L’arte trova posto in ospedale grazie a una mostra dell’artista Angiola Tremonti. L’evento espositivo si intitola “Mabilla – Corpo e Anima” ed è in programma dal 7 febbraio all’8 marzo nella hall dell’ospedale Sant’Anna di San Fermo della Battaglia (Como). L’iniziativa, ideata in occasione delle celebrazioni per la XXI Giornata Mondiale del Malato e nell’ottica di un percorso di umanizzazione e accoglienza dei luoghi di cura, ospiterà una quindicina di sculture in bronzo e dodici quadri. Si tratta di una selezione della produzione della Tremonti che, nel dicembre scorso, ha donato al presidio comasco la statua Sant’Anna – Mabilla – Donna – Madre, collocata nel piazzale antistante l’ingresso della struttura. L’esposizione è la prima del genere nella struttura sanitaria di San Fermo.
La mostra sarà inaugurata giovedì 7 febbraio con un incontro aperto a pazienti, parenti, dipendenti dell’ospedale e appassionati d’arte. Ecco il programma: si inizierà alle 17 con un incontro con l’artista nella hall dell’ospedale, cui seguirà, all’esterno, il ringraziamento ufficiale della Direzione per la donazione della statua. Il pomeriggio proseguirà con una visita guidata delle opere e, al termine, un rinfresco.
Presenterà Elda De Mattei.
L’attore Ermanno Stea animerà le sculture accompagnato dalla magica musica di Andrea Ferrante, parole di Angiola.
Daniele Monachella – attore – legge e racconta.
L’ingresso, all’evento inaugurale e alla mostra, è libero.
“Credo ci siano momenti nella vita – ha sottolineato Angiola Tremonti – in cui si debba pensare che donare sia un gesto gratificante non solo per chi riceve ma soprattutto per chi dona, se ha la consapevolezza di lasciare un segno del suo passaggio. Vorrei che questo mio dono servisse a sensibilizzare l’umanità nei confronti della donna. Occorre veramente dare alla donna non solo valenza pseudo simbolica di fecondità, creatività, ma sostanza civile, valore etico, forza esistenziale, progettualità comunitaria. Inoltre, Sant’Anna Mabilla – Donna – Madre, simbolicamente, accoglie, protegge, entra in empatia, è di sostegno a pazienti e operatori. Ringrazio anche l’ospedale per la collaborazione instauratasi e per avermi concesso la possibilità di allestire una ‘personale’ in uno spazio dove l’arte può offrire conforto, speranza, distrazione a chi viene curato e anche a chi cura”.