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Zuppa di fagioli alla Carracci

La zuppa di fagioli alla Carracci è una minestra semplice ma sostanziosa, emblema di quella cucina povera ma ingegnosa della tradizione contadina.

Carracci-mangiatore-di-fagioli
Annibale-Carracci-“Il mangiatore di fagioli”-1583-1584, Galleria Colonna, Roma

Acqua, fagioli e qualche erba per arricchirne il gusto, il segreto della zuppa di fagioli del Carracci, sembra essere da un lato la semplicità e la sostanza, scevra da ogni orpello. Dall’altro proprio la fame, quella schietta e scoperta di questo suo mangiatore di fagioli, sorpreso e immortalato quasi in uno scatto fotografico, mentre se ne porta un’abbondante cucchiaiata alla bocca.

Un attimo solo di sospensione in quel gesto, solo il tempo per convincersi che la sua fame è più urgente della privacy, diremmo oggi.

La zuppa di fagioli che Annibale Carracci celebra intorno al 1583 è probabilmente una minestra primaverile, come testimoniano i panni del mangiatore ma soprattutto i cipollotti freschi di stagione, appoggiati sulla tavola.

Tra gli ingredienti sicuramente fagioli all’occhio, che all’epoca erano l’unica varietà disponibile dalle nostre parti, aglio,  che veniva usato in abbondanza anche per le sue proprietà salutari e forse dei pomodori, arrivati in Europa grazie a Cristoforo Colombo.

Ma i pomodori all’epoca erano ancora di un bel colore giallo-dorato, niente affatto rossi come siamo abituati a vederli, perchè ci son voluti lunghi anni di selezioni e innesti e prove per ottenere le tante varietà che conosciamo. Tempi moderni.

Dettaglio importante messo in evidenza dal Carracci, il pane.

Vediamo un pane scuro che ci dice molto sul luogo in cui avviene la scena. Siamo in campagna, perchè nelle campagne all’epoca si consumava pane scuro, fatto di farine di grano e cereali. Il pane bianco era in uso ai cittadini e alle classi superiori.

Un elemento che rafforza quella che ci appare l’intenzione dell’autore: celebrare la realtà, quel verismo che solo più tardi, da Caravaggio in poi, si affermerà nella pittura. E il suo verismo ci racconta un momento quotidiano del popolo, della fame e della povertà, ma al tempo stesso celebra così bene quella carne dei poveri che sempre sono stati i fagioli, che ci viene la voglia di assaggiarne il gusto.

Ingredienti: (per 4 persone)

400 g di fagioli all’occhio
200 g di polpa di pomodoro
2 cipollotti freschi
1 costa di sedano
1 ciuffo di prezzemolo
1 rametto di rosmarino fresco
1 spicchio d’aglio
olio extra vergine d’oliva
sale e pepe q.b.
acqua q.b.

Attrezzi: Pentola+padella

Tempo di preparazione+cottura: 20+90 minuti

Preparazione:

  • La sera prima mettete a bagno i fagioli in abbondante acqua con un pizzico di bicarbonato. Il giorno seguente sciacquate bene e fate bollire i fagioli per almeno 1 ora in abbondante acqua, mescolando di tanto in tanto con un cucchiaio di legno. Aggiungete poco sale solo a fine cottura.
  • Nel frattempo lavate e mondate i pomodori, tagliateli a pezzi e fateli cuocere alcuni minuti finchè saranno morbidi poi passateli o frullateli per ricavarne la polpa.
  • Tritate finemente la cipolla, il sedano, il prezzemolo e il rosmarino.
  • In una padella fate soffriggere gli odori e quando imbiondiscono unite la polpa di pomodori e un paio di mestoli di acqua di cottura dei fagioli. Appena inizia a bollire versate nella pentola dei fagioli.
  • Proseguite la cottura per alcuni minuti mestolando per far insaporire. Togliete dal fuoco e lasciate riposare una decina di minuti prima di servire la zuppa di fagioli, completando con un filo d’olio e una spolverata di pepe.

 

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