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Prix K-Way Per4m a Louise Hervé e Chloé Maillet

La prima edizione del Prix K-Way Per4m, il premio destinato al lavoro performativo più rilevante e significativo tra quelli presentati in Per4m, è stato vinto da Louise Hervé e Chloé Maillet, presentate dalla galleria Marcelle Alix di Parigi.
Per4m è la nuova sezione di Artissima 2014 dedicata esclusivamente alla performance.
Louise Hervé e Chloé Maillet
Louise Hervé e Chloé Maillet | Nautilus 2013 | galleria Marcelle Alix, Parigi | Un momento della performance ad Artissima 2014 | photo: Giorgio Perottino

 

La performance Nautilus, 2013 di Louise Hervé e Chloé Maillet è stata scelta con le seguenti motivazioni: “La giuria ha trovato il formato della performance adatto al contesto, e capace di tenere l’attenzione del pubblico. Partendo dallo scenario naturale delle Alpi, visibile dalle vetrate dell’Oval, le artiste hanno creato una connessione col presente in cui siamo. Con Nautilus Louise Hervé e Chloé Maillet partono dalle scienze naturali per sfociare nel B-movie, trasportando l’ascoltatore attraverso uno storyboard. La fiction diventa realtà e viceversa. Le due performer, vestite da hostes, hanno condotto il pubblico nel backstage della fiera in una surreale visita guidata. L’attualità e la rilevanza della performance si deve al fatto di utilizzare procedimenti come il copy and paste, o il continuo saltare di link in link, che fanno parte della nostra quotidianità digitale”.

 

  • La giuria internazionale che ha assegnato il primo Prix K-Way Per4m  del valore di di 10.000 euro è composta da Silvia Fanti, Curatrice Arti Performative, Xing, Bologna, Agustin Pérez Rubio, Direttore Artistico, Malba – Fundación Costantin, Buenos Aires, Stephanie Rosenthal, Capo Curatrice, Hayward Gallery, London e Direttrice Artistica, Biennale di Sydney 2016.
Simone Menegoi, coordinatore della nuova sezione, ha detto: “Il punto di forza della prima edizione di Per4m è stata la varietà e ricchezza del suo programma. Le sedici opere selezionate, tutte di grande livello, hanno toccato gli estremi opposti di ciò che la performance può essere oggi: si è passati dalla fisicità avvolgente di f. marquespenteado, al termine della cui performance gli spettatori, a coppie, ballavano un romantico “lento”, alla fisicità tutta da immaginare dell’azione di Italo Zuffi, di cui si poteva udire solo il suono; dal concentrato silenzio della coreografia di Prinz Gholam alle dense partiture di parole e musica orchestrate da Viola Yeşiltaç e Lili Reynaud-Dewar; dal trionfo della visibilità della sfilata di moda di Tobias Kaspar ad azioni “invisibili” come quella di Giovanni Morbin, travestito da bigliettaio, o quella di Leah Capaldi, i cui performer iper-profumati si potevano riconoscere solo all’olfatto; dalla complessa struttura narrativa dei monologhi di Hervé – Maillet e di Tom Johnson, a una performance come quella di Nico Vascellari, tesa a distillare una sola, potente immagine. Quello che è rimasto costante è stato l’interesse del pubblico, che ha partecipato numeroso e attento a ogni performance. Un’accoglienza che giustifica in pieno l’idea di Sarah Cosulich di creare una nuova sezione di Artissima dedicata esclusivamente alle performing arts”.

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