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Amore e Psiche. La favola dell’anima

Auguste Rodin, La Danaide, bronzo, 1885, Collezione privata
Auguste Rodin, La Danaide, bronzo, 1885, Collezione privata

Arrivare a Villa Reale a Monza già di per sé significa entrare in un sogno. Vedere la mostra “Amore e Psiche. La Favola dell’Anima”, che qui resterà fino al 4 maggio dopo il successo ottenuto a Palazzo Te a Mantova, accrescerà la sensazione di meraviglia e di fuga dalla realtà che la Villa ispira.

Il tema della mostra è la favola di “Amore e Psiche” scritta da Apuleio (Madaura, Algeria, 125-170 ca) nel II secolo a.C, in cui si narra la vicenda di Psiche, la fanciulla vittima della sua stessa bellezza “fuori dal comune come la grazia di un fiore intatto”: Venere, gelosa e timorosa di essere superata, manda suo figlio Cupido a prenderla perché la faccia innamorare dell’uomo più brutto della Terra. Eros stesso, però, cade vittima della meraviglia di Psiche e la conduce nella sua abitazione. In mostra viene proposta l’intera vicenda narrata da Apuleio, compresa la gelosia delle sorelle di Psiche e le traversie che la protagonista deve superare per restare unita al suo amato sposo, traversie che da Venere stessa vengono imposte prima di accettare di diventare sua “suocera”.

La meraviglia di questo viaggio nella fantasia è data da due elementi in particolare: primo l’allestimento, a cura di Elena Fontanella, che crea un’atmosfera buia, in cui i lavori e i cartelloni esplicativi illuminati ripercorrono le diverse fasi della storia di Apuleio. Sono esposte una quindicina di opere, tra quadri e sculture, oltre a numerosi reperti archeologici e le vicende dei due innamorati sono affrontate in nove sezioni (“Il tema della bellezza”, “Iniziazione femminile”, “Passione e inconsapevolezza”, “Il riconoscimento dell’amore”, “Essere di fronte significa essere separati”, “Le prove”, “Nel regno di Persefone”, “La bellezza della morte”, “La capacità di amare”), più una sorpresa finale. Dall’”Orologio molle” di Dalì (1984), alla meravigliosa Danaide in bronzo di Rodin (1885), donna nuda accasciata su uno scoglio, che bene esprime la solitudine di Pische quando viene condotta dai genitori in cima ad una rupe dopo che l’Oracolo aveva previsto per lei nozze di morte a causa dell’indignazione di Afrodite per la sua bellezza, fino, quasi a termine del percorso, al gesso dell’Amore e Psiche di Canova della fine del XVIII secolo e, a sorpresa, a conclusione della mostra, alla fusione tra contenitore (la Villa) e contenuto (la favola) nella Rotonda di Villa Reale, raccontata negli affreschi di Andrea Appiani proprio sulle pareti della Rotonda. Nel percorso, poi, s’incontrano meraviglie come il “Bacco e Cerere” di Tiepolo, o la “Donna che cammina” di Giacometti, fino al “Concetto Spaziale, Natura” di Fontana e numerosi pinax, diademi, statuette provenienti da diversi musei archeologici.

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INFORMAZIONI UTILI:

Amore e Psiche. La favola dell’anima
Monza, Villa Reale
24  gennaio-4 maggio 2014
Viale Brianza 1
A cura di Elena Fontanella
Lunedì chiuso, da martedì a domenica ore 10-20
Biglietto intero, 10 euro. Ridotto, 8 euro. Scuole, 5 euro
Tel. 039-2312185
info@fondazionednart.itwww.reggiadimonza.it

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