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Intervista a Dino Piccoli

Dino Piccoli, imprenditore, presidente di Omniatel. La sua passione per le opere d’arte raccapriccianti ha rischiato di farlo cacciare di casa dalla moglie. Gli amici si sono rifiutati di andare a cena da lui, per non rovinarsi stomaco e appetito con i quadri esposti in sala da pranzo. Nonostante questo, lui continua, imperterrito, a collezionare. A modo suo.

Che fa nella vita Dino Piccoli? 

Difficile da dire, aspetti, le spiego con calma (e tira fuori dalla valigetta una brochure).

Scusi, ma non sa nemmeno lei quello che fa di lavoro? 

E’ molto complicato da spiegare. La mia azienda, Omniatel, si occupa di outsourcing del ciclo attivo e passivo.

Attivo e passivo per cosa? 

Scusi, so di non essere stato molto esaustivo. Diciamo che gestiamo tutte le operazioni di postvendita a livello amministrativo: ordini, inserimento documenti nel server e così via.

E’ già più chiaro, comunque si tratta di roba noiosissima. E che ci capisce di arte uno che dirige un’azienda del genere?

Colleziono arte proprio per distogliermi dalla noia del mio lavoro. E soprattutto per manifestare la mia rabbia nei confronti del mondo e dell’ipocrisia della società contemporanea.

Compra opere brutte per sfogare il suo malumore. Gusto dell’orrido o perversione?

Nessuna delle due. Non sono perverso e sarebbe più appropriato definire il mio un gusto per il raccapricciante, non per l’orrido. Le opere che compero devono colpire occhi e stomaco, indurre alla riflessione e di lì generare anche pensieri positivi. La profondità di spirito e le grandi intuizioni nascono da sofferenza e travaglio. Non comprerei mai un quadro che ha per soggetto natura e paesaggi, che non stimolano l’elaborazione mentale.

La sua casa deve essere una sorta di museo degli orrori

Non proprio, però la forza delle opere della mia abitazione non lascia indifferente chi vi vive o vi entra.

Si, chi vi entra per poi scappare subito…cosa ha esposto?

Alcuni quadri di Federico Guida: la serie dedicata a Dino, che poi non sono io. Tengo molto all’opera con il personaggio seduto sul water che guarda lo spettatore, con il viso contratto dallo sforzo che accenna, al tempo stesso, un’espressione d’ironia. Questo è uno dei miei dipinti preferiti.

Meglio l’uomo sul water di Guida che la Venere del Botticelli?

Decisamente si.

Resto senza parole. Cosa ha messo in camera da letto?

Al posto del crocefisso, sopra lo schienale, ho appeso un’immagine con due figure, una maschile e una femminile, di dimensioni piatte, che si baciano, in rappresentanza dell’amore. A destra, c’è un autore del Settecento che ha dipinto i temi del paradiso e inferno; ho posto questa opera volutamente in camera, perché era lì che un tempo- e anche oggi- si trapassava a vita migliore.

Pure macabro. E il resto della casa?

Fuori dalla camera c’è una galleria dove sono esposti soltanto volti femminili. Sofferenti, naturalmente.

 

Non dubitavo che lo fossero. Mi auguro che la sala da pranzo sia un po’ più allegra.

Non tanto. Raccoglie opere prevalentemente figurative. Per due anni vi ho esposto un quadro di Alessandro Bellucco che raffigurava un uomo che si leccava l’ascella. L’ho dovuto togliere, su suggerimento pressante degli amici che a un certo punto si sono rifiutati di venire a cena da me.

Lo credo bene. Scusi, sua moglie cosa ne pensa di questo suo gusto discutibile?

E’ inc..nera.

Lo sarei anche io. E i suoi figli?

Non vivono più con me. Ho regalato loro delle opere che mi piacevano, ma me le hanno restituite, non incontravano le loro preferenze estetiche.

A quanto ammonta la collezione degli orrori?

A circa 200 opere.

Non mi dica che ha speso una fortuna per acquistarle

Mi sono sempre imposto un budget sotto i 3mila euro.

Come s’informa sulle novità..raccapriccianti?

Entro nei siti e se un autore mi colpisce, fisso un appuntamento per incontrarlo.

Mi risulta che non ha simpatia per i galleristi

Esatto. Quelli delle zone centrali di Milano, o di altre città importanti, sono i peggiori…

Non facciamo nomi, altrimenti ci querelano. Che colpa hanno questi galleristi?

Spesso praticano prezzi più alti di quelli proposti dall’artista o dalle aste. Pompano alcuni autori, rendendoli famosi, senza che ce ne siano i presupposti e a volte, al contrario, sottovalutano degli altri, degni di merito.

E i curatori?

Imparziali. Spesso sono dei promotori o dei propagandisti.

Quale è l’opera che avrebbe sempre voluto avere dentro casa e che qualcuno le ha impedito di acquistare?

Ce n’è una in particolare, che mi avrebbero dovuto realizzare su misura: una lapide mortuaria.

Lapide mortuaria? Ho capito bene?

Esatto. Una volta entrai nello studio di un giovane artista italiano e vidi una lapide con la sua data di nascita e morte, quest’ultima però era già passata da due anni.

Furbo l’artista

Ne chiesi una anche per me, ma mia moglie si è severamente opposta alla realizzazione.

Donna saggia

Lei non ha mai immaginato la sua lapide mortuaria? (questa volta è lui a farmi una domanda)

Sinceramente no, ho cose più belle a cui pensare, per fortuna

Male. La morte fa parte di noi ed evocarla serve a esorcizzarne la paura.

Lei ha mai pensato di andare in analisi? Mica le farebbe male

No, mai stato e non voglio andarci. Io colleziono la sofferenza per rendermi conto di quanto sono stato fortunato nella vita.

Dino Piccoli, tra venti anni, coltiverà sempre questa passione per il disgustoso?

Si e no. Le mie preferenze artistiche non sono più estreme come un tempo. Ora sono più attratto da soggetti normali: natura e paesaggi, per esempio. L’importante per me è la presenza di elaborazione tecnica. Non amo la banalità.

Questo si era capito….certo, io non vorrei essere al posto della moglie di Dino Piccoli.

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2 Commenti

  • Egr. Sig. Piccoli ci siamo conosciuti all’asta di Sotheby’s posso ancora una volta per ringraziarla per aver scelto una mia opera del periodo materico. Le ho inviato a dicembre dello scorso anno l’invito di una mia personale presso una piccola galleria di Milano Spazioporpora.
    La mostra è stata un successo di pubblico e di critica, presenti alla mostra attenti collezionisti imprenditori come lei. Ho letto la sua intervista molto esauriente complimenti. Se un giorno lo vorrà senza impegno da parte sua vedere nel mio studio di Rho in Via V. Veneto 4, le mie opere materiche e del periodo Espessionismo astratto gestuale, posso anticiparle opere non banali maturate durante la mia lunga permanenza nel Maryland USA. Colgo l’occasione per salutarla graziano patori. tel. cell. 348 41 21 433.

  • Collezionista notevole. Mica male… Classico: infatti ha un budget limitato e si fida del proprio intuito e gusto. Internazionale: infatti ha realizzato una collezione tematica. Contemporaneo: infatti confronta i prezzi e le proposte delle gallerie con quelle in asta e sui siti online degli artisti… Pragmatico: vedasi giudizio sommario sui curatori (spero non tutti per non avere una crisi depressiva). Intelligente: si è scelto una bella nicchia come tematica, ma poi, se guardiamo in grande, a Bacon, Murakami, freud e tanti altri…. Eccentrico: la Peggy non lo era? Insomma, ci si aspetta il prossimo museo dell’arte raccapricciante, e sarebbe di certo un successo di pubblico! E poi a noi artisti piace che certi personagqgi inquietanti frequentino i nostri siti internet: o no?

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