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Il nuovo collezionismo arriva dalla Silicon Valley

Mentre in Italia ce ne stiamo non più con le mani in mano, ma ormai con le mani direttamente nei capelli, all’estero, per essere precisi in California, nella mitica Silicon Valley, i potenti del mondo della tecnologia stanno iniziando a investire nell’arte, nei musei e tutti sono pronti ad aiutarsi l’uno con l’altro.

A San Francisco, per esempio, sarà presentata una grande installazione d’arte pubblica con 25.000 luci ad alta efficienza energetica per illuminare Bay Bridge. Un’opera realizzata dall’artista Leo Villareal del valore di $ 8000000, finanziata da alcuni donatori di alto profilo, come il CEO di Yahoo Marissa Mayer e la potente coppia Marco e Alison Pincus. Una nuova razza di artisti alla ribalta che per finanziare le proprie opere, come scrive il Wall Street Journal, si rivolge ai guru della tecnologia? Probabile. Da qualche parte bisognerà pur cominciare per trovare finanziamenti. D’altronde, dopo tante ricchezze accumulate dalle imprese della Silicon Valley (soldi a palate) perché non iniziare a sbirciare nel mondo delle arti e della cultura? Un mercato che è redditizio, lo hanno capito anche loro, questi grandi imprenditori, che di soldi ne hanno tanti, ma che sono comunque dei manager e non avrebbero mai “buttato” dei soldi in qualcosa di non redditizio. Naturalmente l’attenzione è concentrata su opere che hanno un “tocco digitale” e non certo dipinti, ma è già qualcosa. Per la gioia di Tracey Emin e non solo, per esempio…

Trevor Traina, collezionista di fotografie, 44 anni, ha venduto la sua prima azienda a Microsoft per più di $ 100 milioni e ha accumulando una raccolta di foto molto importante negli ultimi tempi.

Christie’s ha dichiarato che presso la sua sede di San Francisco i clienti che si occupano di tecnologia sono molto interessati alle opere che vanno in asta, soprattutto quando si parla di artisti come Gerhard Richter, il cui ultimo capolavoro è stato venduto per più di $ 34 milioni l’anno scorso da Sotheby’s.

Alcuni addetti ai lavori del mondo dell’arte avrebbero anche dichiarato che la moglie del co-fondatore di Google Larry Page, Lucinda Southworth, avrebbe iniziato a comprare opere d’arte.
Marc Andreessen colleziona opere di Robert Rauschenberg, così come Matt Cohler, che invece preferisce la fotografia contemporanea, e Jim Breyer, che possiede opere di artisti emergenti, in Cina e in Brasile.

Il signor Breyer, membro del consiglio del San Francisco Museum of Modern Art, trova paralleli tra arte e start-up, secondo il Wall Street Journal, e amerebbe investire su nomi meno noti e visitare gallerie durante i suoi viaggi di lavoro. Ammira in particolare artisti come Picasso che mostrano la capacità di reinventarsi.

Il co-fondatore di Yahoo ed ex CEO Jerry Yang è sempre a caccia di calligrafia cinese. Allen della Microsoft raccoglie capolavori  blue-chip artist come Van Gogh e Mark Rothko.

Ora a San Francisco i musei stanno intensificando la loro ricerca del settore della tecnologia, e aziende come Twitter, Pinterest e Dropbox stanno per stabilirsi in nuovi uffici in città piuttosto che nella Silicon Valley.

Il Sig. Traina ha anche prestato la sua impressionante collezione di fotografie per una mostra in città presso il de Young Museum l’anno scorso. Dave Morin, uno dei primi dipendenti Facebook che ora è amministratore delegato e co-fondatore della Strada privata dei social network Path, è appena entrato a far parte del consiglio di SFMOMA.

Si vogliono però evitare status symbol nel mondo della tecnologia e puntare quindi su nomi giovani e meno conosciuti ma sicuramente questa attenzione per il mondo dell’arte è anche dovuta al boom che il mercato dell’arte ha avuto in questi ultimi anni. Adam Sheffer, un partner della galleria di New York Cheim & Read ha detto: “Penso che la gente stia comunque arrivando a capire che l’arte arte sta iniziando a valere qualcosa, eccome.”

Dick Kramlich, un pioniere nella scena dell’ambiente tecnologico, il prossimo anno prevede di aprire un museo privato di new media art, che include video, film e installazioni in un edificio nella Napa Valley progettato da Herzog & de Meuron.

Sempre il Sig. Traina ha recentemente lanciato una nuova startup chiamata IfOnly.com e possiede già 300 opere di maestri della fotografia sui sei piani nella sua casa di San Francisco Pacific Heights. (Mr. Traina ha anche acquistato una delle fotografie iconiche di Diane Arbus, i gemelli, per poco meno di $ 500,000 a Sotheby ‘s nel 2004). E Traina promuove il mondo dell’arte anche ai suoi amici tech, ma grazie anche al fatto di essere cresciuto in una famiglia danarosa e appassionata di arte. Traina ha anche organizzato il Mid-Winter Gala per i Musei di Belle Arti, in parte proprio per attirare una “squadra” di giovani donatori.

E le istituzione restituiscono favori al Sig. Traina, al quale, per esempio, durante un suo viaggio nei Paesi Bassi, gli era stato permesso, la mattina presto, di visitare il museo di Amsterdam da solo, mentre era ancora chiuso, e al riguardo Traina disse: “Questa donna molto bella mi ha lasciato solo in una stanza con cinque Vermeer e lì ho capito che l’arte può avere un grande potere.”

Certo, stiamo parlando di super miliardari che hanno soldi da spendere, ma che comunque hanno capito che l’arte è un investimento, un buon investimento, e per di più sicuro. Possono anche permettersi di di puntare su artisti emergenti grazie a conti in banca esorbitanti, ovvio. Possono permettersi di rischiare, ma ci auguriamo che questo possa essere un buon esempio pure qui da noi, anche se con budget decisamente inferiori.

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