Il prossimo 6 Aprile al Museo del Novecento inaugureranno due mostre dedicate a Bruno Munari e a Guido Lodovico Luzzatto, che saranno visitabili fino al 7 Settembre 2014.
La mostra “Munari politecnico” focus “A con A, B con C”, è a cura di Marco Sammicheli, con la collaborazione di Paolo Giacomazzi per l’allestimento e il progetto grafico, e punta i riflettori sulla figura di Bruno Munari, che ha utilizzato l’arte come primaria forma espressiva.
Prima della grafica, del design, della pedagogia, dell’editoria l’arte guidava il genio creatore di questo autore. La mostra “Munari politecnico” è un racconto di un artista poliedrico e del suo ruolo nell’arte italiana ed europea nel corso del Novecento e dei rapporti che lo hanno portato ad essere un protagonista eclettico di numerosi movimenti artistici.
La mostra indaga la voracità intellettuale di Munari e il conseguente sfogo espressivo, sceglie le arti visive che avevano nel metodo dell’artista un primato generativo e una tensione ad inglobare riflessioni capaci di trasformare una scelta linguistica e plastica in un’idea progettuale. Munari utilizzava pittura, scultura, collage, installazioni luminose, opere su carta e sperimentazioni tecniche per spingere la propria ricerca artistica in territori di confine. Campi che successivamente avrebbero trovato un compimento nella cultura progettuale. L’arte era un ponte per raggiungere altri approdi.
Curata dalla Fondazione Guido Lodovico Luzzatto di Milano, la mostra “Frontiere varcate. Il critico Guido Lodovico Luzzatto” intende far conoscere al pubblico il critico d’arte Guido Lodovico Luzzatto (Milano 1903-1990) a ventiquattro anni dalla sua scomparsa e a diciotto dalla nascita della Fondazione a lui intitolata. Antifascista della prima ora, figlio di uno dei dodici professori che nel 1931 rifiutarono il giuramento al regime, dopo la laurea in storia dell’arte con Paolo D’Ancona iniziò a collaborare a “Giustizia”, “Sera” e a numerose riviste d’arte, come “Le Arti Plastiche”, “Il Giornale dell’arte”, “La Casabella”, “L’Arte” di Adolfo e Lionello Venturi, oltre che ai giornali della concentrazione antifascista di Parigi per i quali tenne dal 1929 al 1933 un costante aggiornamento sui fatti italiani. I soggiorni degli anni venti a Francoforte, Berlino e Parigi gli permisero il primato dell’aggiornamento sulla pittura espressionista tedesca (Franz Marc, Hermann Lissmann, Oskar Kokoschka) e sull’École de Paris (Kisling, Chagall, Muter) sulla stampa italiana. Nel 1936 pubblicò la prima monografia italiana su Van Gogh presso l’editore Guanda, che circolò fra gli artisti del nascente gruppo di “Corrente” influenzandone e rafforzandone gli orientamenti stilistici.
Il percorso della mostra intende mettere in luce l’originalità della proposta critica di Luzzatto nel contesto storico coevo. Saranno esposti, infatti, i materiali dell’archivio privato che fotografano il critico nell’esercizio del suo mestiere: le corrispondenze personali con Marc Chagall, Oskar Kokoschka, Max Liebermann, Adolfo Wildt, Felice Casorati, Arturo Nathan, Albin Egger-Lienz, le riproduzioni d’epoca delle loro opere d’arte, i manoscritti, le monografie e i cataloghi di mostre.