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London journal – 25 giugno 2012

Peter Paul Rubens, Samson and Delilah The National Gallery, London

Oggi doveva essere il giorno di Damien Hirst. In realtà è stato molto di più. Esco di buon’ora, faccio colazione al bar, sono già in piena attività. Per fortuna il tempo sembra più caldo di ieri. Mi sposto subito in centro, nella parte della città dove i turisti la fanno da padrone ma basta svoltare per una strada secondaria che non c’è più nessuno. Mi decido per una bella passeggiata: scendo a Covent Garden, mi addentro in una China Town addobbata con centinaia di bandierine in cui ai colori della Cina si alternano quelli della Gran Bretagna omaggio al Giubileo di H.M. The Queen, scendo lungo Leicester Square fino a sbucare a Trafalgar. La piazza è piena zeppa di persone che si affollano sotto al grande palco montato all’ombra della colonna di Nelson e del Fourth Plinth, che in questo periodo ospita il cavallo a dondolo di Allora e Calzadilla. Mi faccio largo tra le folla e salgo le scale della National Gallery. Che bello che qui i musei siano gratis. Mi preparo mentalmente il veloce tour. Il grande dipinto di Veronese che domina la sala dedicata alla pittura veneta del ‘500, la sala di Tiziano i cui due leopardi trainano una biga, quella di Rubens con Sansone addormentato sulle ginocchia di Dalila, e poi ancora i Canaletto con il bucintoro davanti a Piazza San Marco, le atmosfere soffuse di Turner, il grande cavallo senza ambientazione di Stubbs, e infine le sale degli impressionisti: Monet, Manet, Van Gogh, Cezanne, Renoir, Sisley, Pissarro, non manca nessuno. Che collezione! Una passeggiata nella storia dell’arte in meno di mezz’ora. Sono estasiata.

Esco sotto una pioggia persistente. Mi infilo in un cab, direzione Christie’s King Street dove mi aspetta il brunch con tanto di presentazione delle opere dell’asta di Contemporay di mercoledì sera. Peccato solo che l’invito fosse per sabato. I missed the brunch.

Lot 226 JEPPE HEIN b. 1974 Ball on Pedestal, 2007 Estimate £20,000–30,000

Che peccato. Mi attendono comunque da Phillips de Pury, anche lì per un brunch, sperando di non avere sbagliato giorno. No, questa volta ci ho preso. Il brunch è a base di champagne e di intrattenimento di Simon e Michaela de Pury. L’atmosfera è festosa, anche troppo, visto che a un certo punto, in un baccano assordante, la palla di acciaio con motore elettrico di Jeppe Hein cade dalla colonnina su cui avrebbe dovuto continuare il lento movimento automatico senza rimbalzare a terra e rotolare fino ai piedi dell’incredulo avventore che per un lungo istante si è domandato cosa mai dovesse fare, prima di chinarsi e raccogliere la sfera che era arrivata proprio davanti ai suoi piedi. Quando si dice che sono le opere a scegliere il compratore.

Meglio andare via, lo champagne rosé scorre a fiumi, ma io avrei anche bisogno di mettere qualcosa sotto i denti. Detto fatto: traditional pub in Victoria Street con hamburger (e patatine), pesce fritto (e patatine), Sunday roast (e patatine). Ristorata nonché appesantita, parto a piedi verso la Tate Modern. Mi piace fare questa strada quando c’è bel tempo: costeggio Westminster, passo sotto il Big Ben, attraverso il ponte dove si affollano ragazzi dell’est Europa che con mazzette da venti pound in mano imbrogliano i malcapitati con il gioco delle tre carte; e poi sulla sponda sud l’acquario, la London Eye con la lunga fila di persone che prima di salire devono passare sotto al metal detector, e infine la passeggiata lungo il fiume che, tra statue sedute sul nulla, supereroi impegnati in misteriosi dialoghi con i bambini e improvvisati spettacoli di ogni genere e sorta, mi guida fino alla Tate.

Finalmente Hirst. Una mostra per stomachi forti. Mi accoglie la celeberrima fotografia di lui ragazzo sorridente in posa con la testa di un morto decapitato. Spot painting e cabinets ovunque, e in mezzo alla sala The Physical Impossibility of Death in the Mind of Someone Living, lo squalo bianco in formaldeide opera dell’Hirst di inizio anni ’90. A fianco il grande cubo di vetro con la testa di mucca e migliaia di mosche che qui nascono, si riproducono e muoio in uno stuolo nero che copre il pavimento. Più in là una mucca e un vitello tagliati in due nel senso della lunghezza. Tutto in torno pillole e scatolette di medicinali, minacciosi strumenti da chirurgo, i roteanti Spin Painting e i caleidoscopici Butterflies Painting. Nella stanza a temperatura e umidità controllate (e altissime che quasi non si respira), decine di farfalle svolazzano nell’aria per poi andare a morire sfiancate sul tavolo o appiccicate alle tele appese alle pareti. Morte ovunque. Esco con una certa inquietudine che mi brucia sulla pelle.

Per strada non c’è quasi più nessuno, la diretta per Italy vs England inizia sulla BBC tra pochi minuti. Mi affretto ad attraversare la passerella del Millenium Bridge mentre i raggi del sole di fanno sempre più obliqui e poco lontano un ragazzo suona egregiamente un pianoforte pubblico su cui domina la scritta “I’m yours, play me!”. Faccio appena in tempo ad accendere la TV che già l’inno di Mameli risuona nell’aria. Sbircio nelle altre finestre: sono tutti con il naso incollato allo schermo.

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4 Commenti

  • Ciao Giorgia,
    sì, asta di Picasso bellissima e da seguire.
    Ieri sera era troppo tardi e non mi hanno fatto entrare a vedere il teschio di Hirst. Too bad!
    ciao… a domani!
    Alice

    • Non c’entra nulla con Auctions & contemporary Art ma ho scoperto abbastaza recentemente tantissimi chicche da visitare tramite il National Trust (una sorta di equivalemnte del ns FAI italiano). Un mesetto fa, una classica domenica piovosa, fredda e ventosa…mi sono imbattuta quasi per caso in questa LEIGHTON HOUSE MUSEUM – una casa museo la cui ricchezza dell’interno lascia letteralmente a bocca aperta!!!… un capolavoro di arte, quadri, porcellane, tappezzerie..e una commistione di stili sia occidentali che orientali..Da non perdere!!!
      Giorgia

  • Ciao Alice! Really Shocking Damien Hirst’s exhibition anche per me… e la pharmacy room molto inquietante as well.. Il teschio tempestato di diamante ‘For the love of God’ pero’ riscatta decisamente tutto il resto.. 8.000 diamonds che luccicano sono davvero abbaglianti!!
    Passando ad altro, oggi e domani nella sede di Christie’s di South Ken andranno all’asta delle bellissime Ceramiche di Picasso – The Madoura Collection… if it could be of any interest for you…
    Ciao ciao
    Giorgia

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