Palazzo Reale, Milano – dal 20 settembre 2012 al 6 gennaio 2013
ATTENTION. Le Musée est actuellement fermé au public pour rénovation. Il più importante museo di Picasso nel mondo è chiuso fino alla prossima estate. Se ne faranno una ragione i francesi, gli eventi a Parigi non mancano mai. Intanto duecento e più opere arrivano a Milano. “Quando? Quando?” ci si chiede senza fine da settimane. Giovedì. Ci siamo. Dora Maar con la sua blusa nera spopola sui manifesti per le strade. Il viso della mora, sua amante e fotografa, fu sempre pittoricamente torturato per coglierne l’intima essenza: determinata e insofferente.
Immagine di locandina più azzeccata non poteva allora essere la rivale in amore, minorenne e tradita, morbidissima nelle forme e avvolta da un dolce erotismo fanciullesco, Marie Thérèse. Picasso la “colse” per le strade parigine con un… “Sono Picasso, voi ed io faremo grandi cose insieme”. Un eros insaziabile.
Picasso a Palazzo Reale, un autunno in terza dimensione, altro che occhialetti polarizzati 3D, questo è il vero spettacolo. Migliaia di biglietti prenotati e una indecifrabile voglia repressa di “beltà” che attanaglia gli stomaci metropolitani. Fame di arte nella carestia culturale imposta dai tempi. Pochi fondi, pochi sponsor privati, qualche buona iniziativa gratuita ma comunque poca roba.
Un bisogno fisiologico. Dopo l’ingordigia di frutta dell’Arcimboldo dell’anno scorso non si era visto un granchè a Milano. Si ricomincia con Picasso accompagnati dalla passione barocca di Sir Denis Mahon tra “Guercini” e “Caravaggi”. Mercoledì anche Pistoletto in opera con performance live in Piazza Duomo ad inaugurare le sfilate modaiole mentre si avvia a concludere il Bramantino al Castello.
Pablo Picasso: un nome, una garanzia come fu per Dalì (sempre della 24 ORE Cultura) giusto giusto due anni fa. Il record è certo, come i serpentoni di persone che si materializzeranno su Piazzetta Reale. Del resto non mancherà nulla: dipinti, disegni, sculture, 80 fotografie, 9 film. Molte le opere che escono per la prima volta dal museo parigino.
In mostra tutte le fasi artistiche rappresentate più che degnamente: i tre periodi, blu (La Célestine – 1904), rosa (Les deux frères – 1906), africano (Trois figures sous un arbre – 1907), la ricerca della terza dimensione e la frantumazione della forma: il cubismo, analitico e sintetico. Il ritorno alla figurazione classica, la sperimentazione surrealista e l’interludio pop: tutta l’infinita evoluzione pittorica picassiana, tutta la tensione erotica di Pablo fermata solo nel 1973 dai limiti prescritti dalla natura.
Terza volta per il genio di Malaga a Milano. Nel 1953 si dedicò lui stesso all’allestimento delle sale. Volle a tutti i costi la sua Guernica (1937) e il Massacro in Corea (1950), ispirato alle fucilazioni di Goya con protagonisti i soldati americani, tra le Cariatidi mutilate dalle bombe inglesi della Sala da Ballo del Piermarini. Nazisti prima, yankee poi: è la guerra, schifezza. E tu non ci puoi fare niente.
Stucchi, cornici e colonne corinzie. L’eleganza regnava sublime. Specchi, finestre e quaranta splendide statue per sorreggere la balconata. Da perderci la testa tra un volteggio e l’altro durante le serate reali setteottocentesche. Un luogo fuori dal tempo riportato alla realtà devastante della guerra da un pittoresco bombardamento firmato RAF del 1943. Perfida Albione.
Il tetto prese fuoco e venne giù tutto, le cariatidi violentate assistettero in silenzio al disincanto, per due anni la sala rimase scoperta scalfita da degrado e intemperie e il dramma rieccheggia da allora. Qui simbolicamente Picasso volle testimoniare gli orrori della guerra e la sua intrinseca distruzione. Qui fino a poco tempo fa son usciti dall’oblio polveroso delle cantine di Galleria Marconi i funerali dell’anarchico Pinelli di Baj. Ispirati a chi se non a Guernica?
Purtroppo la “piccola città dei Paesi Baschi” non c’è, mentre il Massacro ritorna con tutta la sua forza per l’esposizione.
Nel 2001 l’ultima grande retrospettiva dove non mancarono ovviamente i grandi portraits dedicati alle ses femmes a cui ora se ne aggiungono di nuovi. Olga, Dora, Marie-Thérèse, Jacqueline. Amate e dipinte, scomposte e ricomposte, spesso sensualmente ritratte in un casto erotismo con qualche curva di seno e, a volte, una breve linea più in basso. Serena sublimazione che può turbare solo qualche infelice moralista pellegrino. Un mese fa casino e clamore per la giovane Marie Thérèse sui manifesti nell’Aereoporto di Edimburgo della mostra alla Scottish National Gallery “Picasso and Modern British Art“. Tutto per una semplice fessurina.
Perché che piaccia o meno Picasso intinse fino ai suoi ultimi giorni il pennello per dare forma alla vita, l’arte.
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di Dejanira Bada
(conferenza stampa e visita alla mostra)
Sì, ne vale la pena eccome. Ora possiamo dirlo senza alcun dubbio. Perché Artslife ieri mattina ha partecipato alla conferenza stampa di presentazione della mostra “Picasso. Capolavori del Museo Nazionale Picasso di Parigi” potendo visitarla in anteprima, scoprendo che la mostra in questione questa volta è davvero una cosa seria. Bellissimo allestimento, con ingresso proprio dalla Sala delle Cariatidi che nel 1953 ospitò la Guernica, dove campeggiano un paio di dipinti e delle foto di Pablo Picasso. Ritratti di lui nel suo atelier, in compagnia di amici e molte altre immagini. In fondo alla sala anche una riproduzione della stessa Guernica. Poi la mostra. Tante, molte sale. Uno di quei percorsi che, per fortuna, sembra non finire mai. Tra un capolavoro e un altro, tra un quadro che ha fatto la storia ed è presente nella mente di tutti da sempre a delle chicche mai viste prima se non si era mai riusciti a visitare il museo parigino. Tutta la vita di Picasso ripercorsa con le sue opere, più di 200 (e per davvero) dagli inizi del ‘900 ai suoi ultimi anni di vita. Ad accoglierci, tra i primi capolavori, l’incantevole e ributtante “Celestina (la donna con un occhio solo” del 1904. Orribile ad un primo sguardo ma incredibilmente magnetica se osservata meglio. Picasso qui dà il meglio di sé come pittore vero e proprio. Subito dopo il genio. La sperimentazione, il cubismo, il surrealismo. Tra sculture, acquarelli, dipinti magnifici. “Uomo con chitarra” del 1911, lo stupefacente “Ritratto di Olga in poltrona” del ’18, “Paulo nei panni di Arlecchino” (’24), le “Bagnanti che giocano a palla” del ’28, “L’acrobata” del 1930, il ritratto esplosivo di Dora Maar” (1937), la toccante “La donna che piange” sempre del ’37. Impossibile elencare tutte le opere presenti. Un tesoro inestimabile quello contenuto a Palazzo Reale per questa speciale occasione. Il Comune di Milano ha voluto riaprire la stagione delle mostre con il botto. Lo stesso Boeri, in conferenza stampa, sembrava veramente emozionato: “Oggi questa mostra non è poi così lontana da quella del 1953 o da quella del 2001, proprio l’anno dell’attentato alle Torri Gemelle. Questa è un’occasione di rilancio per Milano, per l’Italia, per capire che in un periodo buio e difficile come questo è importante investire nella cultura e nell’arte e che solo grazie al coraggio e alla creatività si possono migliorare le cose. Ogni sala ha un tema, con analogie che le uniscono, i temi politici, gli stati d’animo dell’artista, il senso cronologico. Gli spazi sono stati pensati appositamente per ospitare le opere e la qualità dell’allestimento è di livello elevato perché è stata rispettata la logica di composizione. Un luogo che sembra pensato appositamente per Picasso.” Anche Giancarlo Cerrutti, Presidente Gruppo 24 ORE ha detto: “Torna Picasso proprio in un altro brutto momento per la storia. Non siamo di certo in guerra, ma stiamo attraversando un grave momento di crisi e speriamo che questa mostra possa servire come segnale per guardare oltre, perché la cultura è un elemento primario della società.” Presenti in conferenza anche i rappresentanti degli sponsor ufficiali, tra cui Alberto Federici direttore del Gruppo Unipol, Matteo Marzotto, Vicepresidente della Fondazione per la ricerca sulla Fibrosi Cistica. Anne Baldassari, curatore e Presidente del Museo parigino e Domenico Piraina, Direttore di Palazzo Reale. Tutti quasi commossi, tutti ben consapevoli del fatto di stare presentando un evento che si spera attiri migliaia e migliaia di visitatori (circa 100.000 le prenotazioni già ricevute). Abbiamo a che fare con una vera retrospettiva, per una volta. E vale davvero la pena vistare questa mostra, come detto all’inizio. Parola di Artslife.
Per risollevare le sorti del nostro Paese, invece, forse sarebbe meglio pensare a qualcos’altro e non augurarsi che la buon anima di Picasso porti un po’ di fortuna. Ma si sa, quando arrivano i brutti momenti le si pensano proprio tutte per raccapezzarsi in questa vita.
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INFORMAZIONI UTILI
PABLO PICASSO. Capolavori dal Museo Nazionale Picasso di Parigi
A cura di Anne Baldessari
Palazzo Reale, Milano
20 settembre 2012 – 6 gennaio 2013
Orari
lunedì, martedì e mercoledì: 8.30-19.30
giovedì, venerdì, sabato e domenica: 9.30-23.30
Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura
Biglietti
€ 9,00 intero
€ 7,50 ridotto
€ 4,50 ridotto speciale
5 Commenti
riesci sempre ad ammaliare il pubblico !
bello, interessante, mai noioso
complimenti andremo alla mostra
Bravo Luca, bel pezzo!
…. GRAN bel pezzo!
BELLISSIMO ARTICOLO, INELLIGENTE E GARBATO E ANCHE IRONICO MA PRECISO. BRAVO