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Lo studiolo di un collezionista napoletano

Wannenes, Genova, 27 settembre 2013

Gli arredi, i dipinti e gli oggetti d’arte che caratterizza l’asta del 27 settembre per gran parte provengono dal raffinato studiolo di un gentiluomo napoletano, una piccola wunderkammer che testimonia del felice perdurare nella città partenopea di quel gusto, tanto peculiare ed insieme internazionale, tipico degli interni napoletani più belli.

I mobili rivelano uno sguardo innamorato della Francia, ed una notevole attenzione alla qualità, evidente, per esempio, nelle due belle specchiere napoletane, di una rocaille fantasiosa ed insieme come trattenuta da una sottile ricerca dell’equilibrio (lotto 1241, stima 6.000-8.000 euro) e nella coppia di tavoli in legno intagliato e dorato del XIX secolo con piano in marmo incassato e fasce decorate con marmi antichi entro medaglioni continui (lotto 1323, stima 4.000-6.000 euro)

Coppia di specchiere in legno intagliato e dorato, Napoli XVIII secolo, lotto 1241

Non manca un accento classico che possiamo cogliere nel severo e volitivo busto di filosofo in marmo (lotto 1201, stima 300-500 euro) come nel bronzo raffigurante una Testa Femminile di Aurelio Mistruzzi [1880-1960], artista che nella sua maniera primo novecentista appare assai vicino al naturalismo scapigliato di Vincenzo Vela (lotto 1252, stima 300-500 euro).

Di tutt’altra temperie culturale l’affettuosa quanto raffinata Madonna col Bambino di Paolo de Matteis, composizione pertinente alla maturità del pittore, quando il substrato giordanesco della sua maniera è oramai disciolto nel formulario estetico del classicismo romano che tende ad una perfezione plastica ricca di grazia, dove le declinazioni cromatiche divengono lievi e diafane espressioni di un classicismo che anticipa l’arcadia (lotto 1207, stima 3.000-4.000 euro) .

Paolo De Matteis, Madonna col Bambino, 1728 lotto 1207

Il risultato è non solo raffinato, ma anche armonioso e rivela un disegno collezionistico definito sin nella scelta degli argenti come delle sculture e di tappeti. Tale disegno diventa ancora più chiaro analizzando la collezione di ceramiche che accompagna le altre opere: una raccolta di non grandissime dimensioni ma di rara eleganza. Molte le maioliche, con una bella scelta di Castelli d’Abruzzo e delle altre fornaci meridionali, alla quale si accompagna qualche autentica scoperta, come i due piatti di servizio alle armi Greppi della manifattura Rubati del 1790 circa, che costituiscono (insieme ad un altro raro esemplare apparso pochi anni or sono sul mercato) una importante aggiunta al catalogo del servizio eseguito per uno dei personaggi emblematici della Milano teresiana, il celebre Antonio Greppi (lotto 1305, stima 800-1.200 euro)

Coppia di piatti da servizio in maiolica policroma, manifattura Rubati, circa 1790, con l’arma Greppi, lotto 1305

A fianco delle maioliche, il nucleo delle porcellane continentali s’impone per la qualità degli esemplari: tra le altre fabbriche europee, Meissen vi è rappresentata degnamente (di questa celebrata manifattura incantevole la coppia che dà vita ad una cortese scena galante (lotto 1321, stima 1.200-1.400 euro), e così pure la manifattura imperiale di Vienna (assai vivaci le due figure rappresentanti
un elegante zampognaro ed un cuoco operoso, lotto 1323, stima 400-600 euro). Diverse, e la cosa non stupirà, le ceramiche uscite dalle fornaci della Real Fabbrica di Napoli, qui presente sia con la piccola statuaria in biscuit che con il vasellame policromo. Di grande piacevolezza per il carattere intimo della rappresentazione, un gruppo in terracotta del XIX secolo con una fanciulla che viene acconciata da un servitore orientale e una ancella che le porge un bouquet di fiori (lotto 1341, stima 3.000-4.000 euro)

Ma anche qui non mancano le sorprese: come la rara figura di Doccia databile al primo periodo (circa 1760), raffigurante una Arlecchina: un incantevole esempio dell’abilità dei modellatori della manifattura toscana (lotto 1324, stima 600-800 euro)

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