Finalmente si è saputo e si è deciso. Il Collegio Romano con i suoi tredici giurati presieduti a Steve Green ha deciso quale città sarà la Capitale europea della Cultura nel 2019. Sarà Matera, la grande, misteriosa e affascinate città dei Sassi. Amatisima da Pier Paolo Pasolini. E più recentemente (2004), scelta come location fondamentale nelle riprese del mitico “The Passion” di Mel Gibson. Matera ha vinto nettamente con 7 preferenze su 13 votanti. All’annuncio nel capoluogo lucano e su tutto il territorio,dove la gente era in attesa dell’esito attraverso dei mega scehrmi nelle piazze sono scoppiate scene di grande festa e giubilo. Il presidente Green ha tenuto a sottolineare il buon esito complessivo di tutta l’operazione Europa 2019: «Le sei città hanno instaurato ottimi rapporti tra di loro e anche con le candidate della Bulgaria, in un modo eccellente, come non si era mai verificato prima». «È importante che le città non nominate non si scoraggino, ma continuino a lavorare».
I criteri che hanno permesso a Matera di salire sull’ambito podio (che ovviamente moltiplicherà la sua già buona audience, il suo turismo e tutti gli affari collaterali al territorio), sono stati una buona governance, la partecipazione attiva dei cittadini, una spiccata creatività delle iniziative in programma, la dimensione europea e duratura del progetto e la capacità di valorizzafe le diversità culturale dei Paesi membri ma anche l’esaltazione degli aspetti comuni. Grazie a questo orizzonte Matera ha centrato una nomina che la renderà baluardo in Europa, oltre che in Italia, della cultura del XXI secolo. Una buona governance, la partecipazione attiva dei cittadini, una spiccata creatività delle iniziative in programma, la dimensione europea e duratura del progetto, la valorizzazione della diversità culturale dei Paesi membri ma anche l’esaltazione degli aspetti comuni: questi sono i criteri che Matera è riuscita a soddisfare incarnando pienamente il senso di questa nomina. Una nomina che la renderà baluardo in Europa, oltre che in Italia, della cultura del XXI secolo. Molto emozionato, il sindaco della città, Salvatore Adduce, ha subito sottolineato come questo risultato non fosse per nulla «scontato», e rappresenti il «segno di civiltà e di riscatto, che da Matera e dal Sud arriva all’Europa». «Non siamo qui a pietire, ma a dare il nostro contributo per dimostrare che la cultura può cambiare un territorio».
Se Matera festeggia, le rivali Cagliari, Lecce, Perugia-Assisi, Siena e Ravenna, restano solo apparentemente a bocca asciutta. Tutto l’impegno profuso fino a questo momento nella preparazione dei progetti in vista del 2019 non andrà per nulla disperso. Il ministro e i sindaci delle diverse candidate hanno infatti deciso che le cinque città perdenti diventeranno capitali italiane della cultura nel 2015 e nel 2016. Un’ipotesi questa che, se confermata dal Consiglio dei Ministri, contribuirà a valorizzare il lavoro svolto e che avrà importanti ricadute su tutto territorio. In un certo senso, la nomina di Matera a Capitale europea della Cultura 2019 rappresenta l’inizi del riscatto per tutto il Mezzogiorno italiano. Nel segno di un’Europa condivisa e finalmente stimolante per la gente.