A venticinque anni dalla morte del re della Pop Art, la Fondazione Andy Warhol ha incaricato la casa d’aste Christie’s di organizzare la vendita delle opere della Fondazione. Si parte il 12 novembre 2012 con la prima asta che raccoglie dipinti, disegni, fotografie, stampe e materiali d’archivio, una single-artist sale. Successivamente, da febbraio 2013, si terranno diverse aste online e private sale. Il tutto sarà organizzato un po’ come per la dispersione dell’immensa collezione di Liz Taylor nel 2011, con tante aste anche solo on-line.
Secondo la Fondazione, che ha dichiarato di voler aumentare in modo significativo le sue sovvenzioni al fine di garantire ed espandere il proprio sostegno a lungo termine delle arti visive, la stima di ricavato complessiva si dovrebbe aggirare sui 100 milioni di dollari.
Da ottobre sarà online un mini-sito promozionale realizzato da Christie’s.
Tra le opere in vendita saranno presenti lavori mai visti dal pubblico e soprattutto a prezzi non stellari. Attualmente il record d’asta per Warhol risale al 2007. “Green Car Crash (Green Burning Car I)” del 1963 è stato battuto da Christie’s a 64.000.000 dollari, diritti esclusi. O per citare un ottimo risultato recente, il 9 maggio 2012 “Double Elvis [Ferus Type]”, sempre del ’63, è stato venduto da Sotheby’s a 33.000.000 dollari, diritti esclusi.
Secondo il New York Times, questa iniziativa ha suscitato perplessità in alcuni collezionisti. Come Alberto Mugrabi, la cui famiglia possiede una delle più grandi collezioni al mondo di Warhol. Mugrabi avrebbe dichiarato di essere preoccupato per l’impatto che una vendita di tale portata potrebbe avere, nonostante la mancanza di pezzi di successo.