Siamo arrivati anche a questo. Niente di nuovo e nulla di così trasgressivo (tanto che anche gli sguardi dei passanti erano più o meno indifferenti). A Dusseldorf, una modella completamente nuda con delle scritte sul corpo, si è aggirata sull’autobus, in treno, in metropolitana. Al posto dei vestiti le parole jacket, pants, slip, scritte proprio nei punti dove la donna avrebbe dovuto indossare i suddetti abiti. Questa è arte, almeno secondo l’artista svizzero Milo Moire, e la performance avrebbe anche un nome “the script system”, un modo, sempre secondo l’artista, per provare a sconvolgere l’ordinario. Sarà. Ad ogni modo la modella almeno è bellissima e non di quelle tutte pelle e ossa, un piacere per gli occhi, ma da qui a parlare di arte ce ne vuole…
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Quando si vuole usare la furbizia, almeno si faccia con intelligenza e capacità critica, questo pseudo “artista” non ha né l’una né l’altra. Era sufficiente che la modella girasse con i capelli rasati a zero, o, non le facesse rasare i peli del pube e delle ascelle, poi, non doveva farle mettere il rossetto sulle labbra, non doveva farle portare gli occhiali e la borsa, e, per finire doveva farla camminare scalza col la scritta scarpa sul dorso dei piedi. Forse allora, poteva chiamarsi performance.