Per Pompei “servirebbe un nuovo Maiuri”. Louis Godart, Consigliere per la Conservazione del Patrimonio Artistico del Presidente della Repubblica, cita una leggenda dell’archeologia italiana in relazione alle preoccupanti cronache che riguardano gli scavi di Pompei in particolare e le aree archeologiche campane in generale.
Amedeo Maiuri, scoparso nel 1963, fu a lungo sovintendente alle Antichità di Napoli e del Mezzogiorno e direttore del museo archeologico di Napoli. Diede inoltre un contributo fondamentale alla rimessa in luce di Pompei e alla sua conservazione. “Maiuri aveva una conoscenza del territorio senza uguali, una visione completa delle problematiche che oggi, forse, non c’è, frutto di un sapere enciclopedico inquadrato nella capacità di vedere il passato nel presente”, ha sottolineato Godart che, va ricordato, è anzitutto un archeologo. “Di maiuri andrebbero seguite le orme, gli studi e l’attenzione che ha dedicato alle aree archeologiche campane, da Pompei a Oplonti, da Ercolano ai Campi Flegrei.” – ha continuato il Consigliere. “Quest’ultima zona, in particolare è stata sfregiata dalla speculazione edilizia: da Capo Posillipo a Capo Miseno il territorio ha una infinita ricchezza archeologica che non è stata messa a frutto ma, anzi, svilita. Ci voleva un piano coerente per fare di questa zona un eden archeologico e turistico. Il solo fatto che non sia stato adeguatamente ‘sfruttato’ il Palazzo Imperiale di Baia grida vendetta. Anche Pozzuoli era un punto focale dell’antichità”. E ha concluso: “Con un piano rigoroso che conciliasse sviluppo del territorio e risorse archeologiche della zona flegrea oggi avremmo in quell’area una situazione altamente qualificante per Napoli. Diciamo che quella è una lezione, negativa, da tenere ben presente quando si affrontano scelte di sviluppo e salvaguardia, nel meridione e non solo”.