A Milano, presso lo Spazio Oberdan, una rassegna per rivedere i film più belli di Tilda Swinton: l’attrice dell’anno (ormai da molti anni). Trasformista e istrionica l’abbiamo trovata nel cast di quattro tra i film più interessanti di quest’anno: Solo gli amanti sopravvivono, The Grand Budapest Hotel, Snowpiercer e The Zero Theorem (di prossima uscita per la regia di Terry Gilliam). La rassegna, che prosegue fino al 3 agosto, si chiuderà proprio con il film che l’ha vista esordire sul grande schermo: Caravaggio.
Londinese (classe 1960), attrice cinematografica e teatrale, attiva anche nel campo della video arte – la sua performance più conosciuta è “The Maybe”, in cui è rimasta distesa in un contenitore di vetro per otto ore al giorno alla Serpentine Gallery di Londra – Tilda Swinton è da tempo una delle figure più affascinanti del panorama artistico contemporaneo. Dopo gli inizi nella prestigiosa Royal Shakespeare Company, approda al cinema nel 1984 con Caravaggio di Derek Jarman, del quale diventerà una sorta di musa, continuando a collaborare con lui fino alla morte del grande e maledetto regista inglese. Il viso androgino, il corpo sottile, la pelle diafana, gli occhi penetranti e una innata eleganza hanno fatto della Tildon una delle attrici più richieste per ruoli complessi e ambigui, come è il caso del personaggio da lei interpretato in Orlando (1992, Sally Potter), film di enorme successo che le ha regalato fama internazionale. Da allora le sue interpretazioni si sono susseguite senza pausa, in opere e con autori anche molto diversi fra loro (e fra questi il “nostro” Luca Guadagnino), ma sempre caratterizzate da quei tratti di eccentricità e di ricerca che hanno permesso alla Tildon di tratteggiare personaggi decisi a vivere la propria esistenza all’insegna della libertà più estrema.
Segnaliamo, fra i film in programma, il recentissimo Snowpiercer, un film d’azione teso ed emozionante che prefigura per il nostro pianeta un futuro catastrofico e denso di conflitti.
Qui il programma completo.