immagine del palazzo. In basso a sinistra, seduto su una roccia e con un leone ai piedi, è raffigurato come un vegliardo il fiume Arno, mentre a sinistra la Città di Firenze, circondata da ninfe e cigni, con il suo simbolo più noto, la cupola del Brunelleschi, porge le mani ai doni dell’Abbondanza.
Attigua al Salone troviamo la Galleria Aurora, affrescata nella volta e nelle pareti da Bartolomeo Neri e Alessandro Rosi tra il 1650 e il 1653. Proprio a Rosi si devono l’ovale della volta con L’Aurora e Il carro di Apollo, le lunette sui lati minori della galleria con figure allegoriche, oltre a diversi personaggi in chiaroscuro nelle pareti. La Loggetta si distingue inoltre per cinque ampie finestre ad arco che si affacciano sul cortile ed offrono una suggestiva veduta sui colli dell’Oltrarno. La Sala da Ballo, pur essa prossima al Salone, seppur contenuta nella volumetria è di pari prestigio. Di grande evidenza è lo splendido affresco che orna la volta, sicuramente il capolavoro di Alessandro Gherardini, eseguito tra il 1695 e 1696. Decorato con scene mitologiche che nel loro complesso suscitano un’olimpica gaiezza, vede al centro Il carro di Aurora trainato da Pegaso, il mitico cavallo alato, preceduto da un piccolo putto che sorregge una torcia, emblema della divinità. Aurora, sorella di Elio, il dio Sole, è circondata dalle Ore e una di essa le porge una corolla di fiori. Ai lati della scena principale troviamo rappresentati il Regno di Flora, accompagnata dall’alato Zefiro e da alcune ninfe in un tripudio floreale, mentre al suo opposto delfini cavalcati da putti esaltano il dionisiaco Trionfo di Galatea, mollemente adagiata su una conchiglia, la più bella delle ninfe marine, amata dal bellissimo pastore Aci e dal ciclope Polifemo, che Galatea scorge circondato dal suo gregge e accompagnato dal suo flauto, col quale le intonò il suo canto d’amore.
Siamo così giunti alla storia più recente della Biennale fiorentina. Nel 2001 viene eletto nuovo Segretario Generale della Biennale Giovanni Pratesi, che spinto da una grande volontà di rinnovamento chiama Pier Luigi Pizzi, indiscusso regista, scenografo e creatore di costumi, a disegnare una messa in scena volta a valorizzare gli spazi espositivi. Pizzi, in armonia con l’architettura monumentale preesistente, costruisce ambienti neobarocchi con lesene, cartigli e decorazioni stilizzate, tutte giocate sui toni del bianco, del grigio e dell’ocra, che creano una continuità atemporale tra il vero e l’artificio, acme che raggiunge nell’ingresso al palazzo da via del Parione al Lungarno Corsini.
Altro elemento che Pratesi affronta con risoluta volontà già nel primo anno della sua nomina a Segretario Generale, è la possibilità per l’antiquario e il collezionista di rendere libere le opere d’arte da qualsiasi vincolo legislativo. A questo auspicio si rende complice l’allora Soprintendente Antonio Paolucci (oggi direttore dei Musei Vaticani), che insieme creano le condizioni perché ogni opera venga dotata, ancor prima dell’inizio della manifestazione, di un certificato di libera circolazione, avvallato dall’Ufficio Esportazioni di Firenze e dal Ministero e le Attività Culturali. Una peculiarità esclusiva della Biennale, che segna un atteggiamento di reciproco rispetto e di volontà condivisa nella promozione e conservazione delle opere d’arte. Dopo la legge Bottai del 1939, infatti, pensata per arginare un’emorragia centenaria di opere d’arte che avevano arricchito i musei di tutto il mondo, ben poco era stato fatto, ad eccezione dell’istituzione nel gennaio 1975 del Ministero per i Beni Culturali promosso dal Senatore Giovanni Spadolini (Ministero che nel ‘98 diverrà per i Beni e le Attività Culturali), e del “Codice dei beni culturali e del paesaggio” varato da Giuliano Urbani nel gennaio 2004. Sono state l’intelligenza e la sensibilità di un antiquario e di un soprintendente a far sì che si venisse a creare un modus operandi unico della Biennale fiorentina, consolidato e affinato negli anni, che sottolinea l’internazionalità dell’esposizione. Altro elemento posto a ribadire il proficuo rapporto tra le istituzioni e il mondo antiquario è la scelta di conferire la presidenza del Comitato Scientifico al Soprintendente al Polo Museale fiorentino, nonché la formazione di un vetting di assoluto profilo, con storici dell’arte di chiara fama, chiamati a valutare le regole aure che da sempre regolano il mercato dell’antiquariato: qualità, provenienza, e stato di conservazione, oltre all’autenticità dell’opera d’arte, valore primo per un mercato volto all’eccellenza. Requisiti indiscutibili che determinano all’origine una naturale selezione degli espositori, capaci di soddisfare appieno la preminenza di qualsiasi oggetto d’arte presentato. I Carabinieri del Comando per la tutela del Patrimonio Artistico garantiscono infine i giusti titoli di provenienza.
Oggi la Biennale è tornata ad essere un evento che coinvolge l’intero tessuto cittadino, con presenze internazionali, e la partecipazione intera dell’aristocrazia e alta borghesia fiorentina, impegnate attivamente nell’organizzazione della manifestazione con eventi mondani e benefici. Una significativa sequenza di appuntamenti ufficiali accompagnano la Mostra. Secondo un cerimoniale di altri tempi, il primo degli avvenimenti è tenuto dal Comitato di Accoglienza, costituito nel 2009 in occasione del cinquantenario della nascita della Biennale di Firenze, presieduto dalla contessa Livia Branca di Romanico, dalla marchesa Bona Frescobaldi e dalla contessa Lucrezia Miari Fulcis, che riunisce in un’esclusiva cena di benvenuto illustre personalità internazionali e il meglio dell’aristocrazia europea, nello splendido scenario del Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, a rinverdire un consuetudine di questa élite con la bellezza, il fasto e l’opera d’arte. Il giorno seguente vi è l’inaugurazione ufficiale della Biennale della Mostra Mercato Internazionale dell’Antiquariato, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, alla presenza del Sindaco, di un rappresentante della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Segretario Generale della Biennale, che si compie pur questa a sottolinearne il prestigio nel Salone dei Cinquecento, lo scenario più degno a confermare l’importanza dell’evento e il profondo legame della manifestazione con la Città. Fa seguito il  tradizionale galà in Palazzo Corsini, che devolve una parte del ricavato al restauro di un’opera d’arte. Nella medesima occasione, l’asta benefica, presieduta dalla marchesa Bona Frescobaldi, mette all’incanto opere d’arte donate dagli antiquari a favore dell’Associazione “Corri la vita”.
Consuetudine della manifestazione sono la piccola ma significativa mostra temporanea, di carattere divulgativo, tenuta all’interno di Palazzo Corsini, che in questi anni ha esposto preziosi ed evocativi oggetti provenienti da raccolte pubbliche e private, come i premi conferiti per le opere più significative presentate dagli espositori e a personalità stimate per il loro alto valore culturale.
Ultimo tassello dei tanti che nel tempo sono stati progettati dalla Segreteria Generale della Biennale è questo sito, che nella sua veste agile e snella, ma rispettosa della tradizione che in questi cinque decenni l’autorevole Mostra fiorentina si è guadagnata a livello nazionale e internazionale, vuole essere uno strumento di informazione, ma anche di stratificazione storica e artistica dei molteplici ambiti del mondo dell’arte, che l’antiquariato racchiude a godimento della vita e della bellezza.
L’arte serve sempre la bellezza, e la bellezza è la felicità di possedere una forma, e la forma è la chiave organica dell’esistenza, tutto ciò che vive deve avere una forma per esistere, e, quindi, l’arte, anche quella tragica, racconta la felicità dell’esistenza (Boris Pasternak)

Galerie Canesso, Parigi
Francesco Montelatici detto Cecco Bravo
(Firenze, 1601 – Innsbruck, 1661)
Ulisse e Nausica
Olio su tela
cm 97 x 135

Calendario eventi:

La Biennale sostiene, come sempre, Corri la Vita, Associazione per lo studio e la prevenzione del tumore al seno, presieduta dalla Marchesa Bona Frescobaldi. Il 1 ottobre si svolgerà la serata di beneficenza, e durante la cena saranno battute all’asta da Christie’s opere d’arte donate dagli espositori della Biennale. Il ricavato dell’asta sarà interamente devoluto all’Associazione.

Il 5 ottobre saranno premiati il dipinto e la scultura più belli della mostra. I premi di 10.000 euro l’uno saranno destinati al restauro di un’opera d’arte del patrimonio culturale pubblico.

Il 6 ottobre sarà assegnato il premio “Il Lorenzo d’oro” a Piero Angela, per la sua lunga e felice carriera di regista di documentari.


Galleria Canelli,Milano
Coppia di obelischi, Regno di Napoli 1680 circa /Kingdom of Naples, about 1680
Struttura in legno intagliato e dorato con inserimento di specchi
h. cm 70

Sede della manifestazione

Palazzo Corsini sull’Arno, proprietà del Granduca Ferdinando II, fu acquistato da Maria Maddalena Machiavelli, consorte del marchese Filippo Corsini, nel 1649. Ma fu solo col giovane figlio Bartolomeo che nel 1650 furono intrapresi i lavori di ricostruzione e riqualificazione del Palazzo, affidati inizialmente ad Alfonso Parigi il Giovane, e poi proseguiti da Ferdinando Tacca fino al 1671. Alla morte di Bartolomeo, nel 1685, gli successe il figlio Filippo Corsini, che proseguì alacremente l’opera di ristrutturazione iniziata dal padre. Il progetto fu affidato ad Antonio Maria Ferri, al quale dobbiamo la disposizione definitiva del Palazzo in tre corpi articolati attorno a una corte centrale, oltre al maestoso scalone, le splendide Sale del piano nobile el’incantato Ninfeo. Ferri profuse nella dimora di impianto ancora cinquecentesco e di misurato gusto barocco tutto il suo eclettismo, inventando ambienti scenografici, grandiosi, eleganti e luminosi di richiamo settecentesco, certo insoliti per una città come Firenze. Il Salone del Trono, di 320 metri quadri, realizzato da Ferri tra il 1694 e il 1696, tutto bianco nella sua raffinata composizione architettonica, suscitò alla sua inaugurazione uno stupore straordinario, restando uno degli spazi più vagheggiati e ammirati di Firenze.
I pittori che fra il 1692 ed il 1700 ebbero dai Corsini l’incarico di decorare il Salone del Trono, la Sala da Ballo e la Galleria Aurora, ossia la parte nobile del primo piano del Palazzo, furono Anton Domenico Gabbiani, Alessandro Gherardini e Pier Dandini. La dimora, ultimata soltanto nel 1737, si fregia altresì di un’importante galleria di dipinti, la più insigne e rilevante di Firenze, istituita da don Lorenzo Corsini, nipote di papa Clemente XII, nel 1765, che annovera opere italiane e straniere del Seicento, oltre a una pregevole raccolta di dipinti di scuola fiorentina dei secoli XV e XVI, distribuiti secondo l’antico criterio di decorazione e simmetria delle quadrerie private.
La sontuosità del Palazzo, oltre alle opere che ve ne fanno parte, è ulteriormente evidenziata dallo straordinario scalone di Antonio Maria Ferri del 1694, tra i più eclatanti di Firenze, a doppia branca e ornato di statue di imitazione classica. Sorprendente è altresì la fiabesca grotta artificiale, detta del Ninfeo, opera del medesimo, eseguita tra il 1692 e il 1698, insieme allo stuccatore Carlo Marcellini e ai pittori Rinaldo Botti e Alessandro Gherardini.
Magnifiche sono le balaustre lapidee dell’ultimo piano di stile tardo barocco, decorate da statue in pietra e vasi a cratere antico in terracotta, che impreziosiscono l’originale vuoto della parte centrale della facciata, mentre la terrazza sottostante, deliziosa ed elegante evasione, si affaccia sull’Arno e i colli che circondano Firenze, con una meravigliosa vista sulla chiesa di San Miniato al Monte, davanti alla quale nessuno può restare indifferente.
Imprescindibile quindi alla grandiosità del Palazzo e di imponente suggestione è il piano nobile, ideato e progettato da Ferri, col Salone del Trono, situato tra la Galleria Aurora e la Sala da Ballo.
Il Salone è superbamente decorato con colonne e lesene lungo le pareti, dai basamenti e dal cornicione ondulante, da statue antiche nella galleria superiore, da busti settecenteschi collocati su porte e finestre che si affacciano sulla corte principale, e dall’aulico affresco della volta di Domenico Gabbiani, raffigurante la Glorificazione della famiglia Corsini, del 1696, dal quale pendono due gigantesche lumiere in legno intagliato e dipinto da Antonio Francesco Gonnelli, databili tra il 1698 e il 1700. L’affresco, di chiaro impianto tardo barocco, si impone per una simbologia profana di gustosa freschezza, volta ad esaltare le innumerevoli virtù della casata Corsini. Un grande stemma con la corona si impone sulla scena di un terso cielo azzurro interrotto da nuvole; al centro il Valore, l’Architettura e l’Ingegno sorreggono l’insigne immagine del Palazzo, mentre in basso a sinistra, seduto su una roccia con un leone ai suoi piedi, è raffigurato come un vegliardo il fiume Arno; al lato opposto la Città di Firenze, circondata da Ninfe e cigni, con il suo simbolo più noto, la cupola del Brunelleschi, porge le mani ai doni dell’Abbondanza.
Attigua al Salone troviamo la Galleria Aurora o Loggetta, la prima delle sale ad essere stata affrescata e decorata  nella volta e nelle pareti da Bartolomeo Neri e Alessandro Rosi tra il 1650 e il 1653. Proprio a Rosi si devono l’ovale della volta con L’Aurora e Il carro di Apollo, le lunette sui lati minori della Galleria con figure allegoriche, oltre a diversi personaggi in chiaroscuro nelle pareti. La Loggetta si distingue altresì per i cinque finestroni ad arco che si affacciano sul cortile ed offrono una suggestiva veduta sui colli dell’Oltrarno. La Sala da Ballo, pur essa prossima al Salone, seppur contenuta nella volumetria è di pari prestigio. Di grande evidenza infatti, per l’eccelsa qualità decorativa, ritenuta la più rilevante del Palazzo, è lo splendido affresco che orna la volta, sicuramente il capolavoro di Alessandro Gherardini, eseguito tra il 1695 e 1696. Affrescato con scene mitologiche che nel loro complesso suscitano un’olimpica gaiezza, vede al centro Il carro di Aurora trainato da Pegaso, il mitico cavallo alato, preceduto da un puttino che sorregge una torcia, emblema della divinità. Aurora, sorella di Elio, il dio Sole, è circondata dalle Ore mentre una di esse le porge una corolla di fiori. Ai lati della scena principale troviamo rappresentati il Regno di Flora, accompagnata dall’alato Zefiro e da alcune Ninfe in un tripudio floreale, e al suo opposto il dionisiaco Trionfo di Galatea, mollemente adagiata su una conchiglia trascinata da delfini cavalcati da putti. Galatea, la più bella delle Ninfe marine, è amata dal bellissimo pastore Aci e dal ciclope Polifemo, che scorge dinanzi a sé circondato dal suo gregge e accompagnato dal suo flauto, col quale le intonò il suo canto d’amore. È proprio in questa splendida cornice di Sale, uniche per invenzioni e caratteristiche architettoniche in Firenze, che viene ospitata ogni due anni la Mostra Biennale Internazionale dell’Antiquariato.

Mirco Cattai, Milano
Transilvania preghiera a draghi, Anatolia
XVII secolo/XVII century
cm 176 x 122

INFORMAZIONI UTILI:

La XXVII Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze.

Firenze

Palazzo Corsini – Lungarno Corsini

dal 1 al 9 ottobre 2011
30 Settembre 2011 dalle ore 16,00 preview riservata a Soprintendenti, Direttori e Curatori di Musei e Collezionisti.

1° Ottobre 2011 ore 10,30 inaugurazione in Palazzo Vecchio, Salone de ‘500.

orario continuato tutti i giorni dalle 10,30 alle 20

Costo biglietto d’ingresso
Intero € 10,00
Gruppi € 8,00
Ridotto € 8,00

Gratuito per i possessori della card Piccoli Grandi Musei.
La biglietteria chiude alle ore 19,30.

E’ possibile prenotare visite guidate solo attraverso la Segreteria organizzativa.

Sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica

Patrocini
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Regione Toscana
Provincia Firenze
Comune Firenze
Camera Commercio Industria Artigianato e Agricoltura Firenze

Catalogo: Allemandi & C. – Torino.

www.mostraantiquariato.it

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