Laser Invest è tra le case d’asta italiane nel settore filatelico che si sono affermate da molti anni sul mercato nazionale (www.laserinvest.com). Diretta da Tommaso Tagliente e dalla sorella Lorenza, organizza aste dal 1983. Ha sede a Porto Mantovano in provincia di Mantova.
ArtsLife ha voluto intervistare Tommaso Tagliente in occasione della prossima asta che si terrà nella loro sede il 28 settembre per raccogliere il suo parere sul mercato filatelico che, in un’epoca di crisi finanziaria, evidenzia alcune criticità, malgrado non venga meno la passione dei numerosi collezionisti che continuano a curare le proprie raccolte.
Tommaso Tagliente entra nella ditta di famiglia subito dopo la laurea e si occupa della catalogazione degli oggetti offerti nelle vendite all’asta. Inizia ad affiancare il nonno e il padre negli acquisti presso le case d’asta europee ed i mercanti italiani. Ora si occupa della organizzazione delle vendite all’asta nel loro complesso, ovvero l’acquisizione del materiale e la sua valutazione, oltre ad essere il banditore delle vendite.
In Italia Laser Invest partecipa con il proprio stand ai principali convegni, Milanofil, Romafil, Veronafil, senza trascurare puntate oltr’alpe: “nel mese di agosto sono stato alla expo di Milwaukee in Wisconsin, il più importante convegno filatelico dell’anno negli Stati Uniti”, precisa Tagliente. “Nel mondo sono quasi sempre presente a Stampex, Monacofil, Sindelfingen e alle expo mondiali di filatelia”.
La clientela di Laser Invest riflette qual è la composizione e le intenzioni del mercato collezionistico nazionale: “i nostri clienti filatelici collezionano principalmente l’area italiana: dalla prefilatelia alla Repubblica italiana passando per colonie, possedimenti e le varie occupazioni.”, spiega l’intervistato. “Sia francobolli che storia postale. Sinceramente non c’e’ un gruppo di clienti che e’ predominante. Molti collezionano per creare un insieme di oggetti che permetta loro di divertirsi durante il completamento della collezione e li gratifichi nel momento finale della vendita. Alcuni collezionano per il semplice e puro divertimento: questi sono i clienti che alla fine dei conti hanno avuto le gratificazioni maggiori, sia economiche che non”.
“In fatto di trend di mercato”, spiega Tagliente, “esso e’ in continuo cambiamento e così il numero dei collezionisti. Non esiste, a mio parere un settore in perenne ascesa come non esiste un settore sempre in discesa. I collezionisti italiani in filatelia sono diminuiti ma quelli attivi hanno aumentato l’impegno. Si lavora qualitativamente in modo più importante a discapito della quantità che spesso in passato era caratteristica di questo mercato. Penso che il mercato filatelico, alla luce di questa considerazione si sia evoluto. Ho venduto tanti francobolli, con alcuni ci si poteva comperare un appartamento. Le posso dire l’ultimo oggetto che mi ha fatto emozionare, è stato battuto alla nostra asta di aprile: un aerogramma “Servizio di Stato” del 1933 per la crociera del Decennale Roma – Chicago capitanata dal Gen. Balbo, sul quale apposero le loro firme (oltre al pilota) il Re Vittorio Emanuele III e Mussolini per celebrare una delle imprese che fecero dell’Italia una nazione osannata anche dagli Stati Uniti dell’epoca, è stato acquistato da un investitore internazionale per circa 30.000 euro, contro un valore di catalogo di circa 25.000 euro.
Il mercato italiano e’ caratterizzato da molti commercianti con grande esperienza e ottimi cataloghi (forse fra i migliori al mondo). Servirebbe probabilmente una regolamentazione del mercato stesso che lo rendesse più appetibile e invogliante anche per i non collezionisti, come avvenuto in Germania, Svizzera e Gran Bretagna. Questo porterebbe un flusso di denaro sicuramente utile a tutti”.
Abbiamo chiesto a Tagliente chi dovrebbe intervenire e cosa dovrebbe fare per rilanciare il mercato collezionistico: “penso che gli attori del mercato italiano, dai commercianti alle case d’asta, dagli editori di cataloghi a quelli degli album, dalle poste che emettono i nuovi francobolli ai periti che ne certificano la genuinità, si comportino come meglio possano fare. Nessuno ha mai avuto intenzione di creare un danno alla filatelia. Sarebbe più opportuno e auspicabile che venissero legiferate norme atte a incentivare gli investimenti alternativi come può essere quello filatelico. Purtroppo questo trend va in senso opposto. Con la creazione di moltissimi vincoli burocratici o fiscali che certo non facilitano la passione del collezionista e la voglia di investire”.
Le quotazioni, regola del mercato e tutti i filatelici lo sanno, dipendono dalla qualità e dalla centratura del francobollo. La può certificare un perito, alla stregua della genuinità? Spiega l’intervistato: “se la centratura può essere un parametro oggettivo, la qualità e’ determinabile soggettivamente, in base alle esperienze personali. Sarebbe sicuramente positivo parlare di qualità ma solo se a determinarla fossero più persone e non il singolo perito. Una valutazione collegiale ha sicuramente più valenza di un’opinione personale. Questo discorso si ricollega alla auspicabile maggiore regolamentazione del nostro mercato. Che non vuol dire complicazione ma modernizzazione dello stesso”.
E poi ci sono i cataloghi con le proprie quotazioni e il mercato che detta prezzi spesso distanti dalle quotazioni ben più alte del catalogo. Perché? Così si esprime Tommaso Tagliente: “il ruolo del catalogo e’ molto importante per quanto concerne la catalogazione e l’approfondimento tecnico o culturale. Le quotazioni rientrano nella sfera soggettiva. Quindi non possiamo paragonare i prezzi dei cataloghi filatelici con i prezzi del mercato fotografato in questo o quel istante da un realizzo d’asta. Infatti i prezzi dei cataloghi sono teorici per la qualità perfetta, Bolaffi la chiama 100%. Sul mercato quotidiano, e’ molto difficile trovare oggetti perfetti. Gli oggetti perfetti e rari ottengono quotazioni d’asta sbalorditive. Ma spesso non si parla di questo e ci si limita a considerare perfetti oggetti che non lo sono”.
E veniamo infine alla vendita del 28 settembre. Prima di sfogliare i due cataloghi, ArtsLife raccoglie il parere dello stesso banditore: “la nostra asta filatelica presenta una importante collezione della occupazione tedesca di Zara durante la II guerra mondiale e una vasta collezione di antichi stati italiani (annullamenti di Lombardo Veneto con pezzi anche unici e di affrancature del ducato di Modena)”. Il secondo catalogo è dedicato particolarmente al mondo degli autografi, un mercato, a parere di Tagliente, in pieno sviluppo a livello internazionale anche se in Italia e’ ancora poco diffuso, anche se ha trovato nuovo vigore dopo l’intensa promozione da parte dell’azienda Bolaffi e l’uscita del catalogo Unificato degli autografi italiani dal 1800 al 2000 curato da Sebastiano Cilio, stimato commerciante filatelico milanese e presidente della Borsa filatelica. “Chi oggi si avvicina a questo territorio collezionistico sicuramente sarà in futuro soddisfatto”, conclude Tagliente. “In altri stati e’ molto più’ sviluppato: negli Stati Uniti gli autografi di alcuni personaggi storici americani raggiungono cifre di vendita astronomiche”.
La vendita attirerà l’attenzione di collezionisti e investitori.
Nel settore degli Antichi Stati spiccano il Lombardo Veneto e il ducato di Modena. Del primo, risalta una rara lettera da Mantova a Cremona in data 12 novembre 1858 con affrancatura mista della I e II emissione, rispettivamente un 10 cent nero, carta a macchina e ben marginato, unitamente a un 2 soldi giallo. Base: 22.500 euro (lotto 281). Del secondo, spicca una lettera spedita da Modena a Vicenza e affrancata con due esemplari del raro francobollo da 40 cent celeste in data 3 agosto 1852 (sono note pochissime lettere affrancate in perfetta tariffa che presentano due esemplari del 40 cent): base 12.500 euro (lotto 337). Nel settore della Repubblica italiana, interessante e ricco l’insieme di documenti di storia postale, che rappresenta la più interessante e divertente possibilità di specializzare questa popolare raccolta. Tra questi oggetti, un documento unico, noto nel mondo collezionistico e pubblicato nella letteratura filatelica: il grande involucro raccomandato aereo spedito il 14 novembre 1947 da Como per Sydney ed affrancato eccezionalmente con un intero foglio del valore da 100 lire (prima lastra dentellatura 14 ¼ x 14 ¼) della serie Democratica, l’alto valore della prima serie della Repubblica italiana, considerato da molti il francobollo più bello ed elegante dell’intera raccolta. Si tratta del massimo multiplo di questo francobollo su cui si sono formate collezioni specializzate, ben 104 esemplari del 100 lire e altri valori complementari per un’affrancatura totale di lire 10.488. Base 12.500 euro.
Nel ricco insieme offerto di francobolli e storia postale di Regno, Colonie italiane e Occupazioni, tra cui la già citata collezione delle emissioni italiane sovrastampate durante l’Occupazione Tedesca di Zara e affascinanti documenti dei primi voli in Italia e all’estero, si segnala una prestigiosa collezione specializzata dedicata all’Esperimento Postale Torino – Roma del 1917, in occasione del quale venne emesso il primo francobollo di posta aerea italiano, e primo nel mondo, costituita de circa 85 aerogrammi e decine di francobolli nuovi e su frammento. Base 20.000 euro.
Altro francobollo attorno al quale si sono sviluppate collezioni specializzate è il celebre Gronchi rosa del 1961. La collezione offerta è composta da decine di aerogrammi e buste inoltrate per via ordinaria tutte affrancate con i tre valori della serie emessa e l’esemplare rosa non emesso. Base 5.000 euro.
Il secondo catalogo dell’asta comprende autografi, libri, carte geografiche e stampe antiche, settori che attraggono molti collezionisti specializzati. Si segnala uno spettacolare e rarissimo esemplare dell’Atlantis Novi del 1638 con copertina in pelle rigida contenente oltre 100 carte geografiche acquerellate a mano. L’atlante si apre con uno splendido frontespizio finemente decorato con figure umane e mitologiche, strumenti cartografici e decori architettonici. Base 7.500 euro (lotto 54).
Tra gli autografi, si segnala una lettera autografa con busta autografa di Giuseppe Verdi indirizzata al dott. Angelo Carrara: nella lettera si chiede il permesso “di mettere i cavalli nella corte” e si chiedeva di aggiungere al contratto di affitto alcune “appendici”. La figlia “adottiva” del compositore sposò il figlio del notaio Carrara e si prese cura di Verdi fino alla morte. Base: 2.700 euro.