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Intervista ad Alberto Varesi

La numismatica è un settore che, malgrado il perdurare della crisi, continua a godere una buona domanda e rialzi nelle quotazioni per le sue monete più pregiate, sostenuti anche dal fascino esercitato per il più nobile tra i metalli, l’oro, di cui i più alti facciali sono realizzati da sempre, dai tempi della Magna Grecia e dell’impero romano. Ma la moneta non ha rappresentato solo un mezzo per gli scambi commerciali, ma un simbolo di potere espresso dall’effigie dei re e degli imperatori che si sono succeduti nel corso dei secoli. La moneta molto spesso, grazie alla qualità artistica delle immagini scolpite, ha attratto anche i collezionisti d’arte che riconoscono in essa un’affascinante opera in miniatura. Nella più importante fiera d’antiquariato al mondo, il Tefaf di Maastricht, non mancano infatti galleristi internazionali che espongono le più rare e belle monete coniate nell’antichità.

ArtsLife vuole estendere la rubrica sul mercato filatelico anche a quello numismatico e in occasione della prossima prestigiosa asta di monete del 26 novembre di Numismatica Varesi di Pavia ha intervistato il suo titolare Alberto Varesi per conoscere meglio questo affascinante mondo, il suo mercato e i trend del collezionismo.

Quali sono i passi più importanti della sua carriera nel commercio della numismatica?
Coltivo la passione per la numismatica fin da bambino, complice anche mio padre che mi regalò alcune monete romane di bassa qualità ma che furono in grado di accendere in me un interesse che ancora oggi coltivo. La nostra Ditta organizza aste numismatiche dal 1984. Come espositore partecipo a pochissimi ma imperdibili convegni numismatici: oltre a quello organizzato in forma annuale dalla nostra associazione, la NIP (Numismatici Italiani Professionisti), l’ultimo è stato organizzato a Roma ad aprile scorso, sono presente solo ai convegni commerciali di Vicenza e Verona. Quest’ultimo per la grande affluenza di pubblico che viene da ogni parte dell’Europa, gli altri perché sono gli unici organizzati in contesti di buon livello, dove si può invitare un cliente senza sentirsi a disagio ….

Qual è la provenienza geografica dei suoi clienti internazionali?
I Clienti della “Varesi Numismatica” sono in forma prevalente italiani di ogni parte del bel Paese, anche se una dominante del nord è inevitabile, non fosse altro per la collocazione geografica dei nostri uffici. Da alcuni anni a questa parte sono aumentati e non poco i compratori provenienti dall’estero.

Cosa colleziona la sua clientela? C’è un legame tra la loro provenienza geografica e i settori che collezionano?
Essendo la mia clientela prevalentemente italiana è gioco-forza che tale sia la maggior richiesta di materiale. In molti collezionano monete della propria città (di origine o di residenza o in alcuni casi di entrambe). In aumento il numero di persone che ampliano i propri orizzonti alla monetazione europea o addirittura mondiale (probabilmente un segno della globalizzazione), mentre vedo in lieve calo quello dei collezionisti di monete antiche, troppo spesso colpiti da problemi di natura legislativa.

Può darmi un suo parere sul mercato nazionale e internazionale?
Il mercato internazionale è in forte ascesa, da alcuni anni a questa parte. Nelle aste estere è venduta una grandissima quantità di monete, di ogni epoca, Paese e metallo. Aggiungerei anche “di ogni conservazione”, segno evidente di un collezionismo reale e consolidato, non quindi di soli investitori (che prediligono le alte conservazioni).

Quali sono stati i realizzi più significativi in sue recenti aste?
Dal punto di vista economico la moneta con il maggior prezzo di realizzo transitata in asta da noi è stata il 50 Lire oro Vittorio Emanuele II del 1864, asta 61 del 22 novembre 2012, proveniente dalla collezione Vannutelli, in conservazioni SPL (splendida) con lievissimo colpetto che ha realizzato 228.000 € più diritti. (Come riportato sul catalogo Gigante, questa moneta fu coniata in 103 pezzi nel 1867 con la data de 1864, e solo in pochi esemplari nello stesso 1864. Oggi se ne conoscono circa una dozzina di esemplari).

Evidenzia una tendenza collezionistica alla completezza di una collezione o al contrario il collezionista cerca monete e medaglie significative dal punto di vista artistico?
I gusti dei collezionisti sono cambiati: un tempo si cercava di rendere la propria raccolta la più completa possibile, senza troppo interesse per lo stato qualitativo ma comperando ogni singolo millesimo o variante di rilievo. Oggi invece il collezionista predilige la qualità, limitando generalmente il campo di proprio interesse alla sola tipologia.

Può evidenziare i lotti più significativi della sua prossima asta, anche in termini d’investimento?
Nessun problema ad evidenziarle i lotti di maggior interesse presenti nella 63a asta, ma provo sinceramente dei “pruriti” nell’accostare la numismatica alla parola “investimento”. Che a lungo andare e con acquisti oculati la numismatica possa dare soddisfazioni anche in termini economici è vero, ma siamo sempre dell’idea che altri debbano essere i motivi per collezionare monete. Per la monetazione antica segnalo il lotto 74, bellissimo sesterzio dell’imperatore Caligola del 37-41 d.C. (in qualità BB-SPL ha base 3 mila euro). Per la monetazione medievale e moderna italiana non possiamo omettere il lotto 177 (mezzo scudo da 36 Bolognini di Ferrara del 1564 che presente un’eccezionale opera del Pastorino, conosciuta in pochissimi esemplari, proveniente dalla collezione Longhini con soli tre passaggi in asta, con bellissima patina, di qualità SPL, con base 40 mila euro), il lotto 280 (il prestigioso “augustale” di Messina sotto Federico II, 1197-1250, in oro qualità SPL, base 15 mila euro) ed infine il rarissimo Doppio Ducatone di Modena del 1612, autentica gemma conosciuta in pochissimi esemplari dal prestigioso pedigree e che rappresenta il massimo modulo in argento emesso dalle zecche estensi, in qualità SPL ha base 50 mila euro (lotto 349) . Merita menzione anche l’emblematica moneta siciliana in oro da 2 Once di Ferdinando III di Borbone del 1814 di qualità SPL con base 15 mila euro (lotto 458) ed infine, per valore artistico e rarità, citerei una medaglia veneziana del 1687 che commemora la resa e l’omaggio dei fratelli Mustafà Pascià e Hassan Pascià, di qualità SPL con base 6 mila euro (lotto 558).

In base alla sua esperienza, quali incrementi di prezzo in percentuale hanno goduto nell’ultima decade i settori più collezionati in Italia, in particolare le monete più importanti, sia nel settore antico che moderno?
Per quanto riguarda le monete di maggior prestigio ed importanza, quasi esclusivamente pezzi in oro, direi che l’incremento va da un minimo di 3 volte per monete tipo l’Augustale, fino anche a 8 volte per pezzi di gran calibro moderni come il 20 Lire in  oro detta “Marescialli d’Italia” (in quanto coniata per farne omaggio ai Marescialli d’Italia nel 1928) o le rarissime 50 Lire del 1864 (moneta già sopracitata). Tutto questo rapportato agli ultimi 10 anni.

Quali consigli vuole dare a chi, proveniente da altri settori del collezionismo, in particolare l’arte, vuole avvicinarsi al mondo della numismatica?
La numismatica non è un campo facile, come non lo sono gli altri settori dell’arte, dell’antiquariato e del collezionismo di livello elevato. Chi vi si addentra deve capire che a volte non voler spendere “qualcosa in più” per un acquisto effettuato presso un Professionista equivale ad andare incontro a possibili falsi, artefatti o di dubbia provenienza. L’appartenenza ad una delle due maggiori associazioni di categoria: IAPN ( http://www.iapn-coins.org) e NIP ( http://www.numismaticinip.it ) già è una forma di tutela e garanzia.

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