In occasione del 450° anniversario della morte di Michelangelo Buonarroti, è stato presentato il nuovo allestimento delle Sale 33-34 della Galleria degli Uffizi, titolate, rispettivamente, I Ritratti greci e L’Antico e il Giardino di San Marco.
L’intervento è stato interamente finanziato dall’Associazione Amici degli Uffizi, con un contributo di circa 200mila Euro. Secondo Cristina Acidini, Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino, “Con le due sale che si inaugurano riallestite nella Galleria degli Uffizi in questo inizio del 2014, continua la sistematica reinterpretazione e valorizzazione del patrimonio archeologico intrapresa da anni; e soprattutto, il progressivo rinnovamento della Galleria nel suo piano ‘storico’ diviene l’occasione per esprimere, rendendoli visibili attraverso gli spazi e gli oggetti, concetti maturati nella critica internazionale di più alto profilo negli ultimi decenni”.
Come commenta Antonio Natali, Direttore degli Uffizi, “Nel 2014 saranno 450 gli anni trascorsi dalla morte del Buonarroti, e agli Uffizi – museo che ospita l’unica opera certa di lui dipinta su tavola – si sentiva il dovere di rammentarlo. Non si voleva, però, inventare qualcosa che fosse fugace. Non è nei nostri gusti. E forse non è nemmeno più il tempo d’impiegare così il denaro. È parso, dunque, che la maniera migliore per celebrare l’anniversario della morte di Michelangelo fosse quella di far precedere la sala di lui (e d’altri artefici cresciuti alla scuola del Magnifico, compreso il poco più grande Granacci) da una stanza allestita con marmi e gessi capaci di richiamare il mitico ‘Giardino di San Marco’ e di far da introibo al nucleo dei maestri fiorentini – capintesta il Buonarroti – raccolto nella stanza ampia immediatamente successiva. E l’apertura al pubblico s’è fortemente voluto cadesse nello stesso giorno in cui Michelangelo – il 18 di febbraio del 1564 – finiva i suoi giorni.”.
“Com’era nel 2013 – sottolinea Manuel Guerra, vicepresidente degli Amici degli Uffizi – anche quest’anno iniziamo la nostra attività di mecenati, nel segno del genio di Michelangelo, in celebrazione dell’anniversario dei 450 anni dalla sua morte. In questa occasione, con l’apertura delle sale 33-34 degli Uffizi, si completa un progetto delineato già nel 2012, quando si decise di finanziare il nuovo assetto della sala 35, detta di Michelangelo, che conserva al suo interno il Tondo Doni, l’unica prova certa su tavola del suo talento pittorico. Eccoci quindi ad aprire al pubblico le stanze adiacenti che rievocano lo spirito del ‘Giardino di San Marco’, luogo che il Magnifico volle istituire per formare il gusto e l’eleganza formale di giovani artisti, tra cui Michelangelo stesso”.
“Questa presentazione – conclude Guerra – è altresì un’ulteriore occasione per riaffermare la vicinanza degli Amici degli Uffizi ai progetti della direzione della Galleria. Un impegno che dura da più di vent’anni e che siamo onorati di poter continuare anche nel futuro”.
Le Sale 33-34, le cui pareti di colore verde ricordano quello delle pitture di Paolo Uccello, si trovano al secondo piano della Galleria degli Uffizi, e prima dell’attuale sistemazione accoglievano quadri toscani della seconda metà del Cinquecento e lombardi.
I due locali precedono la sala 35, detta Sala di Michelangelo, che conserva il Tondo Doni ed evocano il ‘Giardino di San Marco’, il luogo che Lorenzo il Magnifico volle istituire per educare alle arti i giovani artisti fiorentini, tra cui lo stesso Buonarroti.
“Sono due sale contigue fra di loro, ma profondamente diverse per temi affrontati e impianto – afferma Fabrizio Paolucci, direttore del Dipartimento di Antichità Classica della Galleria degli Uffizi. La prima, che volutamente riecheggia il perduto “gabinetto degli uomini illustri” di lanziana memoria, si propone di restituire al visitatore la genesi di quella che fu una delle più grandi conquiste dell’arte classica: il ritratto fisiognomico”.
Qui si trova una selezione di marmi, repliche di età romana da originali databili fra il V e il III secolo a.C., da sempre nelle collezioni granducali. I rilievi conservati in questa sala, anticamente destinati a impreziosire le pareti delle domus italiche, offrono prove dell’abilità nel riprodurre l’iconografia e lo stile degli archetipi del V secolo a.C., divenuti modelli normativi per il gusto dell’epoca.
Il secondo ambiente è dedicato al ‘Giardino di San Marco’. “Questa sala – continua Paolucci – vuole ricordare l’eccezionalità di un luogo divenuto, per volontà di Lorenzo il Magnifico, sede di un’esclusiva accademia votata allo studio dell’Antico. Qui giovani scultori e pittori, quali Leonardo, Francesco Granacci, Lorenzo di Credi, Baccio da Montelupo, Andrea Sansovino, oltre allo stesso Michelangelo, avevano avuto la possibilità di “riconquistare” i valori dell’arte classica grazie alla guida di un esperto restauratore di ‘anticaglie’ quale Bertoldo di Giovanni”.
L’atmosfera di quel luogo viene rivissuta attraverso una scelta di opere che ricordano i soggetti visti dai frequentatori dell’accademia laurenziana e, in particolare, da Michelangelo. I sarcofagi con scene mitologiche, le teste di satiro o l’amorino dormiente visibili in questa sala, evocano le sculture realizzate dal Maestro in quegli anni.