Nymphomaniac, il nuovo attesissimo film di Lars Von Trier, è finalmente giunto nelle sale italiane.
Preceduto da innumerevoli polemiche, a rischio di non trovare una distribuzione, Nymphomaniac è il terzo capitolo della trilogia sulla depressione di Von Trier: Antichrist e Melancholia i primi due.
Nymphomaniac, come suggerisce il titolo, è la storia di una ninfomane, Joe (Charlotte Gainsbourg). Una sera d’inverno il vecchio Seligman (Stellan Skarsgård) trova Joe in un vicolo, tumefatta e contusa, la porta a casa dove le presta soccorso e le chiede di raccontargli la sua storia. E lei non si fa pregare. La pellicola è suddivisa in due volumi e otto capitoli; il volume I segue la storia di Joe da giovane, (Stacy Martin), il volume II racconta invece le vicende di Joe da adulta. Nel cast oltre a Charlotte Gainsbourg e Stellan Skarsgård figurano attori come Uma Thurman, Shia LaBeouf e Jamie Bell; inoltre per girare le scene di sesso più esplicite von Trier ha usato dei protagonisti del settore, degli attorni porno.
Il film è distribuito in due versioni: una, censurata, della durata complessiva di 4 ore e una, integrale, della durata di 5 ore e mezza. Così come Lars von Trier aveva autorizzato differenti versioni per Antichrist anche in questo caso il regista ha approvato la versione ridotta di Nymphomaniac. Teoricamente i tagli dovrebbero riguardare solamente le scene e le inquadrature visivamente più esplicite, ma qualche vuoto nella consecutio fa sorgere alcuni dubbi in merito. In Italia uscirà in due parti: la prima il 3 aprile e la seconda il 24 aprile, a seguire dovrebbe essere distribuita anche la versione completa da 5 ore.
Von Trier è un regista tanto amato quanto discusso sia dal pubblico che dalla critica. Pluripremiato e insignito dei riconoscimenti più importanti al Festival del Cinema di Cannes: la Palma D’Oro per Dancer in the Dark, Il Gran Premio della Giuria per Le Onde del Destino, Il Premio per la Migliore Attrice per la performance di Charlotte Gainsbourg in Antichrist, e il Premio per la Migliore Attrice per l’interpretazione di Kirsten Dunst in Melancholia; non vi è stata volta che le più aspre polemiche si siano abbattute ad ognuna di queste uscite in sala. Questo perché i film di Von Trier da sempre, ormai si sa, sono una trappola. È il regista più scorretto e manipolatore degli ultimi 50 anni, ha fatto del fastidio una figura retorica e del grottesco un alfabeto completo. Quello che colpisce di Nymphomaniacperò non è il tema o le immagini spinte, ma la debolezza dell’impianto narrativo: è un film verboso e chiacchierato; La Coscienza di Zeno che incontra De Sade for dummies. Non è né un porno d’autore, come era stato annunciato, né un film erotico: è più una disamina psicanalitica di base, Freud aleggia sulla dinamiche stantie e ammuffite che reggono la narrazione.
Le intuizioni registiche però, anche se non tantissime, sono ben riuscite. Molto bello ad esempio il Capitolo 5: The Little Organ School, quello che chiude il Volume I. Se nei capitoli precedenti il sesso e i suoi rituali erano stati associati alla pesca e ai suoi segreti in questa parte invece l’associazione è con un preludio corale di Bach: una polifonia di amanti, tre voci con il proprio carattere, ma in completa armonia. Il talento di Von Trier non è da mettere in dubbio, ma qui più che altrove sembra vittima della propria pretestuosità e il precario l’equilibrio necessario alla compiutezza di un’opera viene a mancare rendendoci un film superficiale. La cosa positiva è che, inaspettatamente, fa ridere. Forse col Volume II cambieranno le carte in tavola. Sicuramente la versione maratona da 5 ore sarà una vera tortura, e per questo senza dubbio l’esperienza che più varrà la pena affrontare.