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Augusto alle Scuderie del Quirinale

AUGUSTO abile comunicatore, grande statista o avido di potere?

Statua togata di Augusto capite velato come Pontefice Massimo (da via Labicana)
marmo. cm 217 h part. Roma, Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo alle Terme

Roma, Scuderie del Quirinale dal 18 ottobre 2013 al 9 febbraio 2014
Parigi, Galeries nationales du Grand Palais dal 19 marzo al 13 luglio 2014.

La mostra, progetto di Eugenio La Rocca, è stata organizzata da: Azienda Speciale Palaexpo Musei Capitolini, in collaborazione con Musée du Louvre Réunion des Musées Nationaux – Grand Palais

In occasione del bimillenario della morte di Augusto (Nola, 19 agosto del 14 d.C.) ben 200 opere (statue, arredi, gioielli, ritratti) esposte alle Scuderie del Quirinale, e poi a Parigi fino a luglio prossimo, celebrano il passaggio dalla Roma repubblicana a quella imperiale. Benito Mussolini, dopo la conquista dell’Etiopia (1936) e la proclamazione dell’impero (9.5.1936), salì al Campidoglio per deporre l’alloro dei fasci come aveva fatto Augusto nel 13 a.C. Il duce in tal modo intendeva associare la propria impresa alla spedizione militare africana del principe, celebrandone la gloria con la Mostra augustea della Romanità, che ospitò un milione di visitatori, in occasione del bimillenario della nascita di Augusto (23.9.1937).

Figlio di Atia, nipote di Cesare, Caius Octavius nacque il 23 settembre del 63 a.C., governò su un impero alla sua massima espansione: il bacino mediterraneo, dalla Spagna alla Turchia, dalla Grecia fino alla Germania. Il suo segno zodiacale, Bilancia (Libra), è raffigurato in molte opere, fino a commutarsi in Capricorno, segno del suo concepimento, nella Gemma Augustea, negli aurei e denari (28-27 a.C.), questi ultimi con la legenda Aegypto capta sul diritto. Inoltre il Capricorno era collegato a Saturno e simboleggiava la nuova età dell’oro grazie all’avvento della pax Augusta. La sua ascesa politica iniziò con l’apertura del testamento di Cesare (morto nel 44 a.C.) che lo dichiarò figlio adottivo ed erede di tutti i suoi beni. Alleatosi con Marco Antonio e Lepido promosse la divinizzazione di Cesare (42 a.C.) cambiando poi il suo nome in Gaius Iulius divi filius Caesar. Nel 27 a.C. il Senato gli conferì l’epiteto di Augusto (eccelso) e il suo nome diventò Imperator Caesar Augustus fino alla carica di Pontefice Massimo nel 12 a.C. Si unì in matrimonio (43 a.C.) con Clodia, figlia di primo letto di Fulvia (moglie di Marco Antonio) per poi ripudiarla 2 anni dopo e sposare Scribonia (pronipote di Gneo Pompeo Magno). Ma nello stesso giorno in cui nacque sua figlia Giulia, che subì insieme a suoi figli un pesante esilio, ne ripudiò la madre per sposarsi con Livia Drusilla, dell’influente gens Claudia, e rimanerle accanto per cinquantanni fino alla morte. La sua vita, coronata da successi politici, fu costellata da numerosi lutti: il nipote Marcello, Marco Agrippa (suo luogotenente e genero), Ottavia Minore, Lucio e Gaio Cesare (figli di Agrippa e Giulia) destinati alla successione di Augusto, di cui invece beneficerà Tiberio, figlio di primo letto di Livia e adottato dal principe nel 4 d.C.

Non si distinse come combattente, Antonio lo definiva “il ragazzo che deve tutto al suo nome”, fu piuttosto un abile comunicatore: presentò se stesso come difensore delle istituzioni e della tradizione di Roma e Marco Antonio come sedotto dall’Egitto e dalla sua regina. Ben presto i due arrivarono allo scontro, Augusto sconfisse con le sue 400 navi leggere le 230 di Marco Antonio. La sua propaganda politica è leggibile nelle statue presenti, insieme per la prima volta, in mostra: la statua di Augusto, con la corazza elegantemente istoriata (dalla villa di Livia a Prima Porta, Musei Vaticani) che accoglie i visitatori nella prima sala e che sembra riprendere il canone policleteo del Doriforo (replica, Napoli, Museo Archeologico Nazionale); la statua togata di Augusto con il capo velato (da via Labicana, Palazzo Massimo alle Terme); la statua equestre di Augusto(bronzo dal mar Egeo, Atene, Museo Archeologico Nazionale) e lo straordinario ritratto in bronzo di tradizione ellenistica (da Meroe in Sudan, Londra, British Museum).

Statua loricata di Augusto, cd. Augusto di Prima Porta
20 d.C. Musei Vaticani, Città del Vaticano
© Archivio fotografico Musei Vaticani
© Governatorato dello Stato della Città del Vaticano

Nella seconda sala dell’esposizione la visione dei numerosi ritratti, posti al centro, può essere limitata da altri visitatori che scorrono lungo uno stretto corridoio. Il ritratto di Cleopatra VII (Fondazione Santarelli), anche se probabilmente si tratta non della regina (manca il diadema) ma di una donna della sua cerchia, avrebbe trovato, oggi, adeguata collocazione, per gli opportuni confronti, alla mostra di Cleopatra (www.mostracleopatra.it) al Chiostro del Bramante (leggi qui la recensione).

Immagini idilliche di un regno augusteo senza armi e guerre, in cui regna pace e giustizia, sono rintracciabili nella poesia di Virgilio, Orazio e Ovidio, e si riverberano nelle decorazioni architettoniche (girali di acanto), nei paesaggi bucolici e negli arredi.

Augusto promosse numerosi restauri e tra le opere architettoniche, testimonianze di un’età dell’oro che trasformarono Roma ‘da una città di mattoni a una città di marmo’, le più note sono: la casa detta di Augusto, quella di Livia, l’Ara Pacis, il foro di Augusto, il tempio della Concordia, il mausoleo di Augusto e il teatro Marcello. In occasione di questa mostra tornano a Roma: la lastra della processione dell’Ara Pacis, (Museo del Louvre, nel monumento ricostruito a Ripetta è inserito un suo calco); i rilievi Grimani (provenienti da Vienna e Palestrina e qui riuniti), probabili  parti di una fontana monumentale con la rappresentazione di animali selvatici che allattano i loro cuccioli in un contesto bucolico; gli undici rilievi della decorazione di un edificio pubblico campano (attualmente divisi tra Spagna e Ungheria) in cui è narrata l’apoteosi di Augusto a partire dalla battaglia di Azio e infine gli argenti di Boscoreale (Museo del Louvre). Si passa dalle raffinatissime lastre campane in argilla alle produzioni di lusso come i cammei, a due o più strati, stupefacente il virtuosismo della Gemma di Augusto (cd. cammeo Blacas, Londra, British Museum), un cammeo nel cammeo, in cui è ritratto Augusto che indossa un cammeo su una corona che gli cinge la testa. Alle componenti classiche si uniscono quelle ellenistiche, artisti di Rodi erano presenti a Roma già nel periodo tardo-repubblicano, così si catalizza un linguaggio artistico che ben esprime il carattere universale dell’impero.

Cammeo di Augusto (cd. cammeo Blacas)
età tiberiana. Londra, The British Museum
© Londra,The British Museum
Tazza d’argento da Boscoreale
fine I secolo a. C. prima metà del I secolo d.C.
h cm 9,7 – L. cm 20 – diametro cm 12,2
Parigi, Musée du Louvre – Département des Antiquités grecques, étrusques et romaines
Inv.: Bj 2366 © RMN-Grand Palais (musée du Louvre)

Dopo la sua morte Augusto è portato in processione al Campo Marzio dove viene cremato e Livia, dopo qualche giorno, ne raccoglierà le ossa per deporle all’interno del mausoleo da lui voluto. Il Senato ne decretò l’avvenuta apoteosi, sulla base di un testimone oculare che dichiarò, dietro compenso di Livia, di averlo visto ascendere al cielo, trasformandolo per sempre in divus.

Il catalogo dell’Electa – con la sezione sull’architettura, i monumenti e i cicli di affreschi augustei, raccolta di schede illustrate e il ricco apparato fotografico – costituisce una vera e propria monografia su Augusto.

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INFORMAZIONI UTILI:

Scuderie del Quirinale
dal 18 ottobre 2013 al 9 febbraio 2014
Via XXIV Maggio, 16 Roma
www.scuderiequirinale.it
domenica – giovedì dalle 10 alle 20
venerdì e sabato dalle 10 alle 22.30
Biglietteria chiude un’ora prima:
Intero € 12 (ridotto € 9,50)

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