6 novembre – 2 febbraio 2014, Palazzo Ducale – Genova
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Trattava le sue opere come fossero dei figli. Le lasciava “libere” all’aperto, qualsiasi tempo, clima e stagione. Pioggia o sole, neve o gelo, non faceva differenza, non era proprio un “padre” modello. 15 gradi sotto zero? Non importa, quella doveva restare lì: surgelata, infradiciata, bagnata fino a sciogliersi e colare colore. Un’opera d’arte per definirsi tale deve subire qualsiasi genere di trattamento atmosferico. La tela deve essere vissuta dal tempo. Poi è pronta e può essere pure venduta.
Così Marc Restellini introduce la “Creazione” di Edvard Munch parlando (in francese) della sua di creazione che prenderà il via questo autunno nelle sale di Palazzo Ducale a Genova. Titolo della mostra: “Edvard Munch“, semplicemente nome e cognome del pittore norvegese, dal 4 ottobre 2013 al 2 marzo 2014. Centocinquanta, centoventi o forse cento le opere in esposizione (non è chiaro, il numero varia da comunicato a comunicato) per i centocinquant’anni (questo è certo) della nascita (12 dicembre 1863) dell’inquieto genio di Løten, villaggio immerso nella tundra ad una settantina di chilometri da Oslo.
“Realizzare questa mostra proprio nell’anno delle celebrazioni e con le enormi difficoltà legate ai prestiti di Munch è stato un miracolo” spiegano gli organizzatori. Difatti la mostra genovese sfida le innumerevoli rassegne celebrative sparse per il mondo con (ovviamente) la Norvegia davanti a tutti. Ad Oslo va in scena la straordinaria “Munch 150“: “la più ampia e articolata presentazione dell’arte di Munch di tutti i tempi” come si legge sul sito. 250 opere distribuite tra due sedi: il Munch Museum e la Galleria Nazionale, più una serie infinita di eventi collaterali per il cosiddetto Giubileo di Munch (un Anno Santo per la Norvegia vista l’aura divina che avvolge l’artista in madrepatria).
Un’altra sfida (vinta), infatti, è stata quella di convincere i collezionisti privati (quasi tutti norvegesi) a separarsi dalle proprie opere-feticcio per la durata della mostra. Missione quasi impossibile: i detentori dei vari Munch vivono in una sorta di culto perpetuo dell’artista di cui si sentono i custodi-sacerdoti in vita. Si conoscono tutti e si ritrovano abitualmente per condividere i propri tesori-idolo, celebrando in questo modo il loro “santo norvegese“. Per questo motivo non dev’essere stato facile convincerli, Restellini dice di aver puntato tutto sulla fiducia.
Il curatore d’oltralpe riporta così Munch in Italia fiero del successo di tre anni fa della mega-retrospettiva alla Pinacothèque de Paris visitata per l’occasione da 600 mila persone (lo stesso numero di visitatori di Palazzo Ducale di tutto il 2012), senza dimenticare l’ottimo risultato ottenuto (che certamente – vista l’affluenza – sarà bissato a settembre) per i Maledetti spiriti di Montparnasse tra Parigi e Milano.
Racconta Restellini: “La mostra tratta un Munch artista che potremmo in qualche modo considerare il contrario di tutto ciò che esisteva fino ad allora. Munch si oppone deliberatamente a ciò che vede e conosce. In una logica quasi anarchica, si mette in contrasto con l’impressionismo, il simbolismo, il naturalismo per inventarsi una forma di espressione artistica in rivolta contro tutto ciò che sin dalla sua infanzia gli è stato presentato come regola sociale. È sorprendente scorgere così presto nella storia dell’arte moderna un artista capace di staccarsi da tutte le convenzioni alle quali ci avevano abituati gli artisti e i movimenti precedenti; ed è prodigioso notare sin dagli anni Ottanta dell’Ottocento come Munch si accanisca sugli strati di colore, vederlo letteralmente solcare la superficie pittorica“.
Il percorso espositivo racconterà tutta la parabola artistica di Munch troppo spesso schermata dai vortici cromatico-sonori del fragore assordante dell’Urlo. La Natura, il Dolore, il Tormento, l’Inquietudine: ci saranno tutti gli ingredienti di quell’Esistenzialismo pittorico che ha tradotto in linguaggio visivo la poetica di Kierkegaard e il dramma di Ibsen. Quel sentimento d’angoscia inciso ad acquaforte o acquatinta, stampato a xilografia o realizzato in serie, le serigrafie, o in unica impronta, il monotipo. Perchè Edvard Munch fu un Maestro di tecnica grafica oltreché pittorica.
In mostra saranno presenti 5 esemplari (litografie) della celebre Madonna, alcune incisioni sul Fregio della Vita e il Vampire II stampato su pietra litografica, nonché importanti olii come Bathing Boys e i ritratti di Inger Barth e Hieronymus Heyerdahl.
40 mila ad oggi i visitatori prenotati. Al 4 ottobre a Genova con Munch.
“La Natura è l’opposto dell’arte. Un’opera d’arte proviene direttamente dall’interiorità dell’uomo.
La Natura è il mezzo, non il fine. Se è necessario raggiungere qualcosa cambiando la natura, bisogna farlo.
L’arte è il sangue del cuore umano”.
(E.Munch)
Luca Zuccala
INFORMAZIONI UTILI
Titolo: Edvard Munch
Sede: Palazzo Ducale, Piazza Matteotti 9 – 16123 Genova
Date: Dal 4 ottobre 2013 al 2 marzo 2014
Mostra a cura di Marc Restellini
Progetto espositivo: Corrado Anselmi
Progetto grafico: Francesca Pavese
Orario apertura
Da Martedì a Domenica dalle 9.00 alle 19.00
Lunedì dalle 14.00 alle 19.00
La biglietteria chiude un’ora prima
Informazioni e prenotazioni
T +39 010 9868057
Informazioni e prenotazioni scuole
T +39 010 5574004
biglietteria@palazzoducale.genova.it
Siti internet
www.mostramunch.it
www.palazzoducale.genova.it
Catalogo: 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE
* Edvard Munch – Madonna, 1896, litografia, 60,5 x 44,7 cm Ars Longa, Collezione Vita Brevis © The Munch Museum / The Munch- Ellingsen Group by SIAE 2013
* Edvard Munch – Vampire II, 1895 pietra litografica, china, graffito, inciso su legno, 38,7 x 56 cm Ars Longa, Collezione Vita Brevis © The Munch Museum / The Munch- Ellingsen Group by SIAE 2013
* Edvard Munch The Girls on the Bridge, 1918 xilografia e litografia 58,2 x 42,9 cm Ars Longa, Collezione Vita Brevis © The Munch Museum / The Munch- Ellingsen Group by SIAE 2013
*Edvard Munch Inger Barth, 1921 olio su tela, 130 x 100 cm Ars Longa, Collezione Vita Brevis © The Munch Museum / The Munch- Ellingsen Group by SIAE 2013
* Edvard Munch Bathing Boys, 1904-1905 olio su tela, 57,4 x 68,5 cm © Munch Musuem © The Munch Museum / The Munch- Ellingsen Group by SIAE 2013
* Edvard Munch Hieronymus Heyerdahl, 1917 olio su tela, 100 x 72 cm Ars Longa, Collezione Vita Brevis © The Munch Museum / The Munch- Ellingsen Group by SIAE 2013
3 Commenti
non vedo l’ora. Ma é la prima di solo Munch in Italia?
Le più recenti son state: “Munch 1863-1944” al Complesso del Vittoriano nel 2005 e “Munch e lo spirito del Nord” a Villa Manin tra 2010 e 2011
meglio non essere figli di Munch: le tele non possono dire quanto sia piacevole restare fuori col vento, la pioggia e quant’altro; i figli prima o poi te ne chiederebbero conto, giustamente.
Forse quelle tele non avrebbero avuto neanche bisogno di essere così strapazzate per rendere tutta l’angoscia che esprimono.
da non perdere, si direbbe per un ottimo film