Venerdì 8 giugno 2012, alle ore 17.30, viene presentato all’Accademia Nazionale di San Luca il volume di Alberto Gianquinto, Catalogo Generale dei dipinti 1947-2003 di Giuseppe Appella con la collaborazione di Bruna Fontana, De Luca Edizioni d’Arte. Alla presenza dell’autore ne parlano Guido Strazza e Guido Giuffrè .
Il Catalogo Generale si configura come una “visita” per immagini e documenti all’opera, lunga quasi sei decenni (viene ricostruita, per la prima volta, in un lungo capitolo, la vita e la fortuna critica), di un protagonista della cultura che dagli anni Venti-Trenta, ricollegandosi non solo al Settecento veneziano di Tiepolo e Piazzetta ma anche all’esperienza di Morandi e De Pisis, analizza le più sottili emergenze del dopoguerra e si inserisce, di diritto, in quella complessa e ricca pittura europea che ha avuto in De Staël e Bacon le sue punte di diamante.
2318 sono le immagini delle opere rintracciate e schedate rispettando la singolare elaborazione di continuità e di lunga durata messe in campo da Gianquinto nello spazio dello studio di Venezia prima, di Jesolo e di Asolo poi. Uno spazio che è l’idea stessa del dipingere e rende possibile questa moltiplicazione incessante di quadri che si inseguono come le quinte di una grande scena nel teatro della vita
amplificando la consuetudine, tutta italiana, di pensare il proprio passato. Figure, alberi, rami fioriti, nature morte, paesaggi veneti ma anche di un meridione assolato e fermo nel tempo (Matera, Capo d’Orlando), spesso commentati sul verso delle tele, scandiscono architetture di spazi secondo ritmi di vuoti e pieni, scrivono col pennello premuto sul fondo date e parole che fermano la memoria su momenti dell’esistenza e della storia, tessono scale di toni ora serrati ora lievi non dissimili dall’adorata musica. Lì dove la materia si addensa, Gianquinto elabora le sue ricerche non solo tecniche, si libera degli insegnamenti ricevuti, mette in campo quella capacità, che fu anche di Bacon, di rendere palpabile la traccia, il frammento, i resti degli oggetti e la loro inevitabile corruzione. Tutto ciò, allora, emancipa Gianquinto dall’ideologia propria della cultura del realismo o dell’informale portati a una ricerca analitica sugli oggetti o alla distruzione della forma, e ce lo riconsegna come pittore della memoria capace di costruire, intorno alle sue più minute tracce, una simbologia del mondo chiuso nell’ambito dello studio eppure specchio del disfacimento di una intera generazione.
Alberto Gianquinto nasce a Venezia Lido nel 1929. Dopo aver frequentato l’Università Ca’ Foscari, nel 1952 si laurea in Economia e
Commercio. Dipinge, tuttavia, già dal 1947, sotto la guida di Luigi Cobianco, amico del padre nel cui studio si incontrano Arturo Martini e Diego Valeri, Carlo Cardazzo e Renato Guttuso. La sua prima presenza in una mostra è del 1949, a Venezia, nell’ambito delle “Olimpiadi della Gioventù”. Seguiranno, negli anni Cinquanta, le esposizioni dell’Opera Bevilacqua La Masa, Venezia, e della Biennale d’Arte Triveneta, Padova, fino alla partecipazione, con tre opere, alla XXVIII Biennale Internazionale d’Arte di Venezia. Comincia da questo momento un’intensa attività, ricca di mostre personali (Galleria del Cavallino, Venezia 1957, 1958; Galleria Bevilacqua La Masa, Venezia, 1958; Galleria Alibert, Roma 1958; Galleria delle Ore, Milano 1958; La Nuova Pesa, Roma 1960, 1961, 1963, 1964; Galleria d’Arte Santo Stefano, Venezia 1962; Il Traghetto, Venezia 1963, 1964; Opera Bevilacqua La Masa, Venezia 1964; Il Gabbiano, Roma 1967; Galleria Bergamini, Milano 1968, 1970; Galleria Solferino, Milano 1971; Galleria Gissi, Torino 1980; Pilotta, Parma 1982; Galleria Comunale d’Arte Moderna, Conegliano 1988; Galleria Mazzocchi, Parma 1989; Galleria Flaviostocco, Castelfranco Veneto 1995; Appiani Arte Trentadue, Milano 1996; Galleria Civica d’Arte Moderna, Valdagno 1997), collettive di rilievo (La Giovane pittura Italiana, Mosca 1957; 50 anni di pittura veneta, Varsavia 1958; VIII Quadriennale di Roma, 1959, Giovani Pittori Italiani, Kamakura 1961, XXXI Biennale di Venezia, 1962, Pittori italiani contemporanei, Melbourne 1963, IX Quadriennale di Roma, 1965; X Quadriennale di Roma, 1972; Biennale di Milano, 1994), premi (Premio Monza, Maggio di Bari, Bergamo, Golfo della Spezia, Rimini, San Benedetto del Tronto; San Marino, Rovigo, Francavilla a Mare, Arezzo, Fiesole, Firenze, ecc.) e riconoscimenti critici (G. Perocco, G. Mazzariol, L. Trucchi, G. Marchiori, D. Micacchi, D. Morosini, M. Venturoli, G. A. Dell’Acqua, P. Zampetti, U. Apollonio, A. Del Guercio, M. Valsecchi, C. L. Ragghianti, V. Guzzi, A. Trombadori, G. Briganti, A. Ballarin, M. De Micheli, R. Tassi, G. Giuffrè, A. C. Quintavalle, F. D’Amico, P. Vivarelli, E. Crispolti, M. Vallora, ecc.) Muore a Cortellazzo di Jesolo il 17 maggio 2003. Dopo la sua scomparsa, gli vengono dedicate mostre antologiche al Museo Diocesano di Padova (2004), al Museo Correr di Venezia (2005), al Castel Sismondo di Rimini (2010).
Martedì 5 giugno 2012, ore 18.30
incontro con
ALVAR GONZÁLEZ-PALACIOS | RICORDI DI CASE E PERSONE
intervengono: Alvar González-Palacios, Federico De Melis, Francesco Moschini.