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Lucio Fontana, star da Christie’s

Lucio Fontana (Ugo Mulas) Lucio Fontana (Ugo Mulas)

22/23 aprile 2013, Milano

Sale l’attesa per “Milan Modern and Contemporary” l’asta milanese di Christie’s in programma nei giorno 22 e 23 Aprile a Palazzo Clerici. Dopo i tagli dello scorso anno e l’eliminazione delle aste autunnali, Christie’s ritorna con un’accurata e rigorosa selezione di opere per la maggior parte italiane. Il catalogo includerà infatti solo 95 lotti di qualità altissima provenienti da prestigiose collezioni italiane e internazionali.

In viaggio con Fontana

 ArtsLife ha raccolto per voi le opere del protagonista indiscusso di questo appuntamento meneghino: Lucio Fontana. La selezione di Christie’s dà la possibilità di apprezzare tutta la varietà della produzione dell’artista, da un paio di disegni (Studio per soffitto o pannello del 1954, stimato €4.000-6.000; e Figura femminile sdraiata firmato e datato Fontana 46, dal valore di €2.000-3.000), ad alcune sculture, passando per le ceramiche, senza tralasciare i suoi più classici Tagli e Concetti spaziali (con stime che partono da €18.000 e salgono fino a €700.000).

Lucio Fontana, nato nel 1899  in Argentina, da genitori di origine italiana, si trasferisce in Italia all’età di 6 anni, per poi ritornarvi negli anni ’20. Inizia il suo percorso artistico nella bottega del padre scultore e successivamente nel ’28 – tornato in Italia, si iscrive a Brera e diventa allievo di Adolfo Wildt. La sua scultura spazia dal figurativo all’astratto, utilizza sia terracotta che gesso, con o senza colore, e dà ad ogni creazione un tocco fortemente personale che gli consente di raggiungere un discreto successo già negli anni ’30. Nel 1940 si trasferisce a Buenos Aires dove fonda l’Accademia di Altamira che diventa un importante centro culturale. Qui, a contatto con giovani artisti e intellettuali elabora le teorie di ricerca artistica che lo portano dal Manifesto dello Spazialismo ai suoi più celebri Concetti spaziali.

Ma veniamo ai lotti in catalogo:

Eseguito nel 1964, questo Concetto spaziale, Attese incarna la sublime semplicità ottenuta grazie a tecniche complesse padroneggiate perfettamente, e rappresenta uno dei lotti più importanti presentati in catalogo. Debitore della tecnica pittorica tradizionale, in cui il tono finale di un colore era determinato dai colori sottostanti che, affiorando in trasparenza, lo arricchivano e lo determinavano, in quest’opera come in altre, Fontana ottiene la ricchezza del colore monocromo, grazie alla sovrapposizione di più tinte. L’artista ha infatti qui steso anzitutto un rosso fuoco a cui ha sovrapposto un vermiglione, raggiungendo un effetto ricco, vivo e luminoso. Questo procedimento è chiaramente visibile sul retro della tela, esaminando il quale appaiono i due colori che si fondono nel risultato finale.

Lucio Fontana (1899-1968)
Concetto spaziale, Attese
firma, titolo e iscrizione l. Fontana Concetto Spaziale ATTESE Ho visto una prima fotografia del 1906. dedicato al Sig. Gorges (sul retro)
idropittura su tela
cm 61,2×50,1
Eseguito nel 1964
Stima: €500.000 – 700.000

 

Ritorno al passato

Uno degli aspetti più interessanti della personalità artistica di Lucio Fontana è l’attenzione alle forme artistiche del passato, la sua capacità di rielaborarle e di porle a confronto colle più ardite sperimentazioni contemporanee. In Fontana, come in pochi altri artisti, è chiaramente presente un dialogo incessante tra le epoche, il confronto e il contrasto continuo tra le novità stilistiche più rivoluzionarie e la memoria della tradizione artistica. Ciò emerge con particolare forza nel dipinto sopra raffigurato. In un momento in cui il colore oro sembrava non essere più attuale, Fontana lo riprende. Sprofonda nel passato riproponendo un dipinto fondo oro, ma realizzato con materiali moderni e sintetici e trasportato di forza nella modernità da un taglio dissacrante e liberatorio, puro e perfettamente equilibrato. Un vero omaggio alla cultura artistica italiana ed europea che utilizzava il metallo prezioso per arricchire le opere.

Lucio Fontana (1899-1968)
Concetto spaziale, Attesa
firma e titolo l. Fontana ATTESA (sul retro)
olio su tela
cm 24×18,4
Eseguito nel 1960
Stima: €150.000-200.000

Anatomia dei tagli

Dopo la stesura del colore, lasciata la tela sul cavalletto ad asciugare, Fontana interveniva sulla pittura ancora abbastanza fresca con un taglierino per la fase più personale e significativa dell’esecuzione, i tagli. Qui l’improvvisazione immediata e la libertà del gesto si affiancavano a un filtro razionale e a una selezione severa come nel caso di questi dipinti in cui Fontana sceglie di immergersi nell’infinito spazio dietro la tela con la perfezione chirurgica di tre lunghi tagli. La parte successiva del processo creativo prevedeva un delicato passaggio della mano all’interno dei tagli appena eseguiti, operazione che portava definitivamente la tela nello spazio tridimensionale, con un profilo reso definitivo dall’asciugarsi della pittura. L’esecuzione si concludeva con l’applicazione sul retro della tela di garze che, filtrando la luce e impedendo di vedere la parete retrostante, contribuiscono all’illusione che dietro il taglio si apra un vuoto infinito, cosmico. Solo a questo punto Fontana firmava le Attese che recano quasi sempre sul retro una iscrizione: equazioni assurde, annotazioni sul tempo o su amici in visita, avvenimenti quotidiani, qualche dedica.

Lucio Fontana (1899-1968)
Concetto spaziale, Attese
firma, titolo e iscrizione l. Fontana “Concetto Spaziale” Attese credo che bisogna [sic] cambiare le caldaie (sul retro)
idropittura su tela
cm 46×38
Eseguito nel 1965-66
Stima. €220.000-280.000

Calma spaziale,  rigore cosmico, serenità nell’infinito

Per questo motivo i dipinti di Fontana non possono semplicemente essere definiti “quadri”. Si tratta piuttosto di strutture spaziali rese visibili su una tela. L’artista anzitutto concepisce un modo di organizzare lo spazio (operazione da cui discende il titolo Concetto Spaziale che lega tra loro i dipinti di Fontana come in una serie) e in seguito trasferisce questo suo pensiero sulla tela, dandogli concretezza materiale attraverso il processo appena descritto. In opere degli anni Sessanta come queste, l’apparente libertà nella disposizione dei tagli risponde a schemi compositivi e distributivi ricorrenti. Molte composizioni insoddisfacenti venivano scartate dall’artista, che invece ritornava su quelle meglio riuscite che diventavano prototipi da rielaborare. In questo caso, in una delle strutture che Fontana doveva ritenere più soddisfacenti vista la ricorrenza piuttosto frequente, due tagli obliqui sulla metà sinistra vengono bilanciati da un singolo taglio verticale sulla metà destra, con un risultato asimmetrico, ma di equilibrio quasi classico. Vale la pena di ricordare la celebre dichiarazione di Lucio Fontana che, intervistato da Giorgio Bocca, affermò che aspirava “a dare a chi guarda il quadro un’impressione di calma spaziale, di rigore cosmico, di serenità nell’infinito” (Incontro con Lucio Fontana, il vincitore di VeneziaIl Giorno, 6 luglio 1966)

Teatralità Barocca

Attorno alla metà degli anni Cinquanta, all’apice della sua attività creativa, Lucio Fontana esegue alcuni rari dipinti che prenderanno il nome di Barocchi. Assieme all’impulso verso l’innovazione, il riferimento alla tradizione artistica è un aspetto fondamentale dell’attività dell’artista. Così come la perfezione dei successivi tagli trova i suoi modelli nell’equilibrio classico e rinascimentale, l’amore di Fontana per il movimento, la ricchezza dei materiali, l’asimmetria e la dimensione spettacolare del fare artistico trova consonanza nella teatralità barocca.

Lucio Fontana (1899-1968)
Concetto spaziale
titolo, firma e data #70 “Concetto Spaziale” l. Fontana 54 (sul retro)
olio, tecnica mista e vetri su tela
cm 100×70
Eseguito nel 1956
Stima: €500.000 – 700.000

In questo Concetto Spaziale sopra illustrato sono visibili due forme, un esagono e un pentagono, dalla geometria fortemente irregolare e dalla superficie movimentata e ricca di sorprese. Queste figure condividono il medesimo colore dello sfondo, e i loro profili emergono dall’oscurità esclusivamente grazie al rilievo dell’impasto. L’aggetto del colore e i buchi che attraversano la tela conferiscono al dipinto la caratteristica tridimensionalità delle migliori opere di Fontana.

In una prima versione la parte inferiore del dipinto era bianca (e così appare nelle vecchie foto d’archivio utilizzate per le edizioni dei cataloghi generali pubblicati nel 1974 e 1986). All’inizio degli anni Sessanta, però, Fontana opta per un rigoroso monocromo nero e espone l’opera così modificata già in una mostra alla galleria Blu di Milano nel 1964. Quest’opera del maestro dello Spazialismo assume così, anche per le dimensioni imponenti, una dimensione veramente cosmica. All’esterno del perimetro delle due figure alcune ‘pietre’ fluttuano come satelliti, mentre la luce ambientale viene assorbita dal colore denso e profondo, come se si perdesse nelle profondità siderali.

Lucio. Due anime, un genio

Nell’anima di Fontana convivono due filoni: uno ricco, festoso, esplosivo (quello dei Barocchi e della ceramiche), l’altro sobrio, rigoroso e fantasiosamente austero (di cui i Tagli sono il maggiore esempio). Fontana raramente mescola i due registri e di volta in volta seleziona gli strumenti espressivi che meglio si adattano al risultato che vuole ottenere. Nei Tagli, l’essenzialità dell’enunciazione porta a una chiarezza esemplare; riducendo il numero degli elementi in gioco si guadagna in concentrazione di significati e in potenza espressiva. Lucio Fontana, ancora una volta in anticipo, precede le poetiche del Minimalismo riportando l’opera alla massima semplicità possibile.

Lucio Fontana (1899-1968)
Concetto spaziale, Attese
firma e titolo l. fontana attese 1+1 912 (sul retro)
idropittura su tela
cm 100×80
Eseguito nel 1959
Stima: €400.000-540.000

Nella tela  di grandi dimensioni qui sopra, Fontana esegue tre tagli, tre segni elementari che si muovono in uno spazio monocromo, e questo basta per stravolgere una tradizione artistica secolare. La violazione irriverente e iconoclasta della superficie della tela inaugura una nuova era; il confronto con le opere dei contemporanei rende subito evidente la distanza che li separa da Fontana. I tagli non possono essere confusi con gli elementi grafici che sono alla base di molte opere astratte dell’epoca, ad esempio le sciabolate di Hartung: l’universo in cui si muove la mano di Fontana è tridimensionale, non più bidimensionale. Dal punto di vista compositivo, la perfetta simmetria così come lo squilibrio troppo vistoso evidentemente non soddisfacevano Fontana che preferiva composizioni equilibrate, ma dinamizzate dalla variazione. Appare qui una delle strutture ricorrenti in Fontana: a due tagli inclinati sulla sinistra risponde un singolo taglio verticale sulla sinistra.

Monocromi

Fontana prende una posizione decisa anche riguardo all’uso del colore: nella sua opera l’utilizzo di un solo colore è dovuta ad esigenze di concentrazione espressiva. Nel caso dei Tagli i temi dello spazio, del gesto (e di tempo) sono già sufficienti a riempire di senso l’opera; l’utilizzo di altri elementi sarebbe fuorviante e questo giustifica una decisa scelta monocroma.

Una tranquilla “vuotezza” 

Per quanto riguarda lo spirito che sovrintende all’esecuzione dei tagli, Fontana poteva eseguirli solo in momenti di tranquillità assoluta, in uno stato di ‘vuotezza’ d’animo paragonabile a quello che si raggiunge con le tecniche di meditazione orientale.
Il fotografo Ugo Mulas ricorda che un Taglio appena concluso gli fece comprendere la complessità dell’operazione di Fontana e che, “il gesto conclusivo non la rivelava che in parte. Vedendo un quadro di buchi, o un quadro di tagli, è facile immaginare Fontana mentre fa il taglio con una lama o i buchi con un punteruolo, ma questo non lascia comprendere l’operazione che è più precisa e non è solo un’operazione, ma un momento particolare, un momento che capivo di dover fotografare. Pensavo di riprenderlo mentre lavorava, ma Fontana non volle, e me ne spiegò la ragione: “se mi riprendi mentre faccio un quadro di buchi dopo un po’ non avverto più la tua presenza e il mio lavoro procede tranquillo, ma non potrei fare uno di questi grandi tagli mentre qualcuno si muove intorno a me. Sento che se faccio un taglio, così, tanto per la foto, sicuramente non viene… magari potrebbe anche riuscire, ma non mi va di fare questa cosa alla presenza di un fotografo, o di chiunque altro. Ho bisogno di molta concentrazione. Cioè non è che entro in studio, mi levo la giacca, e trac! faccio tre o quattro tagli. No, a volte, la tela, la lascio lì appesa per delle settimane prima di essere sicuro di cosa ne farò, e solo quando mi sento sicuro, parto, ed è raro che sciupi una tela; devo proprio sentirmi in forma per fare queste cose”… Fu allora che capii -conclude Mulas- come il momento preparatorio, quello che precede il taglio, era il più importante” (in Fontana Luce e Colore, cat. mostra Genova 2008, p. 51). La famosa sequenza immortalata da Ugo Mulas dell’artista che esegue un Taglio ricorre quindi a un espediente: Fontana ha finto di prepararsi per il taglio, ma nelle foto in cui appare eseguirlo è stato utilizzato un dipinto terminato nei giorni precedenti, per l’appunto in totale calma e solitudine.

Fontana quindi è estremamente esigente nell’esecuzione dei tagli. Questa operazione è come un atto d’amore, richiede intimità, concentrazione, trasporto. L’esito non è prevedibile, non è ripetibile e non può essere programmato, ma dipende da molteplici fattori fisici e psicologici, alcuni dei quali non controllabili. Tutte le caratteristiche dell’essere umano entrano in gioco e l’artista si mette a nudo in un suo gesto, senza difese, senza la complessità della tecnica e il peso della tradizione a proteggerlo.

Lucio Fontana (1899-1968)
Concetto spaziale, I Quanta
firma e titolo l. fontana concetto spaziale (sul retro). Idropittura su tela
cm 49x17x19,5×22,5×42,5
Eseguito nel 1959
Stima: €150.000-200.000

 

Lucio Fontana (1899-1968)
Concetto spaziale
firmato e datato l. fontana 60 (in basso a destra)
tempera su carta
cm 66,5×49,6
Eseguito nel 1960
Opera registrata presso la Fondazione Lucio Fontana, Milano, n. 1737/99
Stima: €25.000-30.000

 

Lucio Fontana (1899-1968)
Lotto di due opere:
a) Concetto Spaziale – Teatrino (bianco)
numerato e firmato 21/75 l. Fontana (sul retro)
cm 69,8×69,8
b) Concetto Spaziale – Teatrino (nero)
numerato e firmato 66/75 l. Fontana (sul retro)
cm 69,8×69,8
quattro fogli di cartone sagomato
Realizzati nel 1968 da Edition Plus, Baden-Baden, in 75 esemplari + 20 in numeri romani (2)
Stima: €18.000-24.000

 

Lucio Fontana (1899-1968)
Concetto spaziale
firmato l. Fontana (sul retro)
rame laccato in viola
cm 36x32x19
Realizzato da S. Tosi e F. Squariti, Milano, nel 1967, in vari colori, di cui 36 esemplari firmati + 5 non firmati + 6 prove d’artista
Opera registrata presso la Fondazione Lucio Fontana, Milano, n. 2466/1
Stima: €60.000-80.000

 

Lucio Fontana (1899-1968)
Concetto Spaziale Ovale
firmata e numerata l. Fontana 31/75 (sull’etichetta sul retro)
porcellana
cm 17x45x17,5
Realizzato nel 1968 da Rosenthal in 75 esemplari di colore nero + 75 di colore bianco

 

 

Lucio Fontana (1899-1968)
Battaglia
firma, data e iscrizione l. Fontana 50 CE. AS. (sul retro)
ceramica smaltata
cm 48,5×58,8
Realizzata nel 1950
Opera registrata presso la Fondazione Lucio Fontana, Milano, n. 1160/3
Stima: €20.000-30.000

 

Lucio Fontana (1899-1968)
Senza titolo
firmata e datata l. fontana 57 (in basso a sinistra)
ceramica policroma
diam. cm 33
Eseguito nel 1957
Opera registrata presso la Fondazione Lucio Fontana, Milano, n. 1003/5
Stima: €20.000-30.000

 

Lucio Fontana (1899-1968)
Concetto spaziale, Natura
elemento con i buchi: firmato fontana (sul retro)
elemento con il taglio: firmato l. fontana (sul retro)
entrambi numerati 368/500 (sulla base)
ottone, due elementi
cm 26x20x21 ciascuno
Realizzate nel 1967 in 500 esemplari + 5 prove d’artista dalla Fonderia Berrocal (2)
Stima: €40.000-60.000

 

Lucio Fontana (1899-1968)
Studio per soffitto o pannello
inchiostro su carta
cm 28×22,2
Eseguito nel 1954
Opera registrata presso l’Archivio Lucio Fontana, Milano, n. 2336/2
Stima: €4.000-6.000

 

Lucio Fontana (1899-1968)
Figura femminile sdraiata
firmato e datato fontana 46 (in basso a destra)
inchiostro su carta
cm 31,3×22
Eseguito nel 1946
Opera registrata presso la Fondazione Lucio Fontana, Milano, n. 1737/53
Stima: €2.000-3.000

 

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3 Commenti

  • Prima o poi… Forse tra 234 vite…

  • Dentro i tagli di Lucio Fontana ritroviamo tutta l’arte figurativa occidentale. Cfr. Ebook (amazon) di Ravecca Massimo. Tre uomini un volto: Gesù, Leonardo e Michelangelo.

  • amo Fontana in tutte le sue espressioni e in tutti i mezzi utilizzati.Prima o dopo acquisterò una sua opera.
    Dan M.M.

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