“Per disegnare devi chiudere gli occhi e cantare”
(Picasso)
– Crediti foto: Luca Zuccala © ArtsLife & L.Z. –
Dopo i fiumi di retorica inaugurale lasciamo parlare le opere.
Scalzati i “barocchi” di Sir Denis Mahon per “l’abisso di proporzione con Picasso” e “la paura di un flop quasi certo” Pablo al cubo (terza volta a Milano) allunga i suoi tentacoli artistici a tutto il Piano Nobile di Palazzo Reale. Picasso Reale si prende tutto. Più di centomila prenotazioni e la speranza degli organizzatori di battere i 330.000 visitatori del sogno surrealista di Dalì (Salvador Dalì, Il sogno si avvicina) e, perchè no, i 450.000 dell’ultima antologica di Picasso del 2001.
Pablo è vivo. Dipinti e sculture immersi nelle tinte grigio scuro delle sale. Un’installazione-corridoio con aforismi picassiani alle pareti percorre Sala delle Cariatidi collegando il Massacro in Corea vero a una proiezione di Guernica in divenire nelle sue fasi compositive. A volte, purtroppo, i cartellini delle opere son scomodi da leggere. Un allestimento semplice e per certi versi discutibile, troppo poco curato. Si poteva fare di più.
Ecco le foto.
SALA DELLE CARIATIDI
Il corridoio luminoso termina con un video che riproduce le fasi di realizzazione di Guernica.
Nella celebre retrospettiva del 1953 l’opera fu esposta solamente a Milano (23 settembre-31 dicembre) e non a Roma (Galleria Nazionale d’Arte Moderna, 5 maggio-31 giugno). Guernica arrivò all’ultimo momento dal Museum of Modern Art di New York (dove era in deposito, in attesa del ritorno della democrazia in Spagna) grazie all’intercessione dell’amico pittore Attilio Rossi che convinse personalmente il “compagno” Picasso proponendogli come spazio la storica Sala delle Cariatidi.
Dopo la visione di alcune grandi fotografie della sala devastata, Picasso offrì oltre a Guernica altre 70 opere.
La mostra di Milano assunse una completezza straordinaria: 329 opere contro le 250 di Roma.
Scrisse Corrado Maltese sull’Unità il 28 settembre del 1953 prima dell’arrivo di Guernica: “Qui a Milano abbiamo particolarmente apprezzato la felice e non certo fortuita collocazione delle grandi opere di Picasso, La Pace, La Guerra e lo stesso Massacro in Corea nell’enorme salone delle Cariatidi lasciato allo scoperto nelle strutture architettoniche ancora stravolte dai bombardamenti aerei. Gli allestitori hanno certo inteso legare simbolicamente l’anatema di Picasso contro la guerra a queste tracce concrete. La presenza nello stesso salone del Carnaio (a ricordo dei “cadaveri viventi” dei campi di concentramento nazisti) conferma quanto dicevamo”.
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“Massacro in Corea” (1951). Nel 1953, come Guernica, la tela fu esposta solo a Milano mentre a Roma fu censurata dal (già) Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Andreotti per non “urtare l’alleato americano”.
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SALE, FASI ARTISTICHE E CICLI TEMATICI
“L’arte non dovrebbe essere un trompe-l’oeil, bensì un trompe-l’esprit“
“Vado a passeggiare nella foresta di Fontainebleau, faccio indigestione di verde, devo pur liberarmi di questa sensazione in un quadro.”
“La pittura è una professione da cieco: uno non dipinge ciò che vede, ma ciò che sente, ciò che dice a se stesso riguardo a ciò che ha visto.”
“Spostare. Mettere gli occhi sulle gambe. Contraddire. La natura fa molte cose come lo faccio io. Essa la nasconde! Bisogna che lo ammetta.”
“Io miro alla somiglianza più profonda, più reale del reale, che raggiunga il surreale”
“Per me, un dipinto è l’esito di una distruzione. Faccio un dipinto e poli lo distruggo.”
“La pittura è più forte di me; mi costringe a dipingere come vuole lei. “
Buona visita.
Foto e testo: Luca Zuccala © ArtsLife
5 Commenti
La cosa meno riuscita dell’allestimento (che io trovo più che buono) è proprio la sala delle cariatidi. L’idea ospitare di nuovo Guernica attraverso le foto di Dora Maar non è affatto male. Il problema che a sparire è la sala stessa che, nel 1953, fu il motivo per cui Picasso accettò di prestare il grande quadro. La sala delle cariatidi è un luogo molto impegnativo da usare. Ci era riuscito bene Cattelan. Ma qui il rapporto tra spazio e opera si perde completamente. Peccato.
Pablo,Diego,José,Francisco de Paula,Juan Nepomùceno,Crispin,Crispiano de La Santisima Trinidad Ruiz y Picasso (1881-1973) nei 78 anni della sua carriera artistica, è stato il più fecondo di tutti i pittori. Si è calcolato che abbia prodotto circa 13500 tra quadri e disegni, 100.000 fra stampe e incisioni, 34.000 illustrazioni per libri e 300 tra sculture e ceramiche.Il complesso delle sue opere è stato valutato in oltre 1000 miliardi di lire.
Ottimo!!!…
Grande Luca!
Approfondimento davvero fantastico. Ottime foto e informazioni davvero davvero interessanti. A breve me la godrò anch’io!
Picasso è una sfida, un artista che non si può smettere di studiare, creando The Opera forse in qualcosa l’ho superato,ma devo lavorare ancora per non disperdere il risultato ottenuto;il rischio è di fare la fine di Picasso, percorrere fino alla fine della vita una continua ed incessante sperimentazione. Mentre oltre il Capolavoro, oltre l’immaginazione umana, ci devi andare con la sintesi non con l’analisi, quando ottieni la sintesi vuol dire, finalmente: prendere a mani nude le corna del toro, bloccarlo, e, in un colpo secco spezzargli il collo. Niente di nuovo nasce se il vecchio non muore.
Stefano Armellin
Pompei, mercoledì 26 settembre 2012