DIPINTI ANTICHI
29 novembre 2011, Genova, Wannenes
Come tutte le ultime vendite Wannenes anche quella di Dipinti Antichi si struttura attorno ad un asse portante, quello della provenienza da una o più collezioni private. Tra queste ricordiamo i dipinti di una collezione italiana in Bruxelles, già protagonista dell’asta antiquariato di metà novembre “Gusto e suggestioni di un Hotel Particulier”. Le tele sicuramente più interessanti sono: SCENE DI GENERE, sei oli su tela di Giovanni Michele Graneri (Torino, 1708–1762). Con materia vibrante, pennellate pennellate e sorprendenti rapporti cromatici Granieri descrive paesaggi, figure e nature morte dimostrando tutta la sua capacità d’interpretazione dei diversi generi. Queste sei tele manifestano assai bene come il Graneri sappia rinnovare la tradizione seicentesca dei bamboccianti rileggendone in chiave personalissima gli esempi. Le sei tele saranno battute due a due in tre lotti distinti stimati ciascuno 15.000/20.000 euro
Altra costola dell’asta 95 è una collezione di importanti dipinti fiamminghi provenienti da una collezione toscana della quale scegliamo di segnalare:
MADONNA CON BAMBINO IN UN PAESAGGIO, CON SCENE DELLA FUGA IN EGITTO, VASSOIO CON FRUTTA E PAPPAGALLO, un olio su tavola di quercia del Master Whit the Parrot (attivo ad Anversa nel primo terzo del Cinquecento), già Collezione Franz Freiherr von Coels von der Bruggen. (stima 45.000/55.000 euro)
LA PISCINA PROBATICA di Artus Wolffort (Anversa 1581 – dopo il 1641), un pittore che ricoprì un ruolo di rilievo nell’ambito dell’arte fiamminga durante l’età di Rubens e Van Dyck. I soggetti a lui congeniali erano ispirati dalle sacre scritture, del nuovo e vecchio testamento, che offrivano l’opportunità di comporre grandi scenari narrativi spesso di notevoli dimensioni come questo olio su tela. (stima 20.000/25.000 euro)
IL GIUDIZIO UNIVERSALE, olio su tavola, Ernst Roelofsz Maler (Kampen 1537 – ? 1558), monogrammato e datato 1551. (stima 20.000/25.000 euro)
Il catalogo dei Dipinti Antichi di novembre, ultimo del dipartimento per il 2011, comprende anche diverse belle opere di artisti italiani conosciuti in ambito internazionale molto spesso presenti in importanti collezioni private e pubbliche, come:
RITRATTO DI CORTIGIANA di Bernardino Licinio (Venezia 1485–1550), un piccolo olio su tavola proveniente dalla Collezione Frizzoni, prima Collezione Theodor M. Davis di Rhede Island – Newport e già Metropolitan Museum of art di New York. (stima 10.000/12.000 euro)
Da collezioni private anche gli altri dipinti che evidenziamo in questo breve compendio del catalogo:
PAESAGGIO FANTASIOSO DELLA CAMPAGNA ROMANA CON PASTORI, FUGA IN EGITTO E LA PIRAMIDE DI CAIO CESTIO, di Pieter Mulier detto Il Cavalier Tempesta (Haarlem 1637- Milano 1701). Seppur conosciuto principalmente la produzione genovese e lombarda lascia ottime opere del periodo romano come questo olio su tela in cui l’uso di raffinate gamme cromatiche – preziose negli azzurri intensi del cielo – rievocano in modo felice armonioso il paesaggio. La stessa gamma cromatica permette di collocare il dipinto alla fine del Secolo, in concomitanza con le opere eseguite per la famiglia Borromeo all’Isola Bella. (stima 30.000/40.000 euro)
PAESAGGIO CON FIGURE, di Pieter Mulier detto Il Cavalier Tempesta (Haarlem 1637-Milano 1701), un’opera di affascinante sensibilità paesistica, da attribuire senza esitazioni al primo periodo italiano di Pieter Mulier, quando ancora sono presenti nella sua arte stilemi di memoria nordica. A questo proposito è interessante un confronto con la tela conservata nella Sala del Prussiano a Palazzo Doria Panphilj al Corso (stima 15.000/18.000 euro)
CATTURA DI CRISTO, olio su tela di Nicolò Codazzi (Napoli, 1642-Genova 1693), con intervento di Gian lorenzo Bertolotto (Genova, 1646 – 1720) per le figure. Questo dipinto sarà incluso nel volume curato da Giancarlo Sestieri Il Capriccio architettonico in Italia nel Seicento e Settecento di prossima pubblicazione. La rilevanza dell’opera è dettata dall’ottima qualità pittorica e dal valore documentario connesso l’attività di Nicolò Codazzi a Genova e delle sue diverse collaborazioni con i pittori di figura., da Paolo Gerolamo Piola per il loggiato a Palazzo Rosso, a Gregorio De Ferrari a Giovanni Lorenzo Bertolotto, collaborazione che, per quanto si conosca, ha solo un altro esito: un’Ultima cena d’ubicazione sconosciuta pubblicata nel 1979 da Giuliana Biavati. (Stima € 18.000 – 20.000)
COMPIANTO,di Jacopo Negretti detto Palma il Giovane (Venezia 1544-1628), un importante olio su tela di grandi dimensioni databile ai primi anni del XVII secolo. Il soggetto è stato trattato più volte dall’artista veneziano sia in forma pittorica , come testimonia il catalogo ragionato di Stefania Mason Rinaldi, sia in diversi disegni tra i quali vale la pena ricordare quello conservato all’Art Institute of Chicago. (stima 20.000/25.000 euro)FUGA IN EGITTO, olio su tela di Luca Giordano (Napoli, 1634-1705). Questa tela inedita è un piccolo gioiello che va ricondotto al periodo giovanile quando riformula le proficue influenze dell’arte veneta, distillando una freschezza cromatica e una vivacità espressiva di altissimo livello. Una datazione che prende ancor più corpo per le chiare analogie di stile che si riscontrano ad esempio nelle tele firmate e datate 1657 conservate presso la chiesa dell’Ascensione a Chiaia, raffiguranti San Michele Arcangelo sconfigge gli angeli ribelli e Sant’Anna e la Vergine. (stima 15.000/18.000 euro)
SUONATORE DI LIUTO , olio su tela di Jan Harmensz van Bijlert (Utrecht, 1597/98 – 1671). L’opera, archiviata presso il Rijksbureau voor Kunsthistorische Documentatie, può essere datata verso la fine del secondo decennio del Seicento quando l’aria caravaggesca si stempera in un lento ma progressivo schiarimento delle luminosità degli sfondi. Stima € 25.000 – 30.000
SAN SEBASTIANO, tempera su tavola attribuito a Marco Palmezzano (Forlì 1459-1539). Il martirio è inserito in una scenografia architettonica, al centro della composizione sulla colonna cui è legato Sebastino è posta, chiarissima anche se inconsueta, la scritta “MARCHUS – PALMEZANUS – PINSIT”. In merito alla datazione, Anna Tambini e Vittorio Sgarbi pensano di riconoscere in quest’opera il momento giovanile del Palmezzano, cioè ante 1493, anno in cui dipinse la Pala di Dozza. (Stima € 15.000 – 20.000 euro)
MADONNA COL BAMBINO, olio su tavola, Bartolomeo Veneto (attivo in Veneto e in Lombardia 1502 – 1530). La tavola reca sul cartiglio un’iscrizione che può sciogliersi in: BARTOLOMEUS VENETUS 1516 P, attribuzione che si deve a Giuliano Briganti, come per altro la datazione ai primi anni del XVI Secolo. Nell’opera sono visibili le influenze cremonesi desunte da Boccaccio Boccaccino, come alcune inflessioni nordiche che rivelano la conoscenza di modelli Düreriani, mentre il bellissimo scorcio paesistico che si apre sullo sfondo, attraverso la finestra, quasi quadro nel quadro è un omaggio all’arte veneta. La collocazione cronologica trova un interessante punto di confronto con la Madonna col Bambino firmata e datata 1505 conservata presso l’Accademia Carrara di Bergamo, convalidata dall’ulteriore confronto con la Madonna Col Bambino già in Palazzo Donà delle Rose a Venezia e già nella collezione E.D. Levinson a New York, conosciuta tramite una riproduzione fotografica dell’archivio Zeri. (Stima € 25.000 – 30.000 euro)
LA SCIMMIA PITTRICE, olio su tela, Jean Alphonse Duplessy (Parigi, 1817 – ?), firmato e datato in basso a sinistra 1872. Da emblema peccaminoso a goffo sembiante dell’artista, la scimmia è di volta in volta soggetto simbolico o allegorico, da Durer a Brueghel il Vecchio, da Watteau, Chardin a Alexandre Gabriel Decamps. Precedenti illustri per il dipinto che Duplessy esegue nel 1872, dove lo spunto di riflessione sulla condizione umana assume una curiosa e attuale valenza, giocando sull’ambiguità androide del manichino governato da un primate. Visione che a latere si collega alla scorata riflessione di Palacios sulla cultura contemporanea, vittima talvolta di impulsi selvaggi, animali e dispettosi perpetuati da ambigue figure logorate da un’ambizione mal riposta. Ma per tornare all’opera, lo studioso ne precisa l’aspetto culturale, quello di un gusto collezionistico e d’arredo tipicamente ottocentesco e romantico, da gabinetto di curiosità e anticaglie, sviluppata su modelli seicenteschi di gusto olandese, soprattutto per la sorprendente qualità di mimesi degli oggetti e della luminosità rarefatta capace di evocare l’atmosfera emotiva dell’ambiente. (Stima € 8.000 – 12.000 euro)
NATURA MORTA CON UVA, LIMONI E FUNGHI, olio su tela, Antonio Gianlisi (Ponte dell’Olio, 1655 – Crema, 1713). Questa esuberante natura morta è attribuita ad Antonio Gianlisi Senior, il cui catalogo è stato definito recentemente da G. e U. Bocchi che hanno distinto la produzione rispetto a quella generalmente assegnata a Gilardo da Lodi. La luce è la cifra stilistica dell’opera, intensa quanto modulata da risalto alle forme e alle sfumate tonalità di limoni e finghi, ma in modo particolare ai grappoli d’uva creando un gioco di chiaroscuri con le cangianti cromie delle foglie di vite per un effetto è di straordinaria ricchezza scenica (Stima € 10.000 – 12.000 euro).
NATURA MORTA CON CANE, CARNI, FRUTTA, MELONE E PASTA (firmato in basso a destra: Giacomo Nani f.) e NATURA MORTA CON CARNI, VERDURE, FORMAGGIO E GATTO, due oli su tela di Giacomo Nani (Porto Ercole 1698- Napoli 1755), pittore di nature morte dallo spiccato animo naturalistico. (Stima € 15.000 – 20.000)
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DIPINTI DEL XIX SECOLO
29 novembre 2011, Genova, Wannenes
Il dipartimento Dipinti del XIX secolo chiude il 2011 il prossimo 29 novembre con una rigorosa selezione di opere di elevato livello artistico e storico, quadri inediti o assenti da molti anni dal mercato antiquario, per soddisfare i desideri dei collezionisti più esigenti.
In catalogo due opere di Beppe Ciardi (Venezia, 1875 – Quinto di Treviso 1932). DA ALBINO A AQUILEIA è una grande tela ad olio, firmata in basso a destra, presentata nel 1914 all’Esposizione Internazionale d’Arte della Città di Venezia (cartellino sul retro del dipinto) e, particolarmente interessante almeno da un punto di vista documentaristico, è l’immagine pubblicata da Giorgio Nicodemi nel suo testo sul vedutista veneto, in cui la si nella casa dell’artista nella sala del camino insieme ad altre bellissime opere di sua proprietà. (Stima 55.000/65.000 euro.)
La seconda, CANALE DELLA GIUDECCA, che proviene da un’importante collezione privata, è un dipinto di raffinata bellezza che, in un gioco di forti suggestioni cromatiche accentante da luci argentee, ritrae uno dei luoghi più affascinanti della città lagunare. E’ firmato in basso a destra e sul retro porta un cartellino con titolo e n. 320. (Stima 8.000/10.000 euro).
In catalogo due opere di Beppe Ciardi (Venezia, 1875 – Quinto di Treviso 1932). DA ALBINO A AQUILEIA è una grande tela ad olio, firmata in basso a destra, presentata nel 1914 all’Esposizione Internazionale d’Arte della Città di Venezia (cartellino sul retro del dipinto) e, particolarmente interessante almeno da un punto di vista documentaristico, è l’immagine pubblicata da Giorgio Nicodemi nel suo testo sul vedutista veneto, in cui la si nella casa dell’artista nella sala del camino insieme ad altre bellissime opere di sua proprietà. (Stima 55.000/65.000 euro.)
La seconda, CANALE DELLA GIUDECCA, che proviene da un’importante collezione privata, è un dipinto di raffinata bellezza che, in un gioco di forti suggestioni cromatiche accentante da luci argentee, ritrae uno dei luoghi più affascinanti della città lagunare. E’ firmato in basso a destra e sul retro porta un cartellino con titolo e n. 320. (Stima 8.000/10.000 euro).
Il catalogo dell’asta comprende dipinti di grande intensità soprattutto per quanto riguarda la scuola napoletana, tra questi ricordiamo Francesco Saverio Torcia con una luminosa marina BARCHE DI PESCATORI NEL GOLFO DI NAPOLI (Stima 8.000/10.000 euro), il pastello MARINA DI CASTRO di Giuseppe Casciaro (Stima 2.500/3.000 euro), poi Attilio Pratella con LA SPIAGGIA DI POSILLIPO CON PESCATORI, un bell’olio firmato in basso a sinistra (Stima 9.000/12.000 euro), Consalvo Carelli e Pietro Scoppetta. Dal mare partenopeo all’Isola dei tre mari, la Sicilia, una terra dai forti contrasti che ha attratto molti pittori del XIX secolo come Francesco Lojacono considerato il più importante paesaggista siciliano dell’Ottocento. Nelle sue tele, la natura è protagonista assoluta nei paesaggi assolati dall’ampio orizzonte alle visioni ravvicinate delle rocce laviche, ai suoi celeberrimi ulivi saraceni. Con abili pennellate trasporta nelle sue tele la luce del sole come nell’olio in catalogo, VEDUTA SICILIANA, MARINA CON SCOGLIO (Stima 15.000/20.000 euro). Poi Erminio Cremp con un’impetuosa MAREGGIATA SULLA SCOGLIERA tratteggiata in una sfavillante gamma di blu, e ancora una bellissima VEDUTA DEL GOLFO DI PALERMO DA LEVANTE, interpretata da un talentuoso pittore della Scuola di Posillipo.
In questo percorso d’acqua la laguna veneta con i delicati ACQUARELLI di Vittore Zanetti Zilla, poi la toscana con LA LETTERA, un brillante ritratto dell’artista toscano Federico Andreotti, il Piemonte con PAESAGGIO INNEVATO CON VIANDANTI un’opera di Luigi Crosio, pittore assai raro sul mercato come l’emiliano Salvatore Marchesi del quale sarà battuto un realistico INTERNO DI MUSEO.
Da segnalare ancora una bellissima tela dell’artista pugliese Giuseppe De Nigris, L’ENCOMIO DELL’ALLIEVO, intriso di poesia e velata malinconia e, per contrasto, GIOVINETTA SULLA SPIAGGIA, una luminosa tela ad olio dell’umbro Alceste Campriani (Stima 4.000/6.000 euro).
Il catalogo dell’asta del 29 novembre si può dire che è un compendio delle scuole pittoriche italiane lungo il filo conduttore delle bellezze del nostro Paese, le luci, i colori, quelle atmosfere che solo l’Italia sa offrire e che spesso, solo gli italiani sanno intuire e raccontare.
Per contrasto il catalogo, con un buon numero di opere di artisti d’oltralpe, varca i patri confini per rivolgersi anche al collezionismo internazionale. Questo capitolo non lo si poteva quindi aprire che con La Ville Lumiere rappresentata con i suoi romantici boulevard illuminati dal candore della neve in due eccellenti opere di Eugene Galiene Laloue (Stima 2.500/3.800 euro l’uno) e le due tele con eleganti cavalieri ritratti con rigore stilistico e superba maestria da Ernest Meissonier (Stima 3.000/4.000 euro l’uno).
Per il mondo anglosassone in catalogo segnaliamo l’inglese Frank Patton con una delle sue delicate interpretazioni del mondo animale, anatroccoli in uno stagno (Stima 3.88/4.200 euro).
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TAPPETI E TESSUTI ANTICHI
30 novembre 2011, Genova, Wannenes
Wannenes continua ad essere l’unica Casa d’Aste italiana ad avere due appuntamenti all’anno dedicati solo ai tappeti e al tessile antico, un impegno che assume ancor più valore se si pensa che il nostro Paese è il crocevia, per storia ma anche per attualità, del mercato europeo ed è legame importante per quello mondiale. Il secondo appuntamento annuale, il 30 novembre 2011, si compone di 144 lotti per un catalogo che spazia dall’alta epoca fino agli inizi del XX secolo. La produzione rappresentata è prevalentemente di manifattura orientale ma non mancano esempi europei di un ceto rilievo, come sono anche presenti alcuni esemplari meno preziosi per epoca e rarità ma di grande impatto decorativo per la bellezza e varietà di colori e disegni. Quello dell’asta 97 è un catalogo diversificato che richiamerà l’attenzione di un vasto pubblico e di quell’ambito collezionistico di altissimo livello che sappiamo avere in Italia il suo punto di riferimento.
Come le altre aste autunnali anche questa presenta un corpus proveniente da una collezione privata, quella di un patrizio genovese, tra cui spicca il lotto 587:
KASHAN MOHTASHEM, Persia Centrale, 1890 circa, cm 341 x 232 (stima 8-12.000 euro).
Con il termine Kashan Mohtashem, le cui origini sono ancora avvolte da un mistero fascinoso, si indicano tutti i tappeti annodati tra il 1880 e il 1920 caratterizzati da una qualità di esecuzione e di disegno eccellenti, catalogabili tra la miglior produzione post-Safavidi di tutta la Persia. L’esemplare in asta, proveniente da una nobile famiglia genovese, è da considerarsi senza ogni dubbio tra questi.
KASHAN MOHTASHEM, Persia Centrale, 1890 circa, cm 341 x 232 (stima 8-12.000 euro).
Con il termine Kashan Mohtashem, le cui origini sono ancora avvolte da un mistero fascinoso, si indicano tutti i tappeti annodati tra il 1880 e il 1920 caratterizzati da una qualità di esecuzione e di disegno eccellenti, catalogabili tra la miglior produzione post-Safavidi di tutta la Persia. L’esemplare in asta, proveniente da una nobile famiglia genovese, è da considerarsi senza ogni dubbio tra questi.
Un’attenzione particolare va ai lotti 547 e 562, apici della la sezione molto interessante dedicata ai tappeti e alle tessiture piatte dell’Anatolia centrale, in particolare dell’area delle Cappadocia.
• ll primo (lotto 547), esposto a Palazzo Reale di Milano nella mostra”Sovrani Tappeti” del 1999, è un tappeto a fondo giallo che crea un forte impatto cromatico con i medaglioni derivati dal motivo yun-chien di origine cinese (stima 18-22.000 euro).
• Il secondo (lotto 562) ha un impianto decorativo particolarmente originale (stima 6-8.000 euro).
• ll primo (lotto 547), esposto a Palazzo Reale di Milano nella mostra”Sovrani Tappeti” del 1999, è un tappeto a fondo giallo che crea un forte impatto cromatico con i medaglioni derivati dal motivo yun-chien di origine cinese (stima 18-22.000 euro).
• Il secondo (lotto 562) ha un impianto decorativo particolarmente originale (stima 6-8.000 euro).
Tra i manufatti europei, infine, segnaliamo:
• Un Aubusson Luigi Filippo (lotto 551) che, oltre per la particolare valenza estetica, è interessante per la sua storia più recente. Il tappeto, come si vede nella foto scattata intorno al 1960, copriva il pavimento dell’ingresso di Palazzo Montoro Chigi a Roma, dopo essere stato acquistato da Franco Finzi de Barbora durante un viaggio a Parigi in compagnia dell’amico Luchino Visconti.
Il tappeto è rimasto a Palazzo Montoro Chigi fino a poco tempo fa quanto è entrato a far parte di una collezione privata romana (stima 6-9.000 euro).
• Un Aubusson Luigi Filippo (lotto 551) che, oltre per la particolare valenza estetica, è interessante per la sua storia più recente. Il tappeto, come si vede nella foto scattata intorno al 1960, copriva il pavimento dell’ingresso di Palazzo Montoro Chigi a Roma, dopo essere stato acquistato da Franco Finzi de Barbora durante un viaggio a Parigi in compagnia dell’amico Luchino Visconti.
Il tappeto è rimasto a Palazzo Montoro Chigi fino a poco tempo fa quanto è entrato a far parte di una collezione privata romana (stima 6-9.000 euro).
29/30 novembre 2011
WANNENES – Palazzo del Melograno, Piazza Campetto 2 – Genova
Esposizione dal 25 al 28 novembre 2011, dalle 10 alle 13 e dalla 15 alle 19
Catalogo 20 €, on-line su www.wannenesgroup.com/calendario_aste.php
WANNENES – Palazzo del Melograno, Piazza Campetto 2 – Genova
Esposizione dal 25 al 28 novembre 2011, dalle 10 alle 13 e dalla 15 alle 19
Catalogo 20 €, on-line su www.wannenesgroup.com/calendario_aste.php
INFORMAZIONI
• WANNENES
Palazzo del Melograno, Piazza Campetto 2 – 16123 Genova
tel +39 010 2530097 – fax – +390102517767
• WANNENES
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info@wannenesgroup.com www.wannenesgroup.com