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Asta di Numismatica da Bolaffi

Il 23 maggio la numismatica apre a Torino la sessione primaverile delle Aste Bolaffi Ambassador. A partire dalle ore 10.00, nella Sala Bolaffi di via Cavour 17, sono attese monete antiche, moderne, medaglie e banconote per un totale di più di 1600 lotti e una base complessiva di oltre 900 mila euro.

 

Già annunciato a gennaio dalla casa torinese, debutterà all’asta il Centesimo Mole, la moneta coniata per errore dall’Italia con il valore facciale da 1 centesimo sul rovescio ma con il diametro e l’immagine sul dritto della moneta da 2 centesimi, che riproduce la Mole antonelliana di Torino. Per la prima volta all’incanto, l’esemplare – considerato una delle maggiori rarità in euro attualmente in circolazione – partirà da una base di 2.500 euro.

Saranno battuti anche altri due errori di conio del centesimo di euro: il “Doppio Castel del Monte”, con l’immagine del monumento pugliese su entrambe le facce, e il “Centesimo-Centesimo”, l’esemplare costituito da due facce identiche coniate con il valore da 1 centesimo.

Sempre in tema di errori da collezione nel capitolo dedicato alla lira non mancherà il noto 500 lire Caravelle “Bandiere rovesciate”, la moneta di prova del 1957 con i vessilli delle imbarcazioni dispiegati controvento (8.000 euro la base). Tra i numerosi lotti di pregio del periodo antico e moderno si evidenzia un raro Augustale di Federico II di Svevia (1198-1250) – la prima moneta italiana non classica a riprodurre l’effigie di un sovrano – con al dritto il busto di Federico II e al rovescio un’aquila ad ali spiegate (base 10 mila euro).

Molto nutrita, come da tradizione, sarà la presenza di monete di casa Savoia: tra gli altri, un raro 4 zecchini di Carlo Emanuele III con l’illustrazione sul rovescio di una scena dell’Annunciazione (base 6.000 euro). Per i collezionisti del Regno d’Italia compariranno numerosi alti valori in oro fra i quali un 100 lire di Vittorio Emanuele II del 1864, con base d’asta di 15 mila euro.
Una ricca sezione sarà infine dedicata alle coniazioni straniere: tra gli altri, l’8 escudos coniato da Filippo V di Spagna nel 1709 per la colonia del Perù (base 2.500 euro), il 10 rubli di Caterina II di Russia (base 4.000 euro) e un’ampia selezione di monete cinesi di inizio Novecento.

«È il preludio a una ricca annata di aste – commenta Giulio Filippo Bolaffi, amministratore delegato del Gruppo Bolaffi – che vedrà protagoniste non solo le monete ma anche i francobolli (il 31 maggio e 1° giugno) e a seguire, in autunno, libri antichi, autografi, manifesti, una particolarissima selezione di arredi e oggetti d’arte appartenuti alle raccolte di Amedeo di Savoia-Aosta e, dulcis in fundo, la prima asta di vini nella storia delle Aste Bolaffi». «Il settore delle aste in Italia – prosegue Bolaffi – è in fermento perché, anche a causa della crisi, molte più persone hanno deciso di smobilizzare collezioni trascurate e questa situazione, nella sua triste realtà, dà però ossigeno al mercato: oggetti che da molti anni non vedevano la luce oggi hanno la possibilità di essere acquistati dai collezionisti, specialmente all’estero, ma anche in Italia, dove è ancora presente un’ottima platea di appassionati e investitori pronti ad aggiudicarsi i pezzi giusti al prezzo giusto».

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