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Munari Politecnico al Museo del ‘900

Negativo Positivo, 1962
Bruno-Munari
Negativo Positivo, 1962

 

Un Ulisse del Novecento svela come il genio, nell’arte, sia nascosto nella leggerezza.

Bruno Munari dichiara la sua regola “la semplificazione è il segno dell’intelligenza” attraversando di sbieco, con la sua arte, un secolo di movimenti e di campi del sapere. Parole ironiche e lievi, così lontane dalla retorica autocelebrativa, eppure così consapevoli del senso di un ricerca meticolosa che lo accompagnerà per tutta la vita. Mosso dalla curiosità per le cose, dallo stupore, dalla voglia di giocare, Munari fu una figura unica nel panorama italiano: artista, intellettuale, pedagogo e designer.

Nello Spazio Mostre del Museo del Novecento di Milano, è aperta fino a settembre la mostra Munari Politecnico, curata da Marco Sammicheli in collaborazione con la Fondazione Jacqueline Vodoz e Bruno Danese, un’occasione importante per presentare parte del consistente repertorio di opere di conservate presso la Fondazione dei due collezionisti.

Tante mostre hanno provato a descrivere e ad omaggiare i suoi tanti talenti, quest’ultima rivela di certo la sua più grande capacità: l’immaginazione. Una “ginnastica mentale” la definiva lui, attraverso cui rimpiazzare il banale col fantastico, come nel mondo dei più piccoli. Questo mago delle linee, strizzandoci l’occhio e ridacchiando delle sue stesse trovate, ci racconta favole attraverso in tratto di penna, genera nuovi spazi dell’abitare fatti di geometrie colorate, accorpa microchip e carabattole dando vita ad animali preistorici. Una semplicità creativa dalla tenerezza disarmante.

Bruno-Munari
Libro illeggibile bianco, nero e giallo, 1958

La prima sezione, dedicata agli orientamenti artistici giovanili di Munari, attraversa il disegno, il collage e una prassi visuale riferibile alle pratiche delle avanguardie storiche.

Infatti, come un rabdomante, durante la sua giovinezza capta e rielabora i modi e le idee del Futurismo, del Neoplasticismo e del Bauhaus. Indaga da subito, in un rapporto bilanciato, la relazione tra immagini e astrazioni, tra opera e architettura, passando per Arte Concreta negli anni ’50. Tuttavia Munari non ha mai aderito senza riserve a quelle correnti che ha sempre smascherato con ironia.

La sezione seguente indaga il suo rapporto con la ricerca scientifica come elemento attivatore della creatività, a supporto di intuizioni plastiche e risposte linguistiche.

Tra gli anni ’50 e gli anni ’70  Bruno Munari si sottrae alla pittura per concentrarsi sul Good Design, la tecnologia nel quotidiano. Ragiona sulla macchina, sull’incombenza di un futuro tecnocratico, sugli oggetti elettronici e sugli elettrodomestici alla portata di tutti, accattivanti ed inutili.

Troviamo poi opere che vedono l’arte come matrice di nuovi approdi disciplinari e opere da cui emerge un forte legame con diverse generazioni di artisti.

I caffè, Brera, gli atelier, le gallerie milanesi sono luoghi di scambio e di crescita e legano Munari a Belloli, Gillo Dorfles, al Gruppo T, a Paolini, in un panorama nazionale e internazionale di ampio respiro che costituisce l’universo artistico munariano. Un processo continuo di generazione e di contaminazione.

Bruno-Munari
Fossili del 2000, 1979

Emerge dalle opere di Munari una grande capacità di trasmettere, con la cura di un didatta, valore culturale attraverso l’incontro tra ricerche scientifiche e intuizioni estetiche espresse in chiave favolistica e delicata, senza peso apparente.
Accanto alle opere del Maestro si trovano autori che hanno esposto e condiviso con lui ricerche e passioni: Enzo Mari, Max Bill, Franco Grignani e Max Huber e artisti che lo hanno frequentato come Getulio Alviani, Arturo Bonfanti, Paolo Scheggi e Marina Apollonio.

Durante lo svolgimento della mostra il curatore raccoglierà testimonianze, interviste e saggi di personalità che hanno incontrato Munari o che con lui hanno lavorato, proponendo interventi di studiosi che si sono concentrati su questa figura, dando vita ad un catalogo che ha l’ambizione di aggiungere una testimonianza viva e dialettica all’autore più eclettico del secolo.

Bruno-Munari
Forchette parlanti, 1958-70

INFORMAZIONI UTILI

“MUNARI POLITECNICO”

Museo del Novecento
Palazzo dell’Arengario
6 aprile – 7 settembre 2014
LUN. 14.30 – 19.30
MAR. MER. VEN. e DOM. 9.30 – 19.30
GIO. e SAB. 9.30 – 22.30
Biglietto intero 5 euro
Biglietto ridotto 3 euro

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