23 gennaio – 6 ottobre 2013, MAXXI, Roma a cura di Luigia Lonardelli
Roma, 22/01/2013 – Il “nuovo” museo Maxxi, guidato dalla neo-presidente Giovanna Melandri, svela un asso dalla manica e presenta una mostra antologica e faraonica dedicata ad Alighero Boetti. Da domani, fino al 6 ottobre, saranno esposte trentacinque opere, inedite o raramente esposte, per raccontare l’artista che tanto venne influenzato, nella sua produzione, dall’ambiente romano.
Non sarà certo questo l’evento che consacrerà il Maxxi a livello internazionale, ma solo un primo passo che, però, conferma e ripete – tra le righe – la volontà della Melandri di rendere il museo la Tate Modern d’Italia. Si guarda al futuro, perché il centro contemporaneo deve far questo, ma lo fa senza dimenticare il passato. «Un museo come il Maxxi – afferma la Melandri – per sua natura proiettato nel futuro, non può perdere di vista le radici da cui nasce la cultura contemporanea». Ad accompagnare la mostra anche un’altra “consacrazione”. La piazza del museo delle arti del XXI secolo, infatti, da questa sera sarà dedicata proprio a Boetti. La mostra, Alighero Boetti a Roma, concentra l’analisi sul rapporto che ha legato l’artista alla città, e quanto lui, le sue variazioni cromatiche, il sapore dell’Oriente, abbiano influenzato drasticamente la produzione pittorica della capitale negli anni Ottanta. A dimostrazione di questo saranno, infatti, esposte alcune opere di Francesco Clemente e Luigi Ontani per indagare le connessioni, gli intrecci e le risonanze con l’opera di Boetti. Nell’esposizione si potranno ammirare anche due esemplari, tra cui un inedito assoluto, appartenente al ciclo delle Mappe, a cui il pittore iniziò a lavorare a partire dagli anni Settanta. Proprio in omaggio alla geografia immaginaria dell’artista torinese, ad introdurre la mostra anche l’opera dell’artista inglese Jonathan Monk “Untitled and unfinished” del 2004: una ripresa fissa sui laghi di Band-e Amir in Afghanistan, dove Boetti avrebbe voluto venissero disperse le sue ceneri.«Siamo fieri di questa mostra», ha detto la direttrice del Maxxi Arte Anna Mattirolo. Anche Roma lo è. Che sia questo un primo, da parte della nuova amministrazione, per dare un netto segnale di cambiamento e rinascita per il museo balzato – negli ultimi mesi alle cronache non certo per la sua stagione espositiva. La paura che molti hanno, però, è che questo sia solo un fuoco d’artificio.
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Una mostra per raccontare il rapporto tra un artista insofferente alle definizioni e una città che diventa per lui trampolino per l’ignoto e ispirazione per nuovi percorsi creativi: con Alighiero Boetti a Roma il MAXXI racconta la storia di “Alì Ghiero, il beduino in transito, accampato accanto al Pantheon”.
Trenta opere, molte inedite o raramente esposte, che raccontano una stagione creativa straordinaria, alla ricerca di una identità e alla scoperta di mondi lontani e affascinanti.
La mostra prende in esame il particolare il rapporto che ha legato Boetti a Roma, come la comunità degli artisti della capitale sia stata influenzata dalla sua personalità e come i suoi rapporti con l’Oriente siano stati fondamentali per il riemergere di una nuova sensibilità coloristica nel corso degli anni Ottanta.
La mostra sottolinea inoltre le connessioni, gli intrecci e le risonanze fra l’opera dell’artista e quelle di Francesco Clemente e Luigi Ontani di cui verranno esposti una serie di lavori in dialogo con quelli di Boetti, indagando per la prima volta le relazioni tra le loro opere, che ridefiniscono il panorama di vitalità e di esuberanza creativa che investe la generazione degli anni Settanta.
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INFORMAZIONI UTILI:
MAXXI
Via Guido Reni, 4/A
00196 Roma
Orari di apertura
mar-merc-giov-ven-dom 11.00-19.00
sab 11.00-22.00
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