Genova, 7/8/9 novembre 2012
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Wannenes conferma con le aste di novembre un trend positivo che si mantiene costante nel 2012 e che la pone come una delle realtà più attive e interessanti del panorama italiano ed europeo nella vendita all’incanto. Dal 7 al 9 novembre 2012, le aste di “Gioielli e orologi, porcellane e maioliche italiane ed europee, argenti, icone e oggetti d’arte russa” (Asta 110) e Dalle collezioni Alberto Pucci di Benisichi (cinque tornate distribuite nei tre giorni per un catalogo di 1259 lotti, Asta 111) hanno complessivamente totalizzato € 1 .549.415
«Uno splendido risultato d’equipe che parte da una strategia d’impresa, che dalla raccolta attenta delle opere alla costruzione del catalogo, come una sequenza omogenea e accattivante, alla comunicazione e al rapporto competente e attento al cliente, rendono l’asta un evento irrinunciabile per gli appassionati e i connaisseur», così l’amministratore delegato Guido Wannenes commenta queste due importanti vendite.
Nell’asta 110 di “Gioielli e orologi, porcellane e maioliche italiane ed europee, argenti, icone e oggetti d’arte russa”, sono da segnare nel comparto delle porcellane e maioliche una grande bottiglia di maiolica policroma della manifattura di Pesaro o Montemilone della seconda metà del XVIII secolo, che partendo da una stima di € 1.800 – 2.000 ha raggiunto € 3.968; oltre a una coppia di vasi a sezione esagonale in maiolica della manifattura Antonibon, Nove di Bassano del 1725 circa, che superando la quotazione massima di € 2.400 hanno fatto battere il martelletto a € 2.852.
Negli argenti, protagonista assoluta e top price dell’asta un’elegante caffettiera in argento cesellata dall’orafo romano Grazioli tra il 1749 e il 1792, impreziosita da un boccaglio ad aquila
con attacco antropomorfo, che partendo da € 4.500 – 5.500 ha visto lievitare la quotazione massima di oltre otto volte fino a € 49.600; mentre una tabacchiera russa a forma di farfalla
uscita nel 1854 dal laboratorio moscovita dell’orafo Uvkin ha quasi triplicato la stima massima di € 2.500 raggiungendo € 7.068
Le icone greche e russe, segmento assai seguito dal collezionismo internazionale ha visto confermata la sua vivacità, come l’icona greca del XVII secolo raffigurante la “Vergine Odighitria”, che partendo da € 5.000 – 6.000 ha quadruplicato con ampio margine la quotazione massima con € 29.760; mentre otto volte rispetto il massimale di valutazione di € 2.000 per la “Madonna di Kazan” e “Cristo Pantocrator” a € 16.740.
Per quanto riguarda il dipartimento dei gioielli e orologi ottimo risultato globale da un corpus di orologi da tasca e tabacchiere provenienti da una famiglia italiana. In particolare un orologio da tasca in oro, Antoine Freres Besancon di fine Ottocento, decorato sul retro con l’aquila sabauda di Casa Savoia in smalto e diamanti, esitato € 4.712; e un’elegante esemplare coevo in oro, firmato Robert & Courvoisier, che da una quotazione di € 500 – 800 è volato a € 13.020
Un porta-fiammiferi infine, in oro e smalto circolare della fine del XIX secolo, decorato con motivo floreale in smalto verde e bianco e smalto azzurro a guilloché, da una stima di € 900 – 1.100 è stato esitato a € 5.580; e un’incantevole quanto raffinato portasigarette rettangolare in oro e smalto di Cartier degli anni Venti, con figure classiche in smalto nero che ha realizzato € 4.712.
Nei tre giorni della vendita all’incanto che vanno dal 7 al 9 novembre degli oggetti appartenuti alla raccolta di Alberto Pucci di Benesichi (Asta 111), che impreziosivano la residenza familiare a Petralia Sottana vicino a Palermo, si è data ampia testimonianza non solo di un collezionista che nel corso dei decenni ha comprato e sedimentato con gusto ed emozione, ma soprattutto si è ribadito una leadership di Wannenes nell’organizzazione di aste provenienti da Uniche Proprietà, che Guido Wannenes ha così commentato: “Con la vendita degli oggetti provenienti dalla collezione di Alberto Pucci di Benesichi si conferma la giustezza dei nostri sforzi nell’investire e potenziare un asset cruciale della nostra identità, che partendo da una tradizione anglosassone pluricentenaria attraverso Wannenes, si sta confermando come una tipologia di vendita appetibile ad un’ampia fascia di pubblico, che rimane sicuramente attratta dal fascino familiare che questi oggetti portano con sè”. Tra i diversi esempi eclatanti di un catalogo eterogeneo per quotazioni e tipologie, segnaliamo la splendida portantina in legno intagliatoe dorato del XVIII secolo che da una valutazione di € 25.000 – 35.000 ha realizzato la top price dell’asta con € 44.640; un cassettone siciliano del XVIII secolo con piano in marmo incassato, intarsiato a motivi geometrici e rosoni ellittici a € 18.600;uno sfarzoso abito da uomo in lamè lavorato del XVIII secolo completo di livrea e pantaloni, con ricco ricamo in filo d’oro e seta a motivi floreali e bottoni gioiello in madreperla, che da una stima di € 1.500 – 2.000 si è spinto fino a € 15.500; una pisside rocaille palermitana in argento parzialmente dorato del 1767 con base polibolata a € 7.440; infine un orologio in tartaruga e legno ebanizzato di manifattura siciliana del XVIII secolo di impianto architettonico, che da una stima di € 500 – 800 ha visto accresciuto di oltre sei volte la stima massima raggiungendo € 6.820
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4.11. 2012 – In arrivo le aste da Wannenes
CERAMICHE EUROPEE
L’asta del prossimo 7 novembre è caratterizzata da una notevole varietà di fabbriche, sia italiane che straniere, che la rende uno degli appuntamenti più interessanti degli ultimi anni per collezionisti e operatori. Per quel che riguarda la produzione in porcellana, Ginori è presente con due piatti attribuibili al Fanciullacci e databili alla fine del Settecento (lotti 7-8, stima € 250 – 500), mentre Cozzi vede una scelta della famosa produzione detta a bersò; per Napoli si segnala, tra gli altri, una bella figura di scimmia con un cane in biscuit (lotto 19, stima € 1.800 – 2.000), databile agli anni a cavallo fra Sette e Ottocento. Altre manifatture rappresentate sono quelle di Nove, Meissen, e della Boemia. Ancora più articolata e vasta l’offerta in maiolica: Milano, ben rappresentata sia da Clerici che da Rubati, affiancata da vari esemplari di provenienza lodigiana e faentina. Tra quelli usciti dalla manifattura Ferniani a Faenza ricordiamo un bel piatto decorato con il motivo detto a giardino con vaso e colonna spezzata (lotto 47 stima € 600 -800), mentre tra la produzione di Nove, interessante appare un grande piatto di servizio con decoro a gruppette sparse a spigolo blò databile agli ultimi decenni del Settecento (lotto 61 stima € 800 – 1.200). Da segnalare infine un grande piatto (diametro cm 41) della fornace di Deruta in maiolica policroma con il ritratto di “bella” della prima metà del XVI secolo (lotto 31, stima € 12.000 – 14.000).
ARGENTI, ICONE E ARTE RUSSA
Osservando le iconostasi delle chiese cristiane ortodosse, si può capire che la funzione principale dell’icona è proprio quella di “epifania del divino”, cioè nascondere e contemporaneamente manifestare il mistero che la anima. La teologia riteneva le icone opere di Dio stesso, realizzate attraverso le mani dell’iconografo. I volti dei santi rappresentati nelle icone sono chiamati liki: ovvero volti che si trovano fuori dal tempo, trasfigurati, ormai lontani dalle passioni terrene. Il fondo dorato proviene dalla luce celeste, dalla luce della Trasfigurazione. Poste nell’iconostasi, le icone segnano il limite di passaggio tra il mondo sensoriale e quello spirituale: sono il riflesso del secondo nel primo e il mezzo di accesso dal primo al secondo. Le icone palmari, grandi circa un palmo, erano destinate alla devozione personale, alla preghiera domestica o monastica. Venivano dipinte nei monasteri per essere offerte in dono ai pellegrini ed agli ospiti di riguardo; potevano fungere da donazioni a sacrestie di chiese e monasteri per impetrare la salvezza dell’anima, il suffragio dei defunti o il «raggiungimento dei beni eterni». Uno splendido esempio d’icona ‘palmare’ raffigurante “San Nicola” con riza in argento dorato, eseguita a Mosca nel 1839 dall’orafo Panfilov (lotto 249) parte da una stima di € 6.000 – 8.000. È da segnalare inoltre una caffettiera in argento cesellata a Roma dall’orafo Grazioli tra il 1749 e il 1792 con un delicato dettaglio antropomorfo all’attacco del boccaglio (lotto 147 stima € 4.500 – 5.500) e una tabacchiera russa in argento parzialmente dorata a forma di farfalla, opera dell’orafo Uvkin nel 1854 (lotto 217) e proveniente dalla collezione di Sotirio Bulgari stimata € 1.500 – 2.500
GIOIELLI E OROLOGI DA POLSO
Magnetico, splendente, irresistibile. Da sempre il gioiello, ornamento prezioso e brillante, riveste un fascino seducente per le donne come per gli uomini. Non è un caso, infatti, che proprio questi ultimi siano i maggiori collezionisti. Chi non ha sognato anche per un solo istante di possedere uno splendido diamante! Carico di significati simbolici – attribuito a Vishnu è il tesoro dell’oceano, nato dalle acque, o la rappresentazione dell’Intelletto secondo l’esoterismo islamico – il gioiello non è soltanto una pietra preziosa che evoca passione e tenerezza, ma anche l’opera del gioielliere, dell’orafo ed infine simbolo della persona che lo possiede. L’anello in platino, smeraldo e diamanti del 1960 circa, decorato con uno smeraldo di taglio cuscino di circa 4,50 carati e affiancato da diamanti di taglio baguette e brillante, è opera della grande oreficeria Bulgari, un nome che da solo evoca grazia e ricchezza da 128 anni (lotto 439 stima € 16.000 – 22.000). Fu Sotirio Bulgari, giunto dalla Grecia a Roma, ad aprire il primo negozio in via Sistina nel 1884, per poi trasferirsi nell’attuale sede di via Condotti 10 nel 1905. Difficile è elencare le personalità che vi sono passate: aristocratici, alto borghesi, stelle del cinema, come Gina Lollobrigida, Sophia Loren, Ingrid Bergman e Anna Magnani che, nella sua semplicità, era una collezionista instancabile dei gioielli Bulgari che indossava con naturalezza e disinvoltura. Come scrive Alvar Gonzáles-Palacios nel volume che celebra i 125 anni della maison: «Bulgari ha creato gioielli straordinari accostando pietre rare e materiali insoliti e non costosi come la seta e il cuoio, portando all’eccellenza certi precetti di Chanel quando la grande couturière coprì le donne di bigiotteria… Ha trattato cose preziose con la stessa disinvoltura con cui si impiegano materiali disparati. Nello stesso tempo il metallo più caro del mondo, il platino, è stato onorato dalla firma come merita». Da citare anche per l’estrema raffinatezza l’anello e l’importante collana in oro bianco e diamanti. Il primo con un diamante di taglio rettangolare di 4,23 carati (lotto 443 stima € 30.000 – 50.000); la seconda formata da una serie di elementi a fiore a scalare e decorata con diamanti di taglio brillante e punzone d’oro per un peso totale dei diamanti di 44 carati (lotto 444 stima € 30.000 – 50.000).Da una importante collezione italiana di orologi da tasca un Vascheron & Costantin con l’effige reale in diamanti di Vittorio Emanuele di Savoia (lotto 353 stima € 1.000 – 1.500) e un orologio da tasca Antoine Freres Besancon della fine del XIX secolo con sul retro l’aquila Sabauda di Casa Savoia in smalto e diamanti (lotto 355 stima € 2.000 – 3.000).
Una importante raccolta di tabacchiere, portasigarette, portapillole, portanei in oro, smalto e argento, che spaziano dal Cinquecento sino alla prima metà del Novecento, oltre ad un’eclettica serie di orologi, offrono un ampio spettro di soluzioni creative distribuite per gusto, per epoca, per materiali, per committenza. Questi oggetti di uso quotidiano rappresentano inoltre una forte attrattiva per molti raffinati collezionisti e da questi ricercati con grande eccitazione. L’appassionato infatti vede in queste tipologie di oggetti un’affascinante quanto ossessiva variazione sul tema che lo intriga e lo affascina, e che rende inesauribile la sua ricerca. Da segnalare un raffinatissimo portasigarette con portafiammiferi rettangolare in oro e smalto con apertura in onice della maison Cartier del 1920, decorato con figure classiche e percorso sui fianchi da una ghirlanda floreale (lotto 394 stima € 2.800 – 3.200). Originale quanto rara una tabacchiera in oro realizzata a San Pietroburgo nel 1798, recante i punzoni originali dell’epoca, rettangolare nella forma e decorata a raggiera, che rappresenta un esempio del gusto delle corti europee al cospetto di Caterina la Grande (lotto 397 stima € 1.000 – 1.200).
ALBERTO PUCCI DI BENISICHI
Nella vendita all’incanto dei tre giorni che vanno dal 7 al 9 novembre degli oggetti appartenuti alla raccolta di Alberto Pucci di Benesichi, che impreziosivano la residenza familiare a Petralia Sottana vicino a Palermo, si da ampia testimonianza di un collezionista onnivoro (lettere prefilateliche, calici e pissidi, mobili, gioielli, pianete, chiavi antiche, pupi di presepe…) che nel corso dei decenni ha comprato e sedimentato questo grande patrimonio di gusto affidandosi solo del proprio istinto di cacciatore di emozioni. Da segnalare un cassettone siciliano del XVIII secolo con piano in marmo incassato, intarsiato a motivi geometrici e rosoni ellittici (lotto 1041 stima € 4.000 – 6.000), una suggestiva patente nobiliare, manoscritta e miniata su pergamena della Famiglia Madranga di Messina del 1622 (lotto 928 stima € 1.000 – 1.500), un elemento architettonico in legno, tartaruga e legno dorato e dipinto in policromia del XVIII secolo (lotto 1162 stima € 1.000 – 1.500) e una deliziosa tabacchiera tonda in oro e smalti, con una miniatura con scena bucolica impreziosita da perle del XIX – XX secolo (lotto 1121 stima € 800 – 1.200)